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Disortografia, di che cosa si tratta? Stiamo parlando di un disturbo ancora poco conosciuto, che rientra però a pieno titolo tra i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, anche definiti come DSA. Rispetto a discalculia o dislessia, gli studi sistematici e controllati relativi alla disortografia sono molto meno numerosi. La conseguenza principale di questa scarsa conoscenza del problema influisce naturalmente sugli interventi, anche didattici, formulati per aiutare bambini e ragazzi disortografici. Per entrare più nello specifico, con il termine disortografia intendiamo un disturbo della scrittura, incluso anche nell’ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentale.
Sapevi che sono state sperimentate tecniche di gamification su studenti con DSA?
La disortografia non è caratterizzata da un disturbo di coordinazione motoria, quanto più da una mancata automatizzazione delle regole grammaticali da applicare nella scrittura. Il soggetto disortografico tende a non rispettare le regole della trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto. Alla base di questo problema non abbiamo nessun tipo di deficit intellettivo, motorio, sensoriale o di ritardo mentale. In questo modo, è difficoltoso tradurre nel modo corretto i suoni che compongono le parole in simboli grafici. Applicare le norme ortografiche è la principale fonte di errore, ma possono essere presenti anche difficoltà di linguaggio e ridotta organizzazione spazio-temporale. Vediamo di approfondire la tematica, partendo dal significato di disortografia, le differenze con la disgrafia e gli strumenti compensativi.
Anche nel caso della comunicazione di una diagnosi alla famiglia, come nel caso di DSA e disabilità infantile, conta lo stile di comunicazione.
Disortografia, Significato
Abbiamo già definito la disortografia come una compromissione dell’espressione scritta connessa alla mancata automatizzazione delle regole grammaticali nella scrittura. Il bambino disortografico conosce le regole da applicare ma ha delle difficoltà nella trasformazione del linguaggio parlato il linguaggio scritto. Senza alcun tipo di deficit o ritardo, la disortografia compare nella maggior parte dei casi intorno al secondo anno della scuola primaria, intorno ai 7/8 anni. Più nello specifico, in questo DSA della scrittura le problematiche riguardano proprio lo scarso controllo ortografico. Il riconoscimento di questa problematica ha avuto inizio già con la Consensus Conference del 2007 (CC-2007). In questa occasione, il Disturbo della Scrittura è stato suddiviso per la prima volta in due componenti:
- La prima è di natura linguistica, relativa deficit nei processi di traduzione in cifra
- La seconda riguarda i problemi di natura motoria.
Con il termine” disortografia” ci riferiamo soltanto al primo aspetto, cioè quello linguistico. Più in generale, seguendo quelle che sono le linee guida contenute nel DSM-5 in materia DSA, ci sono criteri importanti da prendere in considerazione. Prima di tutto, i sintomi caratteristici devono permanere per un periodo minimo di sei mesi. Inoltre, le conseguenze del DSA devono ridurre le abilità scolastiche del soggetto rispetto alla media di un gruppo della sua età, senza alcun tipo di disabilità intellettiva. Il periodo di comparsa più tipico per tutti i Disturbi Specifici dell’Apprendimento è quello scolare, proprio perché le competenze del soggetto risultano inefficaci rispetto alle richieste. Questo non significa che, alcuni dei sintomi non possano essere osservati anche prima. In termini di diagnosi, le prestazioni nell’ambito dell’ortografia in prove standardizzate devono cadere al di sotto del 5° percentile per il numero di errori.
Sintomi
Dopo aver chiarito che, nel DSM-5, la disortografia è inclusa nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento con compromissione dell’espressione scritta, quali sono i sintomi tipici? Prima di tutto, oltre alle difficoltà ortografiche nella trasformazione del linguaggio parlato e linguaggio scritto, sono presenti anche difficoltà nell’accuratezza dello spelling. Inoltre, il soggetto disortografico ha difficoltà a mantenere un elevato livello di accuratezza nella grammatica, nell’utilizzo della punteggiatura e anche nella chiara organizzazione dell’espressione scritta.
- Il soggetto fatica nella automatizzazione delle regole grammaticali, che conosce ma non riesce ad applicare in fase di scrittura. Quindi, in fase di interrogazione, saprà enunciare in modo corretto le regole ma non saprà utilizzarle. Il problema non riguarda quindi l’apprendimento.
- Nella disortografia è presente anche uno scarso automonitoraggio, con frequenti errori grammaticali, errato utilizzo della punteggiatura ed evitamento della scrittura. Se possibile, il soggetto disortografico cercherà sempre di rifiutarsi di scrivere proprio perché questa attività risulta fonte di ansia oltre che estremamente stancante.
- Errori più frequenti sono di tre tipologie. Errori fonologici, in cui la produzione scritta non corrisponde all’enunciato sonoro, ma anche non fonologici, con l’unione di parole in realtà separate (l’ago diventa lago). Inoltre, errori di tipo fonetico, con l’uso errato di doppie e accenti (add’ormentarci).
- Organizzazione e integrazione spazio-temporale deficitaria, con la difficoltà di scrivere in maniera ordinata e altrettanto chiara.
- Confusione tra fonemi e grafemi simili, quindi sia per suoni alfabetici che per segni alfabetici somiglianti. Inoltre, frequenti inversioni, in cui il soggetto scambia la sequenza dei suoni all’interno delle parole (valanda al posto di lavanda).
Disortografia e Disgrafia, Differenze
Disortografia e disgrafia appartengono entrambi ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento connessi alla scrittura. Più nello specifico, quando parliamo di disortografia intendiamo un DSA con compromissione dell’espressione scritta, con conseguenti difficoltà ortografiche e di spelling. D’altra parte, con il termine disgrafia facciamo riferimento al Disturbo Specifico della Scrittura, che riguarda la realizzazione grafica. Tornando alla suddivisione, fatta nel 2007 alla Consensus Conference, tra componente linguistica e motoria nel Disturbo della Scrittura, la disgrafia riguarda la sfera motoria. Importante differenziare una problematica di questo tipo da qualsiasi disturbo della coordinazione motoria, proprio perché qui è riferito soltanto alla realizzazione grafica.
Disgrafia, Cos’è?
Il soggetto disgrafico scrive un testo che risulta poi incomprensibile per gli altri e anche per se stesso, proprio a causa di una calligrafia difficilmente leggibile. La diagnosi di disgrafia viene tendenzialmente fatta al terzo anno della scuola primaria, in cui inizia a registrarsi una velocità di scrittura inferiore rispetto alla media oltreché una brutta calligrafia. In questo caso, le differenze riguardano proprio il controllo degli aspetti grafici, formali e della scrittura manuale. Inoltre, la ricerca ha permesso di distinguere due forme differenti di disgrafia:
- Disgrafia dislessica, associata a un problema di lettura e quindi ad un deficit fonologico. Qui la difficoltà motoria si registra solo nella scrittura, d’altra parte la copiatura dei testi è preservata.
- Disgrafia motoria, inclusa nell’ultima edizione del DSM. In questo caso il problema è relativo alla motilità fine, lo spelling orale non viene intaccato mentre la copiatura di testi risulta sempre poco leggibile.
- Disgrafia spaziale, in cui il problema riguarda la gestione dello spazio sul foglio e delle righe.
Mentre gli strumenti a disposizione per migliorare le problematiche connesse alla disortografia hanno a che vedere con il metodo didattico e l’allenamento, per la disgrafia abbiamo possibilità differenti. Per il soggetto disgrafico è importante allenare il pattern grafo-motorio, per esempio ricalcando le lettere e allenando i movimenti più fini. Questo permette anche agli strumenti di trovare meccanismi di coping adatti a superare le difficoltà.
Test per la Disortografia
Come possiamo intuire dal video qui sotto, esistono test formulati proprio per diagnosticare la presenza di disortografia. Teniamo a mente che l’età minima in cui per poter effettuare la diagnosi di disortografia coincide, di solito, con la fine del secondo anno della scuola primaria. In linea generale, il protocollo generale di valutazione della disortografia è costituito da:
- Colloquio e anamnesi, in cui poter valutare anche la storia familiare. Non a caso, in letteratura l’ipotesi maggiore per definire le cause relative alla disortografia ha a che vedere con una base genetica, che potrebbe essere ricercata nelle eventuali diagnosi di genitori e familiari.
- Valutazione psicometrica del livello intellettivo, per escludere ogni ritardo mentale.
- Una valutazione psicometrica delle abilità di lettura, scrittura e calcolo, con appositi test formulati a seconda della problematica.
- Valutazione delle condizioni scolastiche di insegnamento e apprendimento, valutando anche l’eventuale presenza di un Piano Didattico Personalizzato o della capacità di problem solving davanti alle difficoltà.
Lo strumento principale utilizzato per valutare la presenza di disortografia è la BVSCO-2, la Batteria di Valutazione della Scrittura e della Competenza Ortografica. Stiamo parlando un test completo per valutare ogni aspetto implicato nell’apprendimento della scrittura. Le singole parti valutano il grafismo, la competenza ortografica e anche la produzione di testo scritto. La BVSCO-2 è ideale anche per approfondire la velocità di scrittura, oltre che la valutazione ortografica di errori fonologici, non fonologici e fonetici in fase di dettato. La batteria si compone di 6 prove, con materiali di difficoltà crescente, studiati in base al livello di scolarità.
Disortografia e Strumenti compensativi
Abbiamo già sottolineato che, quando parliamo di DSA, è importante partire dal metodo didattico, proprio perché la maggior parte delle problematiche hanno a che vedere con la vita scolastica. La prima considerazione importante da fare è quella relativa all’empatia: sia da parte dell’insegnante che da parte del gruppo classe, sminuire il bambino o il ragazzo con difficoltà non gli permetterà di migliorare.
L’obiettivo è quello di spiegare la regola, aumentare la motivazione all’apprendimento per poi fornire un feedback immediato (ad esempio seguendo un programma di Token Economy) e incrementare il senso di autoefficacia. Questo processo può aiutare a incrementare l’automatizzazione della regola tra linguaggio verbale e scritto. Un altro strumento utilizzato è il training di discriminazione uditiva, utile per migliorare la percezione di alcuni suoni (per esempio, le doppie) e diminuire lo stress da prestazione.
Esistono anche software, come Dragon, volti al riconoscimento vocale, capace di minimizzare gli errori nei testi scritti. Il registratore, per poter ascoltare la lezione senza prendere appunti, piuttosto che il correttore ortografico sono strumenti utili per aumentare il monitoraggio. Tanti sono anche gli esercizi online da poter fare sia a casa che a scuola. Internet e la tecnologia sono validi alleati!
Questo però implica anche un training volto a ridurre il numero di errori. Come si organizza?
- Riabilitazione di primo livello, relativa alla riabilitazione delle competenze di base. Dal miglioramento delle competenze fonologiche e non fonologiche, fino alla mappatura dei suoni del linguaggio per migliorare la codifica del suono in segno.
- Nella riabilitazione di secondo livello sono invece presenti prove ed esercizi per incrementare le competenze ortografiche avanzate. Per esempio, il soggetto è coinvolto in compiti per migliorare il riconoscimento di suoni e segni omofoni, oltre che per arricchire il proprio vocabolario.