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Dislessia: Cos’è, Sintomi, Cause, Come Si Certifica e Aiuto

Indice

Dislessia, si tratta del disturbo di apprendimento più conosciuto e diffuso in Italia. Si stima che circa il 2,1% degli studenti frequentanti le scuole dell’obbligo abbia una certificazione DSA specifica a riguardo (MIUR, 2019). Il numero dei casi è in crescita, anno dopo anno, e coinvolge sempre più famiglie e insegnanti.

È un fenomeno talmente recente che la sua conoscenza cresce di pari passo alle attuali scoperte neurobiologiche. Ecco perché la dislessia, argomento così delicato e complesso, richiama un tale interesse. Ma cosa si intende con il termine “dislessia”? Cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento?

problemi di lettura?

Prima di esplorare l’argomento, occorre fare una precisazione. I Disturbi Specifici dell’Apprendimento, anche se definiti “disturbi” non sono considerati forme psicopatologiche. Le persone con DSA hanno semplicemente dei modi alternativi di apprendere. Occorre perciò rivoluzionare le tradizionali tecniche di insegnamento, per dare spazio ad un’istruzione più creativa e condivisibile.

Curiosità

Il MIUR ha dichiarato che nello scorso anno accademico il numero complessivo di certificazioni DSA è stato di 279.109, di cui 177 mila per la dislessia. Le regioni che registrano il più alto numero di certificazioni sono quelle a nord-ovest del Paese.

Dislessia, Cos’è

Per capire che cos’è la dislessia, occorre fare un passo indietro per iniziare a comprendere cosa intendiamo con “Disturbi Specifici dell’Apprendimento”.

Questa categoria diagnostica nasce nel 2010 con la legge n° 170, che inquadra la dislessia nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), insieme a disgrafia, disortografia e discalculia. Poiché questi disturbi si presentano spesso insieme, nell’ultima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM 5) sono stati riuniti in un solo Disturbo Specifico dell’Apprendimento, che prevede dei criteri di specificazione per le singole aree deficitarie.

Come suggerisce infatti il nome, i DSA interessano in modo specifico le abilità strumentali, ovvero la lettura, la scrittura e il calcolo. Tutte altre aree cognitive sono mantenute e, anzi, le persone con DSA tendono spesso ad avere un’intelligenza superiore alla media.

La dislessia è il disturbo di apprendimento specifico per la lettura. Si manifesta con una lettura lenta e poco fluida, interrotta da frequenti errori fonologici e di comprensione semantica. Ciò si verifica a causa di difficoltà nel riconoscimento delle parole e nella mancanza di una lettura automatizzata, che procede “lettera per lettera”.

Questo tipo di dislessia è definita “dislessia evolutiva”, per distinguerla dalla dislessia da neglect, causata da lesioni cerebrali.

Curiosità

Anche nel caso della comunicazione di una diagnosi alla famiglia, come nel caso di DSA e disabilità infantile, conta lo stile di comunicazione.

Diagnosi

Secondo il DSM 5, una persona è dislessica quando presenta difficoltà di apprendimento e di uso delle abilità legate alla lettura, come lo spelling, la comprensione del significato dei brani e l’espressione scritta. In altre parole, la lettura deve essere compromessa a causa di:

  • Poca accuratezza nella lettura delle parole
  • Lentezza
  • Poca fluidità
  • Scarsa comprensione del testo.

Tali difficoltà devono essere inferiori a quelle attese rispetto all’età ed interferire con il funzionamento scolastico e quotidiano della persona. Inoltre, non ci devono essere deficit sensoriali o disabilità intellettive (ritardo mentale).DIslessia è difficoltà di lettura

Dislessia, Sintomi

La dislessia si manifesta nel momento in cui la scuola chiede all’alunno di utilizzare delle abilità che ancora non ha sviluppato ad un livello adeguato. E’ possibile che genitori e insegnanti non si accorgano subito della presenza della dislessia, in quanto è normale all’inizio del percorso scolastico sperimentare le prime fatiche  legate all’apprendimento. Tutto ciò che è nuovo richiede una forma di adattamento e l’ingresso nell’ambiente scolastico non è da meno.

Solitamente ci si accorge delle difficoltà di lettura verso la terza elementare, ma è possibile che queste passino inosservate per anni prima di essere individuate. Questo accade perché le altre competenze cognitive, che abbiamo detto prima essere intatte, intervengono per compensare le abilità più carenti. Oppure, in situazioni meno fortunate, capita che reali difficoltà vengano scambiate per semplice pigrizia e scarsa motivazione allo studio.

Come fare quindi a riconoscere la dislessia? Si può differenziare da una comune difficoltà di adattamento al contesto scolastico?

Curiosità

Nel rapporto tra Internet e ragazzi, la DAD ha imposto una maggiore attenzione a strumenti di apprendimento inclusivi.

Come si Manifesta?

La dislessia manda dei segnali chiari e facilmente individuabili, se solo si presta attenzione. Molte delle difficoltà presentate da bambini con dislessia sono causate da deficit nella memoria del lavoro.

  • Nella scuola dell’infanzia l’apprendimento del linguaggio è più lento: il vocabolario è scarso e le parole sono pronunciate spesso in modo scorretto.
  • Al primo anno di scuola l’apprendimento dell’alfabeto e delle tabelline è lento e faticoso.
  • La lettura è sillabica, faticosa, con frequenti errori e rilettura delle parole: il bambino fatica ad unire le lettere per formare le sillabe e a legare le sillabe tra loro per formare le parole.
  • Parole, lettere e numeri possono essere invertiti oppure omessi.
  • Si manifesta difficoltà nell’associare i suoni alle lettere.
  • È frequente la perdita del segno quando la riga va a capo.
  • Il bambino fa fatica ad esprimere verbalmente i propri pensieri.
  • Copiare dalla lavagna e prendere appunti richiede grande impegno.
  • Si può notare una generale disorganizzazione nelle attività, sia a scuola che a casa, con frequente perdita del materiale didattico.
  • Il bambino tende a rifiutare di svolgere i suoi compiti o attività che prevedono l’uso delle abilità strumentali.
  • È evidente la predisposizione a comprendere gli argomenti di studio in modo globale e non sequenziale, cogliendone i concetti chiave e organizzandoli tramite brillanti collegamenti.
  • L’apprendimento è facilitato dall’uso di esempi e attraverso l’esperienza concreta.
  • Il pensiero è soprattutto visivo, con costruzione mentale di immagini che spiegano le parole e i concetti.dislessia lettere confuse

L’Importanza di una Diagnosi Precoce

La dislessia si presenta, dunque, come un ritardo nell’acquisizione delle capacità scolastiche. Per questo, le insegnanti inizialmente propongono attività di recupero e di potenziamento delle abilità deficitarie. Se i problemi di apprendimento persistono per oltre sei mesi, si passa alla valutazione neuropsicologica per accertare la presenza del DSA.

È importante identificare la dislessia il prima possibile per evitare che influisca negativamente sull’autostima, sulla motivazione e sulla percezione di autoefficacia del bambino. In una fase così delicata di sviluppo, sperimentare la sensazione di “non essere capace” o di essere “diverso” dagli altri, può essere fonte di stress e minare il suo benessere psicologico.

Curiosità

Molte persone famose hanno la dislessia. Eistein, Galileo, Mozart, John Lennon, Van Gogh, Picasso, Giulio Cesare, Napoleone e Tom Cruise sono solo alcuni di loro. Il gruppo comprende anche alcuni scrittori, come Mark Twain, Hans Christian Andersen, Agatha Christie e Victor Hugo.

Dislessia in Età Adulta

La dislessia è una condizione permanente, ovvero accompagna la persona per tutta l’arco della sua vita. Con il tempo e la pratica, tuttavia, si possono sviluppare quelle che vengono definite “compensazioni“,  cioè strategie comportamentali e cognitive con cui è possibile migliorare la propria performance. Le prime sono messe in atto in modo volontario, come ad esempio evitare di leggere in pubblico ad alta voce, mentre le altre sono automatiche e istintive. Non sono molti gli studi che valutano la presenza di DSA questa fascia d’età, poiché l’interesse clinico è concentrato sull’età scolare. Sembra, tuttavia, che con il tempo migliori la correttezza nella lettura, mentre i tempi restano superiori a quelli del resto della popolazione.

Molti adulti possono essere dislessici senza saperlo o cominciare a intuirlo quando emergono problemi di apprendimento in figli o nipoti. Questo accade in quanto la consapevolezza dei DSA è emersa solo negli ultimi anni: prima non erano conosciuti e non potevano essere, dunque, diagnosticati. Se si sospetta in età adulta di avere difficoltà di apprendimento, purtroppo non c’è più molto che si possa fare. Innanzitutto, non è fattibile sottoporsi a questionari o altri strumenti di valutazione, poiché le compensazioni che la persona ha sviluppato non permettono di individuare con certezza le caratteristiche diagnostiche. In secondo luogo, non risulta nemmeno più particolarmente utile sottoporsi a percorsi di recupero delle abilità carenti una volta superato il periodo scolastico.

Dislessia, Cause

La domanda sorge spontanea: quali sono le cause della dislessia? Ad oggi ancora non lo sappiamo con certezza: la lettura è un processo complesso che coinvolge contemporaneamente diverse attività cerebrali. Per questo la dislessia è considerata un Disturbo del neurosviluppo e l’attenzione clinica si concentra sui fattori neurobiologici alla base del suo precoce esordio. Le ipotesi eziologiche sono diverse e riguardano i vari elementi coinvolti nel processo di elaborazione delle informazioni visive.

Curiosità

I disturbi del neurosviluppo sono un gruppo di problematiche che si manifestano in età infantile, periodo evolutivo molto importante per lo sviluppo cognitivo. Tra essi, ricordiamo anche il disturbo dello spettro dell’autismo e il disturbo da deficit da disattenzione e iperattività (ADHD).

In primo luogo, è importante sapere come funziona la lettura. Normalmente si verificano dei salti oculari tra una parola e l’altra, chiamati saccade, rapidi movimenti degli occhi che consentono di spostarsi velocemente nel testo e di andare a capo quando si arriva in fondo alla riga. La saccade è intervallata da piccole pause in cui l’attenzione ricade sulle lettere centrali delle parole. Ciò permette di cogliere gli elementi più importanti del testo e di ricostruirne l’intero significato.

saccade nella dislessia

Neuroscienze e Dislessia

Nelle persone con dislessia è stato osservato che questi movimenti sono più lenti e non procedono in modo ordinato: si verificano frequenti inversioni oculari di “controllo” della lettura appena compiuta. Inoltre, il momento di fissazione avviene all’inizio delle parole e questo restringe di molto il campo visivo, rallentandone la velocità di lettura.

Altro elemento che complica ulteriormente questo processo nelle persone con dislessia è il cosiddetto “effetto affollamento”, un fenomeno visivo-percettivo che produce la sovrapposizione delle singole lettere e rende più difficile il loro riconoscimento.

Una volta lette, queste parole devono essere associate al loro suono, che è stato in precedenza imparato e memorizzato. Di solito questo collegamento avviene all’istante, ma in presenza di dislessia la rievocazione delle informazioni è meno rapida e spesso la pronuncia della parola avviene prima di questa associazione.

Un ultimo aspetto da tenere in considerazione è la predisposizione biologica alla dislessia: è molto frequente che un bambino con una diagnosi DSA abbia in famiglia almeno un parente con difficoltà di apprendimento, anche in aree diverse come la scrittura o il calcolo.

Dislessia, Test per la Certificazione

Cosa fare, quindi, quando si sospetta la presenza di dislessia?

Il bambino con effettive difficoltà di apprendimento ha diritto per legge (n°170/2010) ad avvalersi di misure che supportino la sua carriera scolastica fino agli anni di università. Per poter accedere a tali agevolazioni, occorre avere una certificazione DSA. L’iter diagnostico può essere intrapreso dalla fine del secondo anno di scuola primaria e, se l’esito è positivo, va ripetuto ad ogni passaggio tra un ciclo scolastico e il successivo.

Il percorso per ottenere questo documento inizia con la richiesta dell’impegnativa al proprio medico pediatra, con la quale si prenota la visita specialistica presso Servizi Pubblici o Privati convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale. In ogni caso, la valutazione è effettuata da un’equipe multidisciplinare composta da Neuropsichiatra Infantile, Psicologo e Logopedista.

Il bambino è valutato sia a livello neurologico che psicologico in quanto, per accertare la presenza di dislessia, occorre verificare che le difficoltà di apprendimento non siano prodotte da patologie o anomalie sensoriali, neurologiche, cognitive o gravi psicopatologie.

Intelligenza

L’intelligenza è il primo fattore ad essere indagato, intesa come abilità cognitiva generale. Esistono diversi test a riguardo, ma i più utilizzati sono le Scale Wechsler, declinate in base alla fascia d’età e alle competenze del bambino. Le Scale Wechsler sono test multicomponenziali, ovvero indagano anche altri fattori, come la memoria, l’attenzione, il ragionamento visuo-spaziale e il linguaggio. In aggiunta possono essere esplorate aree specifiche che in qualche modo sono portate all’attenzione del clinico, come disturbi del comportamento o dell’umore (depressione).

Approfondimento

L’afasia è un deficit profondo delle capacità di comprendere, elaborare e produrre messaggi linguistici. Per saperne di più: Afasia: Significato, Fluente e Non Fluente, Cause, Test e Riabilitazione

bambini dislessici che fanno i compiti

Apprendimento

Una batteria di test è dedicata alla valutazione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). La dislessia è spesso accompagnata da difficoltà in altre aree, come quella del calcolo o della scrittura. Per questo motivo per la certificazione DSA si esplorano tutte le competenze di interesse scolastico, ovvero le capacità di: scrittura, lettura, calcolo e di comprensione del testo.

Due sono i principali strumenti utilizzati:

  • Prove MT (Cornoldi, Colpo, Carretti, 2017): valutano velocità e correttezza della lettura e la capacità di comprensione del testo con brani di complessità crescente.
  • DDE-2 (Aartori, Job, Tressoldi, 2007): indaga la presenza di dislessia e disortografia attraverso la lettura di liste di parole, non parole e frasi omofone non omografe sempre più articolate.

Meno note, ma ampiamente utilizzate, sono BVN (Batteria di Valutazione Neuropsicologica per l’età evolutiva) e la batteria Martini.

Docenza formata in DSA

Se sei un docente interessato ad una formazione specifica sui DSA, puoi consultare il sito dislessiaamica.com.

Aiuto Dislessia, di che tipo?

Con la certificazione DSA alla mano, è possibile attivare diverse modalità di aiuto e costruire un intervento individualizzato per il bambino con difficoltà di apprendimento. È dimostrato, infatti, che è possibile ottenere un reale miglioramento delle abilità strumentali attraverso interventi mirati.

Quali sono gli aiuti cui si può disporre? Cosa si intende per intervento individualizzato?

La legge n°170 del 2010 dichiara che lo studente con DSA deve essere messo nella condizione di poter raggiungere gli obiettivi di apprendimento previsti dal programma scolastico. L’intervento si svolge su tre possibili fronti: trattamento abilitativo e potenziamento cognitivo.

Trattamento Abilitativo

Gli insegnanti, in collaborazione con i genitori e gli specialisti, si occupano di redigere il Piano Didattico Personalizzato (PDP), un documento che definisce gli obiettivi, le modalità di apprendimento e le misure di supporto più adatte per il bambino.

Le misure dispensative esonerano dallo svolgimento di alcune attività, come la lettura ad alta voce o la scrittura in corsivo; permettono di sostenere le interrogazioni sono se programmate e di avere più tempo per le verifiche scritte.

Le misure compensative facilitano nello svolgimento del compito, integrando l’abilità carente con sussidi cartacei o tecnologici (computer o tablet). Gli strumenti tecnologici, fruibili sia a casa che in contesto scolastico, permettono di utilizzare programmi di videoscrittura che correggono automaticamente gli errori ortografici, programmi di sintesi vocale per rendere udibile il testo e programmi per la creazione di mappe concettuali che facilitano l’acquisizione delle informazioni tramite stimoli visivi.

never stop learning anche con dislessia

Trattamento Cognitivo

Psicologi e figure specializzate svolgono interventi specifici per allenare le funzioni cognitive carenti. Si fanno trattamenti di potenziamento, anche in gruppo, per migliorare le capacità linguistiche e di metacognizione, fondamentali per incrementare la consapevolezza e il controllo delle proprie modalità di apprendimento. Gli interventi di riabilitazione, come quelli di logopedia, hanno invece l’obiettivo di sviluppare le abilità deficitarie.

Tutoring

Intervento di doposcuola svolto da un tutor specializzato. Il tutor segue il bambino nello svolgimento delle attività didattiche pomeridiane e lo aiuta a sviluppare un metodo di studio sulla base dei suoi punti di forza. Questo aiuta anche a sviluppare strategie di copingresilienza.

Le strategie educative e didattiche devono essere selezionate sulla base delle caratteristiche individuali e personali del bambino. Bisogna tenere conto del livello di istruzione, dell’età, delle capacità e del suo stile di apprendimento. Tutti possono imparare, ma ognuno ha il proprio modo.

Qualunque sia la strategia di intervento utilizzata, essa deve necessariamente essere affiancata da un sostegno emotivo che aiuti il bambino a percepirsi in grado di affrontare un determinato compito, stimolando così la motivazione e l’impegno nelle attività scolastiche. Un metodo largamente utilizzato è, ad esempio, quello della Token Economy.

Contattare Tutor DSA

Tutti i tutor formati in DSA che hanno ottenuto una certificazione in questo campo sono iscritti in un elenco. Consultalo qui per vedere qual è il tutor DSA più vicino a casa tua.

Non dimentichiamoci infine della parte indispensabile che svolgono i genitori. Il loro compito principale è quello di stimolare il bambino e di sostenerlo a livello emotivo affinché possa sviluppare un’immagine positiva di sé (l’empatia è la chiave per questo successo). Il bambino che si sente compreso e accettato nelle sue difficoltà, non perderà la motivazione allo studio e avrà un approccio più sereno alla scuola.

Anche i genitori accumulano stress a causa della presenza del disturbo di apprendimento: fornire supporto a queste famiglie può aiutare anche a migliorare il benessere psicologico genitoriale.

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