Dunning-Kruger: Effetto, Sindrome e Test

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Dunning-Kruger è il nome dato all’effetto descritto dagli psicologi Justin Kruger e David Dunning e che cerca di spiegare la discrepanza tra percezioni e reale qualità delle proprie prestazioni in un compito. La mancata consapevolezza di questo effetto e delle sue conseguenze diventa fondamentale nei più disparati domini della vita dell’essere umano: dall’abilità nel crescere un figlio (vedi anche: adolescenza), alla leadership, alla capacità di diagnosticare patologie psichiche, ecc. Cerchiamo di capire insieme perché.

Dunning-Kruger sindrome

Effetto Dunning-Kruger

Per capire cosa contraddistingue questo effetto, Kruger e Dunning partono da tre presupposti:

  1. In molti aspetti della vita, successo e soddisfazione dipendono dal sapere quali regole seguire e quali strategie perseguire.
  2. Le persone sono molto diverse in merito alla conoscenza di tali regole e strategie utilizzate per raggiungere successo e soddisfazione, variando da persone che applicano strategie decisamente efficaci a persone che adottano strategie fallaci e disfunzionali. Chi dispone di strategie e conoscenze migliori, raggiungerà i risultati migliori.
  3. Le persone incompetenti devono affrontare un doppio fardello: oltre a fare errori su errori a causa della mancanza di conoscenza, tale mancanza impedisce loro di riconoscere i propri errori e le scelte efficaci altrui, finendo per pensare di agire per il meglio.

Secondo gli autori, dunque, l’incompetenza è quella caratteristica che contraddistingue quelle persone che adottano strategie infruttuose per raggiungere i propri obiettivi. L’incompetenza può riguardare uno specifico campo ma non necessariamente un altro. Cambia inoltre il grado di incompetenza, il quale verrà confrontato con quello posseduto dal gruppo dei pari esaminato. Questo significa che, visto che non esistono tuttologi, tutti possiamo essere vittima di questo effetto.

Curiosità

Il più famoso esempio di effetto Dunning-Kruger è probabilmente quello richiamato dagli stessi autori nel primo articolo sul tema del 1999.

È il 1995 e siamo a Pittsburgh (Pennsylvania, USA). Un uomo di 45 anni, McArthur Wheeler, rapina insieme a un complice ben due banche. Il rapinatore mostrò un certo stupore una volta arrestato. Identificato grazie alle telecamere di sorveglianza delle banche, Wheeler non aveva infatti nemmeno tentato di coprirsi il volto per evitare il riconoscimento. “Ma indossavo il succo!” – disse Wheeler, convinto che cospargere del succo di limone sul volto avesse la proprietà di impedire alle telecamere di registrare un volto umano.

Metacognizione

In sostanza, siamo di fronte a una ridotta capacità di metacognizione: la conoscenza di strategie e regole utili a produrre un risultato positivo, sono le stesse che permettono di riconoscere la validità di tali strategie. Per esempio, per sapere di aver scritto una frase grammaticalmente errata, hai bisogno di conoscere le regole della lingua in cui stai scrivendo.

Le ricerche sembrano infatti confermare che, rispetto agli esperti, i principianti di una determinata disciplina (che mostrano performance generalmente ridotte) hanno una ridotta capacità metacognitiva.

Di conseguenza, le proprie capacità di auto-monitoraggio e auto-valutazione ne risulteranno compromesse. Tutto ciò conduce a valutazioni delle proprie performance più positive di quanto in realtà siano, credendosi migliori rispetto al proprio gruppo dei pari (above-average effect). Potremmo dire che tali individui hanno un’autoefficacia percepita forse troppo alta per quel determinato compito.

Tale distorsione è tanto marcata quanto peggiori sono le proprie prestazioni in un determinato compito. Chi raggiunge le performance più alte, invece, sarà sì più accurato nel valutare l’efficacia della propria prestazione. Tuttavia tenderà al tempo stesso a ritenersi nella media, sottostimando i propri risultati.

Spiegazioni dell’effetto Dunning-Kruger

Quali sono le spiegazioni dell’effetto Dunning-Kruger? I più competenti, avendo trovato il compito particolarmente facile, crederanno verosimile che anche le altre persone non abbiano avuto difficoltà (effetto del falso consenso). Pensano cioè: “Ho svolto bene il compito. L’ho svolto bene perché era facile. Se era facile per me, lo è per tutti gli altri”. Anche questo è un problema, perché può spingere le persone competenti a non dire la propria o a lasciare campo unicamente a chi si crede più competente (ma non lo è davvero).

Inoltre, le persone si auto-valuteranno in base al concetto che hanno di sé come competenti/incompetenti in un determinato compito. Tuttavia, sappiamo che in alcuni casi tali concezioni di sé deriveranno dagli altri, per cui potrebbero non essere accurate. Basti pensare alla minaccia indotta dallo stereotipo che danneggia l’immagine di sé delle donne in moltissimi campi, finendo per compromettere in generale le loro possibilità di empowerment e di raggiungere un soddisfacente work-life balance (vedi anche: turnover e retention).

Per i più incompetenti, invece, il deficit metacognitivo porta a una condizione che Dunning chiama meta-ignoranza:

[…] le persone conducono la propria vita quotidiana all’ombra della propria inevitabile ignoranza. Semplicemente non sanno tutto di tutto. Ci sono buchi nelle loro conoscenze, lacune nella loro expertise.

Questa situazione diventa ancora più esasperata nell’era dell’informazione, in cui ci si trova a dover filtrare la miriade di informazioni con cui ci bombardano. Qualunque cosa si faccia, ci si ritroverà così con tre tipologie di informazioni, quelle che:

  1. sappiamo di sapere, di cui disponiamo (known knowns);
  2. sappiamo di non sapere, che sappiamo che ci mancano (known unknowns)
  3. non sappiamo di non sapere, di cui nemmeno concepiamo l’esistenza (unknown unknowns).

Quest’ultimo tipo di informazioni sono invisibili a causa di diverse false credenze e bias.

Dunning-Kruger effetto

Sindrome Dunning-Kruger

Parlare di Sindrome Dunning-Kruger per questa tipologia di effetto è abbastanza improprio. Non ci troviamo dinnanzi a qualcosa che viene diagnosticato e curato – non più di quanto possa ritenersi una cura fornire formazione e addestramento su specifiche competenze e sulle proprie capacità metacognitive. Insomma, nessuno ha mai parlato di curare una “sindrome da mancanza di assertività” attraverso un relativo training, ma è un discorso applicabile in generale per qualsiasi competenza, dal problem solving alle competenze comunicative.

Questo non significa che questo effetto non possa avere un impatto, anche importante, nella vita quotidiana e a livello di società. La pervasività di tale effetto è tale da riguardare diversi campi della vita di tutti i giorni, con conseguenze decisamente negative. Infatti l’effetto è stato riscontrato in ambiti di importanza capitale, quali le conoscenze politiche, l’atteggiamento verso i vaccini e il sessismo e il razzismo (vedi anche: omofobia).

Politica e Vaccini

Le conoscenze in ambito politico riguardano quanto le persone sanno delle istituzioni, degli attori e dei processi della vita politica del proprio Paese. Le persone con una conoscenza politica moderatamente scarsa, che già subiscono il duplice fardello, mostreranno un effetto Dunning-Kruger ancora maggiore se la propria appartenenza politica viene resa saliente.

Consideriamo, inoltre, che la conoscenza politica plasma alcuni comportamenti quali se iniziare o meno una discussione a tema politico (perché lo si ritiene utile), se ricercare o meno ulteriori informazioni da fonti che si prediligono, o ancora se adottare posizioni ideologicamente estreme. Diventa dunque particolarmente preoccupante se le conoscenze in ambito politico finiscono per toccare temi sanitari, come vedremo a breve.

Infatti, sebbene la sfiducia nei vaccini sia qualcosa di ormai noto oggigiorno, nel periodo pre-pandemico il principale bersaglio degli anti-vaccinisti era il vaccino MPR, utilizzato per prevenire morbillo, parotite e rosolia. La causa fu un articolo (successivamente ritirato, in quanto fraudolento) che associava il vaccino all’insorgere di autismo (vedi anche: metodo ABA).

Curiosità

Questa perplessità viene purtroppo condivisa da moltissime persone, tanto che l’ex Presidente degli Stati Uniti, Donal Trump, nominò Robert Kennedy Jr. (noto per le sue posizioni contro i vaccini) a capo di una commissione sulla sicurezza dei vaccini.

Per questo, si è cercato di capire se l’effetto Dunning-Kruger potesse riguardare anche le persone scettiche in merito a questo tema. In effetti, sembra che le persone che credono di saperne di più dei professionisti sanitari sono quelle con una conoscenza più bassa delle cause dell’autismo e quelle peggio informate sulla relazione tra vaccini e autismo.

Come anticipato, questo ha effetto anche sulle opinioni relative alle politiche sanitarie. Infatti, queste stesse persone sono quelle che non supportano politiche a favore dei vaccini e che, al contrario, vorrebbero coinvolgere non esperti nella formulazione di tali politiche.

Sessismo e Razzismo

Il sessismo e il razzismo sono due atteggiamenti frutti di pregiudizio ancora diffusi nella società contemporanea. Questo dato si scontra con l’opinione di chi crede – anche tra i più giovani – che siano fenomeni relegati al passato. La negazione di questi fenomeni avviene anche in chi sostiene di essere egualitario.

Curiosità

Sapevi che il sessismo, caricando sia il lavoro che la famiglia sulle spalle delle donne, finisce per rendere più probabile che una lavoratrice diventi workaholic/vada in burnout?

Queste persone sovrastimano il loro egualitarismo, sottostimando ed essendo inconsapevoli dei propri pregiudizi latenti. Siamo dunque nella condizione di meta-ignoranza, in cui questi individui, non avendo delle conoscenze approfondite su questi fenomeni, li riconoscono con più fatica.

Alcune di queste persone vogliono davvero non compiere alcun tipo di discriminazione, entrando in dissonanza cognitiva se si rendono conto del contrasto tra i loro principi e la loro avversione per certe minoranze. Detto altrimenti, la motivazione a non discriminare potrebbe non essere sufficiente.

In alcuni casi, sembra che l’insegnamento della storia del razzismo possa ridurre il proprio razzismo latente – migliorando le proprie capacità di identificare casi di razzismo contemporaneo. Analogamente, focalizzare l’attenzione degli uomini su esempi di sessismo sembrerebbe migliorare la loro capacità di riconoscere episodi di sessismo e di ridurne le idee sessiste.

In altri casi, purtroppo, sembra che effettuare training sull’egualitarismo non sia sufficiente a ridurre l’effetto Dunning-Kruger, almeno per come sono strutturati. Limitarsi a restituire un feedback sul proprio pregiudizio non si è rivelato utile. Discorso diverso potrebbe valere per un training in grado di ridurre il proprio livello di pregiudizio. Tale formazione dovrebbe poter migliorare le capacità meta-cognitive (rendendo le persone in grado di riconoscere più efficacemente gli episodi di discriminazione).

Dunning-Kruger razzismo sessismo

Dunning-Kruger: Test

Vuoi sapere se e quanto sei vittima anche tu dell’effetto Dunning-Kruger? Il fatto che te lo stia chiedendo depone a tuo favore. Tuttavia, non esistono dei veri e propri test standardizzati in grado di rilevare quanto una persona ne sia vittima.

Infatti, innanzitutto bisogna specificare in quale campo di competenza si intende misurare l’effetto (come detto, non è trasversale a qualsiasi competenza, ma è dominio-specifico).
Dunque, effettuate le prestazioni, si individuano le persone che ottengono i risultati peggiori nella performance del compito scelto. In letteratura, da un punto di vista quantitativo, gli “incompetenti” vengono fatti coincidere con il 25% delle persone che ottengono le prestazioni più basse in un compito (in quello che in statistica viene chiamato primo quartile).
Infine, si verifica quanto il giudizio di queste persone sulle proprie prestazioni sia aderente ai risultati effettivamente ottenuti. Maggiore è la distanza tra prestazione reale e prestazione stimata, più forte sarà l’effetto.

Curiosità

Alcuni studi mostrano perfino come alcune persone dichiarino di avere delle conoscenze su tantissimi argomenti, persino su argomenti sui quali è impossibile averne…perché non esistono (come l’ingegneria positronica). Se l’opzione “Non so” è inserita tra le possibilità di risposta, la percentuale di persone che esprimono la propria opinione su argomenti inesistenti…aumenta (over-claiming).

Una spiegazione è data dal fatto che, in assenza di informazioni, le persone estrapolano indizi dal contesto in cui si trovano. Lavorano quindi per analogie ed elaborando ipotesi che – a loro dire – sarebbero plausibili. Per esempio, se interrogati su un fantomatico decreto del ministero dell’agricoltura, qualcuno potrebbe rispondere che “importare agrumi dal Nord Africa danneggia i nostri agricoltori”. Un argine a questo atteggiamento lo dà solo la totale mancanza di appigli per creare un modello mentale con cui agire (ben poche persone si improvviserebbero per rimuovere un tumore al cervello).

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