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Autismo ad Alto Funzionamento, cioè il termine che utilizziamo in sostituzione alla obsoleta dicitura della Sindrome di Asperger. Quando parliamo di autismo, dobbiamo tenere conto delle modifiche e delle novità che sono state apportate ai criteri e alle categorie diagnostiche nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali.
Con l’ultima revisione del DSM, il DSM-5 (APA, 2013), troviamo la dicitura di Disturbo dello Spettro Autistico, cioè un disturbo del neurosviluppo a insorgenza precoce, caratterizzato da difficoltà nell’interazione e comunicazione sociale e dalla presenza di interessi ristretti e comportamenti ripetitivi e stereotipati.
Cosa è cambiato? In passato, nella categoria diagnostica dei disturbi pervasivi dello sviluppo presente nel DSM-IV-TR (APA, 2000), erano inclusi cinque disturbi: il disturbo autistico, la sindrome di Asperger, il disturbo disintegrativo dell’infanzia, la sindrome di Rett e il disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato.
L’ultima revisione del DSM-5 ha eliminato la categorizzazione per sottotipi e ha inserito il termine spettro. L’obiettivo è sottolineare le differenze individuali e l’eterogeneità del disturbo, creando un un continuum in cui ciascun individuo presenta le proprie specificità.
Di autismo ad alto funzionamento (o HFA, high functioning autism) non si parla nel DSM come di una vera e propria categoria clinica e diagnostica. L’obiettivo è eliminare ogni etichetta per dare spazio al singolo individuo e alle sue particolarità. Detto questo, è importante sapere che le forme di autismo sono molteplici. Come vedremo tra poco, possiamo parlare di alto funzionamento quando il QI totale è superiore a 65/70 e in presenza di sviluppo del linguaggio verbale e nessun disturbo neurologico.
Autismo ad Alto Funzionamento, Sintomi
Quali sono le caratteristiche dell’autismo ad alto funzionamento? Prima di entrare nel vivo, facciamo una premessa partendo dai numeri. Parliamo di spettro autistico perché ci riferiamo a un insieme di disturbi, vista la varietà di manifestazioni per tipologia e gravità. Secondo le ultime stime dell’Istituto Superiore di Sanità in Italia 1 bambino su 77 (età 7-9 anni) presenta un disturbo dello spettro autistico, con una prevalenza maggiore nei maschi: i maschi sono 4,4 volte in più rispetto alle femmine. Tra questi, parte rientrano nell’alto funzionamento.
L’alto funzionamento si riferisce a quei soggetti che non presentano disabilità intellettiva e che riescono a raggiungere un buon livello di autonomie personali nella vita quotidiana. I bambini con HFA sono più indipendenti, imparano a parlare e la lievità dei sintomi può portare ad un ritardo nella diagnosi. In comune con il resto dello spettro, invece, troviamo le difficoltà spiccate nelle interazioni sociali, oltre agli schemi comportamentali limitati o ripetitivi. Anche se risultano più interessati all’interazione con i pari, risultano spesso bizzarri e mettono in campo comportamenti poco funzionali alla socializzazione, mostrando una difficoltà di comprensione della mente altrui e delle regole comunicative.
Un altro segnale importante della possibile diagnosi di autismo, anche ad alto funzionamento, è la presenza di comportamenti stereotipati, come un interesse eccessivo per alcuni oggetti o parti di oggetti (pista delle macchine, biglie, accensione e spegnimento di luci, ad esempio), un eccessivo attaccamento a comportamenti di routine, la presenza di gesti uguali e ripetuti delle mani e del corpo.
Sono tante le serie che raccontano l’autismo ad alto funzionamento, dal celebre protagonista di The Big Bang Theory fino ad Atypical e The Good Doctor. Naturalmente non rappresentano tutte le sfumature della neurodiversità, ma calcano alcuni luoghi comuni ai fini della narrazione.
Sviluppo e Alto Funzionamento
Le caratteristiche nelle neurodiversità cambiano ed evolvono con il trascorrere del tempo. Il bambino con autismo ad alto funzionamento, ad esempio, funziona adeguatamente in molti aspetti della propria vita, mostrando solo alcuni comportamenti peculiari e bizzarri. Il linguaggio appare fluente ma non sempre regolato nel tono e nel volume, con frasi occasionalmente stereotipate: poche le informazioni spontanee su pensieri, sentimenti ed esperienze.
Il comportamento è volto alla socializzazione ma non sempre funzionale: il contatto oculare è scarsamente modulato, con espressioni del volto che non sempre comunicano stati affettivi, e le modalità possono apparire particolari o disinteressate. Spesso riescono a interagire con uno o due coetanei alla volta, chiedendo agli altri di adattarsi alle loro modalità comportamentali e ai loro interessi, spesso ristretti e particolari. Scarsa gestione del tempo e dell’umore.
Nell’adulto, invece, con una diagnosi spesso tardiva, troviamo un funzionamento cognitivo, affettivo e comportamentale, insieme a modalità di interazione sociale e di comunicazione, del tutto particolari e diverse rispetto alle persone neurotipiche. Sono persone con una spiccata intelligenza, un range di interessi ristretto e l’incapacità talvolta di filtrare i propri pensieri. Tutto questo, insieme a un mancato trattamento precoce, può esporre a eventi stressanti, che aumentano il rischio di sviluppare patologie correlate a ansia e depressione.
Autismo ad Alto Funzionamento e ADHD
Esiste una relazione tra autismo e ADHD? Possiamo affermare una certa somiglianza tra i sintomi dell’autismo e dell’ADHD, infatti è possibile avere entrambe le condizioni. Il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) stima che il 14% dei bambini con ADHD negli Stati Uniti hanno anche un disturbo dello spettro autistico.
I criteri principali per diagnosticare le condizioni sono: difficoltà nella comunicazione sociale e comportamenti limitati associati all’autismo, disattenzione o iperattività e impulsività o entrambi nel caso dell’ADHD. Queste due condizioni colpiscono il sistema nervoso centrale, che controlla la memoria, il movimento, il linguaggio, le abilità sociali e la concentrazione. Pertanto, entrambe le condizioni possono ritardare lo sviluppo del linguaggio e acutizzare problemi di controllo delle emozioni, di pianificazione e di gestione del comportamento.
Trattamento dell’Autismo ad Alto Funzionamento
Nel trattamento dell’HFA, troviamo diverse proposte da mettere in campo. Non è possibile individuare a priori un intervento esclusivo e specifico, a causa della variabilità e complessità dei sintomi. Il percorso terapeutico deve evolversi e cambiare in funzione dell’evoluzione e dei cambiamenti individuali.
In generale, possiamo identificare alcuni percorsi, da attuare in parallelo, per quanto riguarda il bambino con diagnosi di autismo ad alto funzionamento e la sua famiglia.
- Programma di intervento precoce e globale, centrato sul bambino per favorire la sua iniziativa, la sua motivazione e la sua partecipazione. Ad esempio, la terapia ABA o il programma Denver Model, sviluppato da Sally Rogers all’inizio degli anni Ottanta. Le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità aiutano a muoversi nell’ampio panorama di trattamenti.
- Parent Training:per aiutare i bambini con autismo è fondamentale il coinvolgimento attivo dei genitori con l’obiettivo di aiutare le famiglie a interagire con i loro figli, promuovendo lo sviluppo e l’incremento della soddisfazione dei genitori, il loro empowerment e benessere emotivo.
- Terapia Cognitivo-Comportamentale e Mindfulness, soprattutto per individui con HFA in età adulta, adattandosi alle esigenze cognitive e sensoriali delle persone con autismo focalizzandosi sia su aspetti emotivi che cognitivi. Le aree intervento più comuni sono la maturità dell’espressione emotiva, la complessità o sottigliezza del lessico emotivo e l’efficacia nella gestione delle emozioni.