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Disgrafia: Caratteristiche, Terapia e Come Riconoscerla

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Ma sei in grado di capire quello che hai scritto? Sembrano geroglifici!

Se vi siete sentiti fare, almeno una volta nella vita, questa domanda, esiste una possibilità che siate disgrafici. Ne avete mai sentito parlare? Disgrafia è un termine composto da due parole greche: “dys” che significa “difficoltà” insieme a “graphia” ovvero scrittura, quindi stiamo parlando di una difficoltà relativa alla scrittura. Inizialmente, nel 1940, questa patologia fu definita agraphia, termine ideato dal medico austriaco Josef Gerstmann.

Negli anni successivi, fu necessario fare una ulteriore distinzione: con agrafia si intende la perdita completa della abilità della scrittura, derivante da un infarto o trauma cerebrale, mentre nella disgrafia la scrittura è mantenuta ma presenta delle anomalie e colpisce giovani, adulti e bambini.

disgrafia

La disgrafia è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) che caratterizza la capacità di scrittura di parole e numeri. L’uso del segno grafico può essere compromesso in modo più o meno grave, determinando una grafia poco chiara, disordinata e difficile da interpretare. Anche per il soggetto stesso! La situazione in Italia secondo le ultime stime?

Relativamente agli alunni con disgrafia, sono pari all’1,2% del totale dei frequentanti nella scuola primaria, all’1,8% nella scuola secondaria di I grado e all’1,4% nella scuola secondaria di II grado. Come approfondiremo tra poco, la disgrafia può essere diagnosticata, in genere, alla fine della seconda elementare, visto che, prima di questo periodo, la scrittura non è ancora una abilità automatica. Tuttavia, è possibile notare alcuni segnali precursori, anche negli anni precedenti alla scuola, che possono far sospettare la presenza di disgrafia.

Caratteristiche della disgrafia

Come possiamo definire la disgrafia? Parliamo di un disturbo specifico dell’apprendimento relativo alla capacità di scrittura, intesa come abilità grafo-motoria, di parole e numeri. L’uso del segno grafico può essere più o meno compromesso, determinando però comunque una grafia poco chiara, disordinata e difficile da leggere. Inoltre, la disgrafia è un deficit di natura motoria che riguarda i processi di realizzazione grafica. Non riguarda, a differenza della disortografia, la difficoltà di scrivere in modo corretto le parole da un punto di vista grammaticale.

Le difficoltà si sviluppano soprattutto nelle seguenti aree, per i bambini e i soggetti disgrafici:

  • coordinazione occhio-mano, in altre parole la capacità di integrare la percezione visiva – informazioni ottenute attraverso gli occhi ed elaborate a livello cerebrale – e l’azione delle mani, per compiere azioni di diversi gradi di complessità.
  • rapidità motoria, dal posizionare il polso, il braccio, il corpo o la carta in maniera scomoda durante la scrittura.
  • abilità motorie, relative al cosiddetto pattern grafo-motorio, ovvero i movimenti che si svolgono quando si scrive. Difficoltà a impugnare penne e matite, a tenere correttamente le forbici e così via.
  • abilità visuospaziali, ad esempio problemi con la forma delle lettere, nella organizzazione delle parole, nel rispettare margini e spaziatura.

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Come riconoscere la disgrafia?

Vediamo alcune delle caratteristiche che si notano più spesso e che possono aiutarci a riconoscerla:

  • parole disomogenee con lettere più grandi e più piccole
  • parole non allineate con le righe, fluttuanti nel foglio e difficili da leggere
  • tendenza a premere troppo sul foglio o troppo poco
  • estrema lentezza e fatica nella scrittura
  • parole troppo distanti tra loro o attaccate
  • frequenti cancellature e difficile gestione dello spazio
  • parole scritte in senso opposto e confusione tra fonemi

Inoltre, in caso di disgrafia, è possibile che siano difficoltà anche nel riconoscere destra e sinistra, a leggere l’orologio analogico, a orientarsi nel tempo e nello spazio (pianificazione), difficoltà nella memoria a breve termine e impaccio motorio, dall’allacciarsi le scarpe al disegno geometrico.

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In termini di test e valutazione, invece, possiamo fare riferimento a tante batterie diagnostiche. Per identificare difficoltà motorie, la Movement ABC-2 rimane un punto di riferimento. Lo scopo è quello di identificare, a partire dai 3 anni, ritardo o compromissione dello sviluppo motorio oltre alla capacità di pianificazione.

Passando ai test specifici per la scrittura, BVSCO 3 è una batteria per la Valutazione clinica della Scrittura e della Competenza Ortografica. Dai 6 ai 14 anni, alcune prove consentono di valutare fluidità del movimento grafico, rapidità e leggibilità. Anche il BHK è uno strumento utilizzato nella pratica clinica per la quantificazione della disgrafia evolutiva nelle sue componenti di cattiva qualità del segno grafico (analisi morfologica), e disfluenza (velocità nella produzione di grafemi).

Terapie e potenziamento

Possiamo parlare di cura nel caso della disgrafia? Non proprio ma, se la diagnosi viene fatta per tempo, è possibile una rieducazione del gesto grafico. Questa metodologia offre tecniche di recupero efficace: parliamo di un percorso individuale che aiuta a consolidare o recuperare le proprie abilità grafo-motorie, per aumentare la padronanza del tracciato grafico.

Disgrafia

A chi è rivolto? A bambini a partire dalla scuola dell’infanzia fino alla fine della scuola superiore: prima si inizia, migliori saranno i risultati. La scrittura, infatti, non è un processo spontaneo ma acquisito, a partire da postura, presa della matita,  gesti e modello delle lettere. L’esercizio costante nel tempo attiva percorsi neuronali in grado di generare degli automatismi corretti! In caso di diagnosi tardiva, è possibile non passare per un percorso di potenziamento ma vertere su misure dispensative e compensative: uso del computer, dettatura, sintesi vocale e così via.

Le tecniche usate iniziano con attività preparatorie di rilassamento e di motricità specifica degli arti coinvolti nel gesto grafico, esercizi di macrografia e di pregrafismo, sia in verticale (ad esempio alla lavagna) che in orizzontale, fino alla vera e propria rieducazione della scrittura. Il percorso aiuta ogni bambino a ritrovare il piacere di scrivere e disegnare, riducendo la fatica in un’ottica di potenziamento e miglioramento delle proprie abilità attraverso strategie utili.

Curiosità

Nel bambino disgrafico identifichiamo un disturbo nell’apprendimento. È importante ricordare che la disgrafia non è dovuta a deficit cognitivi, così come tutti gli altri DSA: l’intelligenza del bambino disgrafico è perfettamente nella norma.

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