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DSA o Disturbi Specifici di Apprendimento. Se ne parla ad ampio raggio, soprattutto nel contesto scolastico. Ma quanto davvero si è a conoscenza delle caratteristiche di questi disturbi?
I DSA mostrano una prevalenza oscillante tra il 2,5 e il 3,5% della popolazione in età evolutiva per la lingua italiana, dato confermato dai primi risultati di una ricerca epidemiologica tutt’ora in corso sul territorio nazionale. Di fatto, anche se ancora non esiste uno specifico osservatorio epidemiologico nazionale, le informazioni che provengono dai Servizi di Neuropsichiatria Infantile indicano che i DSA rappresentano quasi il 30% degli utenti di questi servizi in età scolare e il 50% circa degli individui che effettuano un intervento riabilitativo.
Perché è importante fare informazione sui DSA? Cosa ci spinge a dedicare un articolo rispetto a questo argomento?
I DSA sono attualmente sottodiagnosticati, riconosciuti tardivamente o confusi con altri disturbi. Spesso questi aspetti sono fonte di ansia all’interno del nucleo familiare, che può anche dare segni di altri disturbi (vedi insonnia). Inoltre, i DSA hanno un importante impatto a livello individuale. L’autostima spesso ne viene toccata, ma non solo! Pensiamo ad esempio al prematuro abbandono scolastico nel corso della scuola secondaria di secondo grado per la perdita della motivazione allo studio o per uno scarso senso di autoefficacia. Hanno anche un peso determinante a livello sociale, se immaginiamo quanto si riducano le potenzialità sociali e lavorative delle persone con questo tipo di disturbi.
DSA, Significato
Il termine siglato “DSA” sottende e indica quella categoria di disturbi del neurosviluppo (in cui rientrano anche autismo e ADHD) comunemente noti come i “Disturbi Specifici dell’Apprendimento”. Dunque, si tratta di problematiche, come vedremo a breve, afferenti principalmente al settore cognitivo.
Con la Legge n. 170, 8 ottobre 2010 nel panorama clinico sono state stilate nuove norme in materia di Disturbi Specifici di Apprendimento.
“La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati “DSA”, che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana.”
Si tratta di disturbi che afferiscono alla dimensione del linguaggio scritto e del calcolo.
Per saperne di più sui disturbi del linguaggio, vedi anche Afasia: Significato, Fluente e Non Fluente, Cause, Test e Riabilitazione.
DSA, Caratteristiche
I DSA hanno tre caratteristiche ben note, che la figura professionale specialistica valuta in maniera opportuna.
- Innato. Il DSA è una condizione neurobiologica, non dovuto da altre condizioni come scarsa qualità dell’insegnamento, difficoltà emotive o problemi a livello ambientale o familiare.
- Persistente. Nel percorso di sviluppo del bambino le problematiche del disturbo relative a lettura, scrittura e calcolo persistono nel tempo.
- Resistente. Pur essendo evidente l’utilità delle attività di potenziamento educativo, e l’ attuazione di strategie di apprendimento diverse, le problematiche di apprendimento non si “risolvono”. Si può, al contrario, gestirle in maniera adeguata.
Differenza tra Difficoltà di Apprendimento e DSA
Poniamo attenzione su una questione molto delicata. Spesso si tende a fare confusione tra una Difficoltà di Apprendimento ed un Disturbo di Apprendimento. Questa mancata chiarezza per chi non è del settore, può comportare numerosi errori e danni a carico del bambino coinvolto. Ad esempio, si rischierebbe di sottovalutare un DSA come un “problema che passa”. Altrettanto, si potrebbe amplificare una semplice difficoltà nell’apprendimento del bambino, creando un falso allarme!
Senza ombra di dubbio, occorre l’intervento di una figura psicologica specialistica che possa operare un’accurata diagnosi e pianificare un percorso di intervento.
Anche nel caso della comunicazione di una diagnosi alla famiglia, come nel caso di DSA disabilità infantile, conta l’empatia e lo stile di comunicazione.
Difficoltà di Apprendimento
La rilevazione delle potenziali difficoltà di apprendimento può iniziare durante l’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia, attraverso questionari osservativi compilati dagli insegnanti. Essi possono rappresentare strumenti altamente predittivi rispetto alla possibilità di un successivo sviluppo di queste difficoltà.
Esistono alcuni fattori molto comuni che determinano la comparsa di difficoltà di apprendimento nei bambini.
- Ambiente socioculturale svantaggiato
- Scarsa qualità dell’insegnamento scolastico
- Clima famigliare non sereno
- Fattori emotivo-motivazionali del bambino
La difficoltà di apprendimento è, dunque, una condizione non patologica e non innata, che non soddisfa i criteri clinici per il Disturbo, modificabile con adeguati interventi mirati.
Molti degli errori commessi dai bambini con DSA sono comuni anche ad altri bambini che, tuttavia, non hanno un DSA.
DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento)
La Consensus Conference (CC, Disturbi specifici dell’apprendimento, ISS 2011) stabilisce che il DSA può essere riconosciuto tale solo all’ingresso nella scuola primaria. Precisamente, al termine della classe seconda per la letto-scrittura e della classe terza per la discalculia. Proprio perché il bambino viene esposto all’insegnamento di lettura, calcolo e scrittura sistematico.
Il termine “disturbo” sta a significare che il deficit ha un’origine neurobiologica. Tale origine è alla base del diverso funzionamento cognitivo e del diverso modo di apprendere di questi bambini. Non si tratta, quindi, di disturbi dovuti a fattori ambientali come la mancata/scarsa istruzione, difficoltà emotive o problemi a livello ambientale o familiare.
Il fatto che il disturbo sia innato, inoltre, fa si che la prestazione sia resistente al cambiamento.
I bambini con DSA, diversamente da quelli con semplice difficoltà di apprendimento, anche se trattati in modo individualizzato, tendono ad avere prestazioni al di sotto di quanto previsto per classe e per età (Tressoldi, Vio, 2008).
DSA, Diagnosi
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento si manifestano spesso associati. In ragione di ciò, l’ultima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) racchiude tali disturbi all’interno di un’unica grande categoria: “Disturbo Specifico dell’Apprendimento”.
In generale, esso consiste in difficoltà legate all’apprendimento e relative all’uso di abilità scolastiche. Ai fini diagnostici, i sintomi devono persistere per almeno 6 mesi, nonostante interventi mirati sulle difficoltà.
Le abilità scolastiche colpite sono molto al di sotto di quelle attese per:
- Età cronologica.
- Livello intellettivo del soggetto nella norma. Non siamo in presenza di Ritardo Mentale.
- Grado di istruzione ricevuto.
Inoltre, le difficoltà iniziano durante gli anni scolastici ma possono non manifestarsi pienamente. Fino a quando? Fino al momento in cui la richiesta di tali capacità scolastiche colpite non superi le limitate capacità di risposta dell’individuo.
Il DSM-5 prevede dei criteri di specificazione dei sintomi per le singole abilità compromesse: lettura, espressione scritta, calcolo. In seguito, sarà importante inquadrare la gravità attuale (lieve, moderata, grave) del disturbo.
Dislessia, Disturbo della Lettura
Si parla di Dislessia quando il livello raggiunto nella lettura, misurato ai test standardizzati somministrati individualmente sulla precisione e/o sulla velocità, è sostanzialmente al di sotto dei tre criteri sopra citati.
La Dislessia evolutiva, intesa come disturbo del neurosviluppo, si differenzia dal punto di vista eziologico dalla dislessia da neglect.
Sono state sperimentate tecniche di gamification per aumentare la motivazione nei ragazzi dislessici.
Disgrafia-Disortografia, Disturbo dell’espressione Scritta
Il Disturbo dell’espressione scritta può essere distinto in due componenti. Una di natura linguistica, legata a deficit dei processi di cifratura (disortografia) e una di natura motoria, con deficit nei processi di realizzazione grafica (disgrafia) e ipoteticamente legati alla capacità di percezione.
La Disortografia consiste in un disordine di codifica del testo scritto. Risale ad un deficit di funzionamento delle componenti centrali del processo di scrittura, responsabili della transcodifica del linguaggio orale nel linguaggio scritto. Dunque, un bambino disortografico avrà difficoltà nella trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto: nell’applicare le regole di conversione dal suono alla parola scritta.
Quindi, la problematica sarà anche riconoscere i suoni che compongono la parola e individuare le regolarità o irregolarità ortografiche. Rintracciare il corretto ordine con cui le singole lettere si distribuiscono per comporre le parole.
La Disgrafia, invece, è un disordine delle componenti periferiche, cioè esecutivo-motorie. Prescinde dalle variabili linguistiche come il lessico, la grammatica, la sintassi, l’ortografia. Quali possono essere alcune difficoltà incontrate da un bambino disgrafico? Ad esempio: irregolare pressione esercitata sul foglio, tendenza alla macro o micrografia, errori nella spazialità, discontinuità nel gesto errori direzionalità. Si può riscontrare anche un’ inesatta legatura e distanza tra le parole, difficoltà a mantenere il ritmo nella scrittura e così via.
Discalculia, Disturbo del Calcolo
La Discalculia è una disturbo che interessa l’area dell’apprendimento specifica per la matematica. Anzi, più precisamente, per l’aritmetica. Le principali problematiche sono relative alla capacità di elaborare i calcoli di base, ad esempio addizioni e sottrazioni. In aggiunta, si riscontra anche un deficit nell’esecuzioni di calcoli a mente, in maniera sciolta e fluente.
Una delle numerose teorie sulle cause della Discalculia vede alla base di questo disturbo un deficit di Memoria di Lavoro (MdL).
Un cattivo funzionamento di MdL potrebbe interferire con la costruzione della rete di conoscenze numeriche e causare difficoltà nel mantenere attive in MdL il significato del numero. Comporta anche ripetuti errori procedurali.
DSA, Diagnosi e Servizi
Secondo l’Art. 3 della Legge 170/2010, “la diagnosi dei DSA è effettuata nell’ambito dei trattamenti specialistici già assicurati dal Servizio Sanitario Nazionale. Le regioni nel cui territorio non sia possibile effettuare la diagnosi nell’ambito dei trattamenti specialistici erogati dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) possono prevedere, nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, che la medesima diagnosi sia effettuata da specialisti o strutture accreditate”.
DSA, Chi fa Cosa?
È rilevante, ai fini diagnostici, il contributo di più figure professionali e istituzioni. Ciò avviene a seconda del ruolo rivestito nei diversi momenti dello sviluppo dell’apprendimento e delle espressioni sintomatiche con cui il disturbo può rendersi evidente.
Vediamo quali sono i professionisti che hanno un ruolo rilevante.
• Il pediatra tiene conto degli indicatori di rischio alla luce dei dati anamnestici. Accoglie i segnali di difficoltà scolastiche significative riportate dalla famiglia e la indirizza agli approfondimenti specialistici.
• Gli insegnanti, opportunamente formati, possono individuare gli alunni con persistenti difficoltà negli apprendimenti e segnalarle alle famiglie. Così, le famiglie potranno essere indirizzate ai servizi sanitari per gli appropriati accertamenti, nonché avviare gli opportuni interventi didattici.
• I servizi specialistici per l’età evolutiva, per esempio i Servizi di Neuropsichiatria Infantile. Tali servizi sono attivati per la valutazione e la diagnosi dei casi che pervengono a consultazione. Inoltre, predispongono un’adeguata presa in carico per i soggetti per cui è confermato il quadro clinico di DSA. Il potenziamento cognitivo, in alcuni casi, può essere un valido alleato.
DSA, Scuola
I bambini/ragazzi con DSA giungono all’osservazione clinica proprio su indicazione degli insegnanti, che rintracciano uno scarso rendimento nelle discipline scolastiche. La comunicazione tra l’istituzione scolastica e la famiglia, dunque, è il motore capace di dare una spinta verso un percorso clinico-diagnostico in ambito psicologico. Cosa accade a seguito di un’ipotetica diagnosi DSA?
La Legge 170/2010 in materia DSA richiama le istituzioni scolastiche all’obbligo di garantire l’introduzione di alcune “alternative” nella didattica scolastica quotidiana e nel metodo di studio personale (vedi anche: Metacognizione).
- Strumenti compensativi, ossia mezzi di apprendimento alternativi e tecnologie informatiche di ausilio. Nel rapporto tra Internet e ragazzi, la DAD ha imposto strumenti di apprendimento che favorissero l’inclusione.
- Misure dispensative, che appunto sollevano dall’adempiere ad alcune prestazioni non essenziali. La finalità è preservare la qualità dei concetti da apprendere.
In entrambi i casi, le strategie di apprendimento devono necessariamente essere affiancate da un sostegno emotivo del ragazzo. Solo in questo modo è possibile rinforzarne il senso di autoefficacia e l’autostima, stimolando la motivazione e l’impegno nelle attività scolastiche. Un metodo largamente utilizzato è, ad esempio, quello della Token Economy.
Strumenti Compensativi
Gli strumenti compensativi, quindi, permettono di compensare le difficoltà di esecuzione di compiti automatici derivanti da una disabilità specifica. Il soggetto viene messo in condizioni di operare più agevolmente.
Tra gli strumenti compensativi, si distinguono due sottocategorie.
La prima è quella degli strumenti compensativi specifici, che vicariano o ausiliano in modo diretto e specifico una delle abilità, lettura, ortografia, grafia, numero e/calcolo.
- Sintesi vocale, con cui il bambino riesce a leggere
- Calcolatrice, con cui il bambino riesce a fare i calcoli
- Correttore ortografico e tastiera, con i quali il bambino scrive testi chiari e corretti
La seconda categoria è quella degli strumenti compensativi non specifici o funzionali, ad esempio della memoria procedurale o di altre abilità.
- Tavola pitagorica
- Promemoria dei verbi
- Sequenza dei giorni, mesi, ecc…
In generale, la scrittura di per sé è uno strumento compensativo. Uno dei suoi scopi principali è il potenziamento della memoria (es. liste della spesa, appunti, promemoria).
Misure Dispensative
Le misure dispensative evitano al soggetto di cimentarsi in forme di attività destinate al sicuro fallimento, a causa di una disturbo specifico legato all’apprendimento. Chiaramente, ciò si verifica indipendentemente dall’impegno del soggetto. Vediamo quali sono le misure dispensative principali a cui poter fare riferimento nel settore scolastico.
- Non leggere a voce alta. Riduce il disagio di fronte ai compagni
- Evitare di scrivere veloce sotto dettatura.
- Non usare il vocabolario.
- Sollevare dallo studiare in modo mnemonico le tabelline.
- Non studiare le lingue straniere in forma scritta.
- Concedere tempi più lunghi per le prove scritte. Permette la riduzione degli errori e una maggiore attenzione ai contenuti (30% di tempo in più).
- Garantire tempi più lunghi per lo studio e per le interrogazioni programmate. Riduce il carico giornaliero di contenuti, permettendo un migliore apprendimento.
- Assegnare i compiti a casa in misura adeguata.
- Dare la possibilità di utilizzare i testi adattati, non per contenuto, ma per quantità di pagine e caratteristiche del testo. Riduce l’interferenza degli aspetti linguistici e dell’affaticamento.
L’adozione delle dispense deve essere sempre valutata sulla base dell’effettiva incidenza del disturbo sulle prestazioni richieste.
DSA, Riabilitazione
In ambito prettamente clinico, lo Psicologo-Neuropsicologo esperto in DSA e l’équipe multidisciplinare devono decidere e programmare un trattamento riabilitativo. Così da poter suggerire gli strumenti compensativi più adeguati per il Disturbo Specifico di Lettura, Scrittura, Calcolo. Migliorare questo aspetto dell’apprendimento è tra gli obiettivi del metodo ABA.
Cos’è la Riabilitazione?
Generalmente, si tratta di un processo di soluzione dei problemi e di educazione, nel corso del quale si porta una persona a raggiungere il miglior livello di vita possibile. Quest’obiettivo si tende a realizzarlo sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, con la minor restrizione possibile delle scelte operative.
Per quanto concerne i DSA, il trattamento di riabilitazione condotto da uno specialista della rieducazione (neuropsicologo o logopedista) presenta obiettivi, tempi e modalità ben definiti. L’efficacia del trattamento riabilitativo è legata alla precocità, all’intensità e alla frequenza degli interventi per i quali il professionista può avvalersi della collaborazione di famiglia e scuola.
Importanza dell’Intervento
La presa in carico riabilitativa non si esaurisce con un intervento diretto. Occorre prevedere una sinergia di gruppo fra delle varie figure che partecipano ai diversi livelli del processo educativo per favorire la generalizzazione delle competenze maturate in ambito terapeutico (scuola e compiti a casa).
È fondamentale sottolineare che il contenuto della riabilitazione si differenzia dalla didattica scolastica “speciale” per metodi e modalità. Oltre ad essere chiaramente guidato da modelli neuropsicologici, cognitivi e linguistici.
Sono in aumento le prove scientifiche sull’efficacia della presa in carico e degli interventi riabilitativi nella riduzione dell’entità del disturbo e/o nel rendimento scolastico. Quest’ultimo viene considerato come una misura del funzionamento adattivo in età evolutiva, nonché nella prognosi complessiva (psichiatrica e sociale) a lungo termine.
La precocità e la tempestività degli interventi appaiono sempre più spesso in letteratura tra i fattori prognostici positivi.
Ricordiamoci che è essenziale individuare obiettivi realisticamente raggiungibili! Infine, non bisogna perdere di vista l’aspetto etico del professionista impegnato nel trattamento dei DSA (e in generale per qualsiasi disturbo):
agire in scienza e coscienza!