Gestazione per altri, quante volte ne abbiamo sentito parlare negli ultimi giorni? Cosa è successo per destare tutto questo interesse? Riassumendo, il senato italiano ha approvato il 16 ottobre una legge che rafforza il divieto della gestazione per altri (gpa), o maternità surrogata, rendendola illegale anche all’estero.
Il testo era già stato approvato dalla camera dei deputati. Questa decisione ha sollevato moltissime polemiche. In questo breve articolo non vogliamo addentrarci in questioni politiche o religiose, ma più che altro analizzare l’aspetto psicologico e sociale della questione.
Qui potete leggere un articolo interessante anche sul tema dell’adozione
Cos’è la gestazione per altri?
Cos’è la gestazione per altri? La maternità surrogata (o GPA, gestazione per altri) è una tecnica di fecondazione assistita in cui una donna porta avanti una gravidanza per conto delle persone che poi diventeranno i genitori del bambino che nascerà, chiamati «genitori intenzionali». L’ovulo con cui viene concepito il bambino è di una donatrice o della futura madre, il seme può essere di un donatore o futuro padre.
Qui https://www.ilpost.it/2023/03/21/gestazione-per-altri-cosa-e-come-funziona/ potete trovare la risposta a tanti dei dubbi sulla questione e sulle modalità. In Italia come funziona? La GPA è vietata dalla legge 40 del 2004, la legge di riferimento per la fecondazione assistita approvata durante il secondo governo Berlusconi, tra le più restrittive d’Europa e contestata da tempo. A differenza di quanto si possa pensare, alla gestazione per altri ricorrono prevalentemente coppie eterosessuali rispetto a quelle omosessuali.
Fattori psicologici e GPA
Allontaniamoci dalla questione politica e religiosa, provando ad analizzare gli studi svolti per valutare i livelli di benessere psicologico e di stress correlati alla GPA. Cosa conta davvero? Il livello di tutela legislativa della madre gestante, del nuovo nato e dei genitori.
Nei Paesi dove i termini dell’accordo tra genitori intenzionali e gestante sono regolati dalla legge, la portatrice viene scelta sulla base di criteri medici e psicosociali, come richiesto dalla American Society for Reproductive Medicine e dalla European Society of Human Reproduction and Embryology.
Quali sono? Deve essere sana, di età compresa tra 21 e 45 anni, avere già portato a termine almeno una gravidanza fisiologica senza complicazioni, deve avere una relazione stabile che le garantisca supporto sociale ed emotivo e non deve trovarsi in ristrettezze economiche, che potrebbero condizionarla ad accettare il ruolo di portatrice per necessità.
Sia le potenziali gestanti che gli aspiranti genitori intenzionali vengono sottoposti a test psicologici per valutare la loro stabilità emotiva. Inoltre, in questi Paesi la legge tutela in ogni fase della gravidanza l’autonomia decisionale della gestante in merito al proprio stato di salute. Le scelte che riguardano la salute del bambino dopo la nascita riguardano, invece, ai genitori intenzionali.
Tutela e diritti nella maternità surrogata
Risultati molto diversi emergono in paesi dove questa pratica è stata gestita a lungo senza alcuna tutela. Ad esempio l’India, dove i diritti delle gestanti non sono mai stati rispettati. In un contesto culturale di forte stigma nei confronti della GPA, spesso le portatrici si sono trovate in condizioni di isolamento sociale e forte stress psicologico, costrette da condizioni di ristrettezza economica.
Non ci stupisce notare come la narrazione cambia a seconda del paese: negli stati degli USA in cui la pratica della gestazione per altri è stata resa legale, le donne che decidono di intraprendere questo percorso per aiutare coppie ad avere bambini sono considerate “angels make a living”. In America è comune che le coppie di genitori intenzionali decidano di intrattenere rapporti con la gestante anche dopo la nascita del bambino; l’ottica della Russia è completamente diversa invece. Si parla di GPA come “accordo commerciale”, un lavoro retribuito e nient’altro.
La domanda che sorge spontanea, analizzando studi comparativi che come quelli che riporteremo in calce, è la seguente: conta di più rendere illegale una pratica di questo tipo o creare leggi tutelanti per ridurre ed evitare gli abusi? Qui sotto qualche articolo recente in merito alla questione.
- Articolo del 2021, https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC8009022/
- Review sistematica del 2016, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26454266/
- Overview del 2022, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36580941/