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Psicologia e Dominio Cognitivo: Significato, Sviluppo e Funzionamento Lifetime

Indice

Cognitivo, ciò che afferisce alla nostra modalità e capacità di conoscere il mondo. Perché la Psicologia abbraccia questo dominio? Chiaramente la risposta a questa domanda la si rintraccia nello scopo primario della Psicologia intesa come Scienza. La Psicologia volge il suo interesse verso l’essere vivente e il suo rapporto con l’ambiente.

Partendo da questi presupposti, dunque, la Psicologia Cognitiva si occupa del binomio mente-cervello e di come il funzionamento cognitivo di un individuo possa essere letto in relazione al suo comportamento, nel suo ambiente di vita e nel suo campo di azione.

Perché si parla di funzionamento cognitivo e metacognizione? Come sviluppiamo il nostro sistema cognitivo che ci accompagna durante l’arco di vita?

Cerchiamo di affrontare l’argomento provando a dare spazio e risposta a questi interrogativi.

psicologia cognitiva: binomio mente-cervello e come si relaziona con il comportamento umano

Cognitivo, Significato

Il termine cognitivo deriva dal latino cognĭtus. Nella traduzione letterale, si utilizza per fare riferimento a tutto ciò che afferisce alla conoscenza. Il “cognitivo” riguarda quindi la nostra capacità di conoscere. Cosa accade dal punto di vista cognitivo quando ci scopriamo incoerenti nei pensieri e nelle nostre azioni? Per approfondire l’argomento puoi leggere anche l’articolo sulla dissonanza cognitiva.

In psicologia si parla di processi cognitivi che sono implicati nella conoscenza. Ad esempio memoria, attenzione, percezione, apprendimento, capacità di ragionamento (problem solving e decision making) compromessi nel ritardo mentale, ecc… Tali processi sono da intendersi in maniera funzionale: guidano il nostro comportamento e permettono di adattarci all’ambiente sviluppando buone strategie di coping per combattere lo stress.

Curiosità

Per aumentare la resilienza allo stress è utile praticare la Mindfulness. Scopri come! Mindfulness: Traduzione e Significato, Cervello, Pratica ed Esercizi, Terapia

Ma come giungiamo a funzionare cognitivamente? Cosa ci porta a godere e usufruire di un vero e proprio sistema cognitivo?

Nel panorama teorico della psicologia, un filone molto interessante si è dedicato proprio allo studio dello sviluppo cognitivo.

l'individuo e il suo funzionamento

Sviluppo Cognitivo

Lo sviluppo cognitivo consiste nella sequenza di cambiamenti che si verificano nelle capacità di processamento dell’informazione e di acquisizione di conoscenza attraverso l’esperienza. Si parte da un livello base, prodotto dell’interazione tra potenzialità genetiche e stimolazione ambientale. Si accede, poi, ad un livello superiore che include nuove operazioni mentali. Esse differiscono in modo quantitativo e qualitativo da quelle dei livelli precedenti.

funzionare in modo cognitivo

I principali studiosi dello sviluppo cognitivo sono stati Jean Piaget e Lev Vygotskij. Approfondiremo in questo articolo la prospettiva teorica del primo autore citato, che affonda le sue radici anche nel campo della pedagogia.

Piaget, Pillole di Teoria

Piaget, nell’elaborare la sua teoria sullo sviluppo cognitivo, parte da un presupposto fondamentale. Egli ritiene che la maturazione dell’organismo e del sistema nervoso siano condizioni necessarie per l’emergere di strutture cognitive sempre più evolute.

La comparsa di ciascun componente cognitivo segue degli stadi. Tali stadi sono corrispondenti a specifici intervalli di età e ad adeguate strutture cognitive.

Curiosità

Piaget è stato il fondatore negli anni Cinquanta una nuova disciplina: l’Epistemologia Genetica. In questo settore egli ha studiato le connessioni esistenti tra dotazione genetica e sviluppo cognitivo. Secondo l’autore, le tappe cognitive che caratterizzano lo sviluppo individuale (ontogenesi), rispecchiano le tappe seguite dallo sviluppo dell’intera umanità.

Gli studi di Piaget partirono dall’assunto di base che esistessero delle differenze tra le capacità di pensiero dei bambini e quelle degli adulti.

Lo sviluppo cognitivo avveniva attraverso due meccanismi di interazione tra il bambino e l’ambiente, ossia l’assimilazione e l’accomodamento.

Assimilazione

Attraverso il processo di assimilazione, il bambino interiorizza nuove informazioni e regole utili alla creazione di schemi mentali.

Cosa sono questi schemi? Si tratta di rappresentazioni di pensieri e azioni create dal bambino per dare senso ad aspetti della propria esperienza.

Esistono tre tipologie di schemi mentali:

  1. Comportamentali, riferiti ad azioni motorie.
  2. Simbolici, ossia immagini di oggetti esterni.
  3. Operativi, insieme di operazioni messe in atto per raggiungere un obiettivo. Ad esempio immaginiamo le addizioni numeriche.

processo di assimilazione attraverso schemi mentali

Accomodamento

Gli schemi mentali sopra descritti sono in seguito sottoposti al processo di accomodamento.

Cosa accade? Gli schemi mentali vengono modificati e plasmati in modo tale da poter essere adattati alle successive informazioni che verranno interiorizzate dal bambino. Il bambino, dunque, ricava dall’esperienza nuovi contenuti che include nelle categorie già possedute. Se invece non vi rientrano, ne crea di nuove.

processo di accomodamento

Concludendo potremmo affermare che assimilazione e accomodamento creino una sorta di schema circolare in cui le nuove informazioni sono assimilate e poi accomodate per integrare altre informazioni. Queste, a loro volta, verranno modificate e completate.

Procedendo in questo modo, il bambino diventa sempre più capace e competente.

Curiosità

Nel processo di apprendimento si verifica proprio questo processo: le informazioni in ingresso modificano gli schemi già precedentemente strutturati. Per migliorare il metodo di studio, leggi anche l’articolo dedicato.

Piaget, Stadi di Sviluppo Cognitivo

Secondo Piaget, lo sviluppo cognitivo avviene per stadi. Ha un carattere lineare e progressivo, in quanto procede da modalità di pensiero semplici e concrete a modalità gradualmente più complesse e astratte. Scopriamo insieme quali sono i famosi quattro stadi di sviluppo cognitivo del bambino, ipotizzati da Piaget. Si susseguono, di fatto 4 stadi:

  1. Senso-motorio (0-2 anni)
  2. Pre-operatorio (2-6 anni)
  3. Operatorio concreto (6-12 anni)
  4. Operatorio formale (da 12 anni).
Approfondimento

Se sei interessato allo sviluppo affettivo del bambino, guarda anche: Attaccamento, fasi e stili.

Stadio Cognitivo Senso-Motorio

Lo stadio senso-motorio si protrae dagli 0 ai 2 anni di età del bambino. I bambini utilizzano le capacità sensoriali e motorie per esplorare l’ambiente e comprenderlo.

Questo è il periodo in cui si sviluppa l’intelligenza, basata sulle esperienze motorie.

Si suddivide in 6 sottostadi.

  • Riflessi innati (dalla nascita a 1 mese di età). È la fase in cui il bambino si aspetta che la realtà intervenga per soddisfare i suoi bisogni primari. Si esprime attraverso reazioni innate, come il pianto, la suzione e i vocalizzi. L’esercizio frequente di questi riflessi, in risposta a stimoli provenienti dall’organismo o dall’ambiente, conduce all’instaurarsi di “abitudini”.
  • Reazioni circolari primarie (dai 2 ai 4 mesi di età,). Il comportamento del bambino non è più una semplice reazione alla realtà ma diventa intenzionale. Il bambino si scopre “agente”, scopre che una sua azione può determinare una conseguenza. Ad esempio, i movimenti degli occhi, della bocca o della mano che possono portare a risultati piacevoli per lui. Le azioni compiute sono centrate e rivolte rispetto al proprio corpo.
  • Reazioni circolari secondarie (dai 4 agli 8 mesi di età). Il bambino è ormai in grado di comprendere la sua capacità di agire sull’ambiente e inizia a spostare la propria attenzione su di esso. Ad esempio, il bimbo può manipolare oggetti in modo diretto e ottenere risultati interessanti nell’ambiente circostante.
  • Coordinazione di schemi secondari (dagli 8 ai 12 mesi). Il bambino diventa in grado di creare delle sequenze di azioni coordinate che gli permettono di raggiungere un obiettivo. In questa fase, si procede attraverso prove ed errori. Immaginiamo un bimbo che voglia nascondere un oggetto sotto il proprio cuscino.

oggetto sotto un cuscino: esempio di sviluppo cognitivo

Per prima cosa solleva il cuscino in modo intenzionale, poi dispone l’oggetto e infine lo        copre posandovi il cuscino sopra.

Dopo il primo anno di età

  • Reazioni circolari terziarie (dai 12 ai 18 mesi). Il bambino inizia a variare le modalità di raggiungere uno scopo. Come? Comincia a risolvere i problemi sperimentando in modo attivo e non più casuale. Adatta le sequenze d’azione avviate se non risultano efficaci.
  • Invenzione di mezzi nuovi mediante combinazione mentale(dai 18 ai 24 mesi). Il bambino impara ad integrare alle azioni manifeste le rappresentazioni mentali. Cosa significa? Ad esempio tenta di combinare uno schema motorio ad uno schema rappresentativo. Usa simboli mentali per rappresentare oggetti e guidare i suoi comportamenti.
Curiosità

Insomma, potremmo dire che in questa fase si passa dalla scoperta all’invenzione!

Stadio Cognitivo Pre-Operatorio

Il passaggio dallo stadio senso-motorio allo stadio pre-operatorio (2-6 anni), è sancito dall’acquisizione delle rappresentazioni simboliche.

Come avviene tutto ciò? Attraverso tre indici, ciascuno cognitivo o comportamentale.

  • L’imitazione differita, cioè l’esecuzione di un comportamento che il bambino ha osservato in precedenza e che viene messo in atto a distanza di tempo.
  • Il gioco simbolico, che consiste nell’utilizzo creativo di oggetti comuni, i quali durante il gioco assumono funzioni diverse da quelle proprie dell’oggetto.
  • Il linguaggio, infine, diventa uno strumento costituito da simboli che servono ad identificare la realtà ed il suo contenuto.

In questa fase, inoltre, il bambino mette in atto il pensiero egocentrico. Egli riesce a focalizzarsi solo su stimoli singoli, i quali risentono della sua prospettiva.

Le Tre Montagne

L’esperimento delle tre montagne dimostra come il bambino riesca a concepire solamente il suo punto di vista. In questo esperimento al bambino viene mostrato un plastico con tre montagne che differivano l’una dall’altra per alcune caratteristiche (ad esempio la presenza di neve sulla cima). All’interno del plastico veniva posizionata una bambola. Successivamente venivano mostrate al bambino tre illustrazioni del plastico secondo diverse angolature e gli veniva chiesto quale fosse l’immagine che rappresentava ciò che vedeva la bambola. Le risposte a questa domanda dimostravano che i bambini sottoposti all’esperimento non erano in grado di concettualizzare la prospettiva della bambola e riferivano che quest’ultima vedesse quello che avevano visto loro, secondo la loro prospettiva.

Per i più curiosi e interessati, di seguito il link di una versione sperimentale molto simile condotta in tempi più recenti:

Animismo

In questo stadio cognitivo pre-operatorio, il pensiero del bambino è caratterizzato da un forte animismo. In che senso?

È come se alla base del suo modo di pensare ci fossero delle relazioni magiche tra gli eventi. Non vi è alcuna distanza tra la realtà e la fantasia! Anzi, si mescolano dando vita ad una serie di credenze sulla realtà che sono fortemente influenzate da motivazioni magiche e irreali.

pensiero magico e sviluppo cognitivo

Inoltre, in questa fase dello sviluppo cognitivo, Piaget ipotizza che il bambino metta in atto un pensiero unidirezionale ed irreversibile. In che modo?

Vengono colti solo gli elementi più salienti della realtà, come le caratteristiche materiali, la grandezza e l’altezza. Sono ignorati tutti gli aspetti logici! Immaginiamo un bambino che tenda ad attribuire un’età a una persona in base a quanto è alta.

Questa rigidità ostacola la comprensione di una proprietà fondamentale degli oggetti: la conservazione. Quindi il fatto che le proprietà fisiche di un oggetto, come la quantità, rimangono stabili anche se l’oggetto cambia forma. Piaget dimostrò questa affermazione con diversi esperimenti.

Curiosità

In uno molto noto, i bambini prendendo una quantità di plastilina e dandole prima una forma spessa e corta e poi una forma sottile e lunga. Domandando ad alcuni bambini quale delle due forme richiedesse più plastilina, essi si facevano influenzare dalla lunghezza non capendo che si trattasse della stessa quantità.

Stadio Cognitivo Operatorio Concreto

Segue lo stadio operatorio concreto (6-12 anni). In questa fase il pensiero diventa reversibile, poiché il bambino entra in contatto con nuove situazioni e nuove richieste ambientali durante gli anni scolastici delle elementari. Ad ogni azione ne corrisponde una inversa. Il bambino diviene in grado di compiere azioni logiche. Ad esempio:

  • La classificazione, ovvero la capacità di creare delle categorie di informazioni:
  • La seriazione, ovvero la capacità di ordinare e di elencare le informazioni;
  • L’inferenza transitiva, ossia la capacità di comprendere le relazioni tra più elementi.

Si tratta di una modalità molto simile al processo di formazione dello stereotipo.

Curiosità

Con l’ingresso alla scuola elementare il bambino può manifestare i primi segnali di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA). Scopri quali sono i sintomi della dislessia: Dislessia: Dislessia: Cos’è, Sintomi, Cause, Come Si Certifica e Aiuto.

logica e sviluppo cognitivo

Stadio Cognitivo Operatorio Formale

Infine, vi è lo stadio operatorio formale (dai 12 anni in poi), in cui lo sviluppo cognitivo è caratterizzato dalla capacità di astrazione. Il pensiero è ipotetico-deduttivo.

L’adolescente è in grado di pensare per ipotesi, riflettendo sui nessi causa-effetto. Riesce a considerare simultaneamente diversi aspetti di una situazione, concepire possibilità, ragionare in modo complesso mediante principi e leggi generali.

Vedi anche: Identità e Adolescenza

Il Pendolo

Famoso è l’esperimento del pendolo. Veniva presentato ai ragazzini un pendolo, formato da una corda e un solido. Il compito è determinare quali fattori determinano la frequenza delle oscillazioni. Chiaramente variando a piacere la lunghezza della corda, il peso del solido, l’ampiezza di oscillazione, la spinta data al peso, ecc… Diciamo lavorando su tutte le combinazioni possibili in maniera logica. Così facendo, i protagonisti dell’esperimento sono riusciti a comprendere che la frequenza del pendolo dipende dalla lunghezza della corda.

Per un approfondimento rispetto all’esperimento, ecco un video interessante.

Stadi di Sviluppo Cognitivo, Critica

Il modello di sviluppo cognitivo delineato da Piaget è storicamente un pilastro della Psicologia dello Sviluppo. Tuttavia, non sono state risparmiate critiche importanti.

Principalmente si ritiene che isoli il bambino dal suo ambiente, trascurando i condizionamenti e gli stimoli che riceve e che possono incidere sui tempi e le modalità di sviluppo.

Inoltre, sono state tralasciate le dimensioni affettive e motivazionali dello sviluppo. Molti bambini potrebbero aver fallito nei compiti proposti da Piaget non perché non possedessero determinate strutture cognitive, ma perché la tipologia del compito risultava per loro troppo astratta e poco coinvolgente.

Curiosità

Non dimentichiamoci che lo sviluppo della mente del bambino è fortemente influenzato dal contesto ambientale, dalla cultura di appartenenza e dall’influenza sociale.

Funzionamento Cognitivo Lifetime

Abbiamo, fino a questo momento, dato una lettura al modo in cui il sistema cognitivo possa svilupparsi durante le prima tappe di vita di ciascuno di noi, nella prospettiva di Piaget.

Aggiungiamo un altro piccolo tassello. È essenziale ribadire che il nostro funzionamento cognitivo non si limita a “giovani traguardi” dal punto di vista anagrafico. Anche durante la terza età, ad esempio, le abilità cognitive acquisite e sviluppate possono essere potenziate, rinvigorite e allenate. Questo approccio costantemente “operativo” rispetto al dominio cognitivo è volto a prevenire l’insorgenza di patologie neurodegenerative quali la demenza e più specificatamente la malattia di alzheimer.

Inoltre, mantenere un certo vigore del proprio dominio cognitivo può favorire la capacità di recupero in casi di patologie neuropsicologiche. Ad esempio, quando un ictus ha compromesso la capacità di linguaggio di una persona, portando alla manifestazione di un quadro di afasia.

funzionamento cognitivo lifetime

È importante, quindi, avere uno sguardo ampio e una visione globale del nostro patrimonio cognitivo! Perché? Ciascun processo cognitivo risulta saliente e necessario nella nostra vita. Proviamo a riflettere su un esempio molto pratico.

Esempio Cognitivo

Immaginiamo di dover compiere un’azione basilare, frequente e quotidiana come “rispondere al telefono“. Si tratta di un compito in apparenza banale e quasi automatico da portare a termine. In realtà, il rispondere ad una chiamata ricevuta sul nostro smartphone coinvolge numerose abilità cognitive.

rispondere al telefono e abilità cognitive

Prima di tutto dobbiamo percepire lo squillo del telefono, poi porre un’attenzione selettiva e focalizzata rispetto alla suoneria del nostro cellulare. Dobbiamo isolarla e differenziarla da tutti gli altri rumori di sottofondo presenti. Ma non finisce qui!

In base a chi ci chiama dobbiamo prendere una decisione: è il mio fidanzato con cui ho appena litigato. Gli rispondo oppure attacco la chiamata perché non se lo merita?

E qualora decidessi di rispondergli, dovrei fare uso di un bagaglio cognitivo ulteriore. Le mie capacità motorie (afferro il telefono ed eseguo un click per attivare la risposta), le mie abilità linguistiche (devo parlare e capire cosa mi viene detto), le mie facoltà sociali (interpreto il tono di voce dell’altro e interagisco con lui in modo appropriato).

Funzionamento Cognitivo e Psicologia Clinica

Gli psicologi che hanno come riferimento il paradigma cognitivo ritengono che le persone strutturino e diano senso attivamente agli stimoli ambientali.

In che modo? Interpretando ogni nuovo stimolo alla luce delle acquisizioni del passato, organizzate in una rete di schemi cognitivi gerarchicamente organizzati e riorganizzabili alla luce di nuove acquisizioni. Così come avviene in disturbi psichiatrici clinici quali fobia e depressione.

Curiosità

L’assunto di base per la psicologia clinica è che i disturbi psicologici siano conseguenza di schemi cognitivi irrazionali o comunque rigidi e incoerenti rispetto alle esigenze e agli scopi della persona.

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