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Ritardo Mentale: Cos’è, Classificazione, Valutazione e Intervento

Indice

Ritardo Mentale, ciò che nel vocabolario lessico-scientifico viene denominato “disabilità intellettiva”.

La disabilità intellettiva si colloca all’interno della categoria dei disturbi del neurosviluppo. Essi insorgono in fasi di sviluppo precoce, prima dell’ingresso nella scuola elementare, e sono caratterizzati da un deficit che si riflette su aree come il funzionamento cognitivo, sociale, personale, scolastico o lavorativo.

sviluppo intellettivo

I disturbi facenti parte di questa macro categoria spesso si presentano insieme e sono caratterizzati da sintomi in eccesso, ma anche ritardi o mancanze delle fasi dello sviluppo.

Nei paragrafi seguenti andremo ad approfondire il tema del Ritardo Mentale. Ci focalizzeremo sul quadro sintomatologico, sulla classificazione in base al grado di compromissione (lieve, moderato, grave ed estremo), sull’iter di valutazione diagnostica e sulle possibilità di intervento efficace per la riabilitazione delle persone affette da ritardo mentale.

Curiosità

Credulità e mancanza di consapevolezza del pericolo può portare individui con Ritardo Mentale ad essere sfruttati o/e derisi dagli altri (vedi: Bullismo). Talvolta, proprio grazie a queste caratteristiche, possono incorrere in atti criminali, intenzionali e non (vedi anche Sex Crime e Sex Offender).

Ritardo Mentale, Cos’è

Il termine “ritardo mentale”, secondo la letteratura scientifica, è stato sostituito da “disabilità intellettiva”, quest’ultimo largamente adottato e impiegato da parte di medici, psicologi, educatori e altri professionisti socio-sanitari che lavorano a contatto con persone affette da questa patologia.

Curiosità

Una legge federale degli Stati Uniti (Public Law 111 – 256, Rosa’s Law) sostituisce il termine ritardo mentale con il termine disabilità intellettiva

Nel contesto comune e non professionale, tuttavia, è rimasto identificativo della patologia, che adesso tratteremo nel dettaglio, il concetto di Ritardo Mentale. Pertanto, verrà utilizzato all’interno del seguente articolo come termine ricorrente che sposa il medesimo significato di quello che noi professionisti chiamiamo oramai disabilità intellettiva, come sopra accennato.

Il Ritardo Mentale è un disturbo con esordio nel periodo dello sviluppo che comprende deficit del funzionamento sia intellettivo sia adattivo negli ambiti concettuali, sociali e pratici.

Secondo il DSM-5 (Manuale di riferimento per i Disturbi Mentali), siamo davanti ad un caso di ritardo mentale se nella persona si riscontrano:

  • Deficit delle funzioni intellettive. Tra queste vi sono ad esempio ragionamento, problem solving, pianificazione, pensiero astratto, capacità decisionale e di giudizio (decision making), apprendimento scolastico e apprendimento esperienziale. Questi sintomi sono confermati sia da una valutazione clinica, sia da test di intelligenza individualizzati e standardizzati.
  • Deficit del funzionamento adattivo. Esso porta al mancato raggiungimento degli standard di sviluppo e socioculturali di autonomia e di responsabilità sociale. Senza un supporto costante, i deficit adattivi limitano il funzionamento in una o più attività della vita quotidiana come la comunicazione, la partecipazione sociale e la vita autonoma, attraverso molteplici ambienti quali casa, scuola, ambiente lavorativo e comunità.
  • Esordio dei deficit intellettivi e adattivi durante il periodo di sviluppo.

Diagnosi Differenziale

La diagnosi differenziale del Ritardo Mentale si può effettuare con:

  • I Disturbi Specifici Di Apprendimento: sono compromissioni specifiche della lettura (vedi anche: Dislessia), scrittura (disortografia e disgrafia) e calcolo, come avviene nella discalculia. Qui il funzionamento cognitivo globale è preservato, anzi, spesso nei DSA l’intelligenza è nella norma o persino al di sopra della norma. Nel ritardo mentale è invece compromesso il funzionamento cognitivo globale e l’intelligenza è mediamente al di sotto della norma (in base alla gravità).
  • I Disturbi della Comunicazione: è compromesso lo sviluppo di un’area specifica, quella del linguaggio. Tuttavia, manca una compromissione generalizzata dello sviluppo intellettivo e del funzionamento adattivo, che invece è presente nella disabilità intellettiva. Anche il mutismo selettivo è un quadro clinico differente dal ritardo cognitivo.

Vedi anche: Comunicazione Assertiva: Significato, Esempi, Esercizi e Training

  • La Demenza: alcuni casi di ritardo mentale esordiscono dopo un periodo di funzionamento normale e possono autorizzare una diagnosi aggiuntiva di Demenza, che richiede però anche la compromissione della memoria(vedi anche: memoria di lavoro) e la presenza di altri deficit cognitivi che costituiscono un declino significativo rispetto ad un precedente livello di funzionamento.

Vedi anche: Alzheimer: Cos’è, Sintomi, Cause e Stimolazione Cognitiva

Cause, Esordio e Decorso

Il Ritardo Mentale ha una prevalenza dell’1% su tutta la popolazione generale. Si è detto più volte che l’esordio è nel periodo di sviluppo, ma mentre un Ritardo Mentale grave può essere valutato ed emergere già all’età di 2 anni, un Ritardo Mentale lieve sarà valutabile solo in età scolare.

ritardo mentale scuola

L’esordio può essere improvviso, in seguito ad alcune malattie genetiche (accompagnate da alcune caratteristiche fisiche) oppure in seguito a malattie quali meningite o encefalite o, ancora, può manifestarsi successivamente. L’individuo, cioè, può perdere le abilità precedentemente acquisite, come nel caso di un trauma cranico.

Le possibili cause del Ritardo Mentale si dividono in:

  1. Fattori genetici e fisiologici: sindromi genetiche, problemi del metabolismo, malattie e condizioni materne particolari;
  2. Cause perinatali: eventi legati al parto e al travaglio (vedi anche: sesso in gravidanza e aborto);
  3. Cause postnatali: come ad esempio lesioni cerebrali traumatiche, infezioni, disturbi convulsivi.

Vedi anche:

Il Ritardo Mentale colpisce tutti gli individui di tutte le razze e culture, con una prevalenza maschile maggiore. Attenzione a non farne una questione di sessismo!

Dopo la prima infanzia il disturbo dura per tutta la vita, sebbene gravità e caratteristiche possono variare, grazie al supporto di terapie specifiche.

Ritardo Mentale, Classificazione

Sulla base del grado di compromissione del funzionamento della persona, è possibile individuare quattro livelli di gravità (lieve, moderato, grave ed estremo).  Ciascuno di questi livelli viene a comporsi di 3 ambiti rispetto ai quali si analizzano i sintomi.

  1. Ambito concettuale: comprende competenze linguistiche, abilità di lettura, scrittura, matematica, ragionamento, memoria e anche conoscenze generiche.
  2. Ambito sociale: riguarda la capacità empatica, il giudizio sociale e interpersonale, la capacità di comunicazione, la capacità di fare e mantenere amicizie e capacità similari.
  3. Ambito pratico: concerne la gestione di ambiti personali come il sapersi prendere cura di se stessi, la responsabilità sul lavoro, la gestione del denaro o le attività svolte nel tempo libero. Si include anche l’aspetto organizzativo della scuola e dei compiti di lavoro.
Curiosità

Al Ritardo Mentale possono essere associati altri disturbi che ne aggravano la manifestazione. Una comorbilità molto frequente è tra autismo e disabilità intellettiva, che determina condizioni cliniche di autismo a basso funzionamento.

Ritardo Mentale Lieve

a) Ambito concettuale: nei bambini in età prescolare possono esserci anomalie intellettuali forti e ne i bambini in età scolare anche disturbi di apprendimento. Negli adulti, invece, risultano deficitari il pensiero astratto, la funzione esecutiva e si osserva un problem solving più legato al concreto, rispetto ai coetanei.

b) Ambito sociale: possono presentarsi difficoltà a percepire stimoli sociali, il linguaggio è più concreto e il controllo delle emozioni può essere deficitario. In generale, si tratta di individui più immaturi rispetto ai coetanei.

c) Ambito pratico: Rispetto all’autonomia personale può avere lo stesso funzionamento dei coetanei, mentre può aver bisogno di sostegno nelle attività più complesse della vita quotidiana. Da adulto, in genere, ha bisogno di un supporto per apprendere e svolgere un’attività professionale e necessita di aiuto per formarsi una famiglia.

Ritardo Mentale Moderato

a) Ambito concettuale: in generale, nelle abilità concettuali risulta essere molto inferiore rispetto ai coetanei. Tutte le abilità possono svilupparsi, ma con estrema lentezza. A scuola, le possibilità di apprendere sono molto limitate e si arriva, in età adulta, ad un livello di apprendimento elementare.

b) Ambito sociale: in quest’ambito le differenze con i coetanei risultano molto evidenti. La comunicazione è meno complessa e la relazione è possibile con membri della famiglia e amici stretti, ma vi sono difficoltà a percepire in maniera adeguata gli stimoli sociali. In quest’ambito avrà bisogno di un sostegno per ottenere successo nella vita lavorativa.

c) Ambito pratico: in quest’ambito avrà bisogno di un lungo periodo di insegnamento e sostegno per svolgere attività complesse.

Ritardo Mentale Grave

a) Ambito concettuale: molto limitato.

b) Ambito sociale: anche le abilità sociali sono molto limitate; la comprensione è limitata a frasi semplici, così come l’eloquio.

c) Ambito pratico: l’individuo richiede un importante sostegno in tutte le attività pratiche, comprese quelle di autonomia personale, come lavarsi o vestirsi.

Ritardo Mentale Estremo

a) Ambito concettuale: molto limitato e difficoltà sensoriali e/o motorie possono compromettere l’uso funzionale di oggetti.

b) Ambito sociale: l’individuo può comprendere solo istruzioni e frasi molto semplici e si esprime principalmente con la comunicazione non verbale.

c) Ambito pratico: è dipendente dagli altri per qualsiasi aspetto della vita.

Ritardo Mentale, Valutazione

Il funzionamento intellettivo è di solito misurato con test di intelligenza psicometricamente validi, completi e culturalmente appropriati che vengono somministrati individualmente.

test intelligenza per ritardo mentale

Attualmente, i test di intelligenza più utilizzati dai clinici sono le Scale di Wechsler. Esistono, in particolare, tre diverse forme:

  • WPPSI per soggetti dai 3 ai 7 anni di età
  • WISC per soggetti dai 7 ai 16 anni
  • WAIS (Wechsler Adult Intelligence Scale) per soggetti dai 16 ai 70 anni.

Esse sono batterie di prove individuali, che indagano le diverse espressioni del funzionamento intellettuale, tarate in funzione dell’età cronologica.

Ritardo Mentale, Intervento

All’interno di questo paragrafo vedremo una panoramica generale dei cinque filoni di ricerca sul Ritardo Mentale che risultano particolarmente significativi e pratici per la messa a punto di strategie di intervento opportune.

Rinforzamento

È possibile aumentare la probabilità di emissione di risposte corrette se la risposta è seguita da una gratificazione. Allo stesso modo, si può diminuire la probabilità di risposte indesiderate se queste non vengono seguite da un “premio” (vedi anche: Token Economy). È quanto accade nell’apprendimento associativo, in cui si impara la relazione che intercorre tra due eventi.

rinforzo positivo

Queste procedure, nonostante la loro straordinaria efficacia, sono state talvolta sottoposte a critiche per il rischio che possano produrre apprendimenti molto meccanici o una forma di addestramento anziché di riabilitazione o di educazione propriamente detta.

Curiosità

A tali critiche si può rispondere che vi sono delle circostanze (tanto più frequenti quanto più grave è il ritardo) nelle quali l’insegnamento meccanico di abilità è il massimo intervento possibile e fattibile.

In ogni caso, lo psicologo attento agli aspetti relazionali del suo paziente e di chi gli sta intorno eviterà di servirsi di questo tipo di tecnica in modo rigido. Non siamo in un laboratorio! Lo psicologo adatterà la tecnica alle necessità del singolo e del suo ambiente.

Metacognizione

Su questo approccio si potrebbe fare una considerazione di segno opposto rispetto a quella formulata sulle metodiche comportamentali prima citate. La metacognizione è definita come la capacità di ragionare sui processi di pensiero. Secondo alcune ricerche, il funzionamento metacognitivo potrebbe favorire un miglioramento di molte prestazioni basilari in un soggetto con ritardo mentale, chiaramente in forma lieve.

Anche le abilità metacognitive possono essere insegnate e far parte di un programma terapeutico dedicato a persone con ritardo cognitivo. Relativamente alla percezione di sé, abilità di autoregolazione e problem solving, è possibile ricavare interessanti strategie di intervento.

Integrazione

Il terzo filone è quello della ricerca collocata a metà strada tra psicologia  e sociologia, che ha messo in luce, fin dagli anni Settanta, l’importanza dell’integrazione a discapito di ogni stereotipo e pregiudizio. Come è noto, per anni, le persone con ritardo mentale sono state isolate dal loro contesto naturale. Di volta in volta questo isolamento è stato giustificato da ragioni di protezione (del soggetto o della società) o, nei casi migliori, dalla necessità del disabile di ricevere tutte le cure specifiche necessarie. Ma, al di là delle giustificazioni, i risultati di questo isolamento dal gruppo sociale sono stati la diminuzione delle opportunità di apprendere abilità e abitudini di vita normali. A ciò si accompagnava l’aumento di probabilità di sviluppare comportamenti inadeguati e ulteriori manifestazioni psicopatologiche.

apprendimento cooperativo

Da questa premessa, si è dato spazio e voce a nuove necessità, specialmente da parte della scuola, di assumersi l’impegno dell’integrazione. In particolare, si punta oggi molto alle attività di apprendimento cooperativo. Si tratta di un’esperienza (compatibile con il livello di gravità della disabilità intellettiva) in cui si cerca di favorire l’abilità di mettersi in comunicazione con gli altri.

Autostima

Il quarto filone è rappresentato dai lavori sugli aspetti emotivi. È importante, infatti, tenere conto nella riabilitazione degli atteggiamenti, dello stile di attribuzione, dell’autostima e della capacità di valutare e controllare la propria ansia (vedi anche fobia e panico) e le proprie emozioni. Sempre più spesso, con il procedere della ricerca e delle esperienze cliniche, l’utilizzo delle strategie cognitivo-comportamentali è stato esteso anche ai problemi emotivi delle persone con ritardo mentale, che in passato tendevano ad essere messi in ombra a vantaggio del lavoro sulle funzioni cognitive. Nel caso della comunicazione di una diagnosi alla famiglia, come nel caso di disabilità infantile, conta molto il coinvolgimento e lo stile di comunicazione.

Nuove Tecnologie

Infine, non si può ad oggi riconoscere il contributo delle nuove tecnologie informatiche come strumento di aiuto per le persone con disabilità in generale e in particolare con ritardo mentale. Il computer, di fatti, si rivela sempre più spesso un alleato prezioso per la riabilitazione cognitiva e l’autonomia.

riabilitazione ritardo mentale pc

Le persone affette da Ritardo Mentale scarseggiano spesso di precisione, coordinazione e capacità di differenziazione motoria dei singoli distretti, per cui i gesti risultano goffi e semplificati. Questo ovviamente rappresenta un forte limite nell’utilizzo delle periferiche standard esistenti, come tastiera e mouse, motivo per cui sono state create svariate periferiche speciali, ognuna delle quali tiene conto di specifiche difficoltà.
In alternativa alle tastiere esistono le tastiere facilitate, dotate di tasti più grandi e distanziati, in numero ridotto, che non producono autoripetizione per pressioni prolungate e che sono divisi in colori diversi per numeri, consonanti, vocali, ecc…

Il Ritardo Mentale  può essere associato ad altri disordini ma è quello che determina l’organizzazione della personalità in senso deficitario, impedisca l’acquisizione di goal della vita normale quali il pensiero astratto la consapevolezza di sé, un vera autonomia

Pfanner Marcheshi, 2006 

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