Indice
Freud Sigismund Schlomo, noto come Sigmund Freud, è tra gli studiosi più conosciuti in ambito psicologico. Ma, spesso, le convinzioni su di lui sono erronee e si conosce veramente poco la portata rivoluzionaria dei suoi studi e delle sue teorie.
In questo articolo, rivedremo la sua posizione in ambito psicologico – citando anche i colleghi Jung e Lacan. Poi, riassumeremo alcune delle sue teorie più all’avanguardia fornendo, in conclusione, un elenco di testi suggeriti per approfondire il suo immenso operato.
C’erano una volta Freud, Jung e Lacan…
Freud, Jung e Lacan sono tra gli studiosi più conosciuti nell’ambito psicologico. Addirittura, Freud è diventato così noto nella cultura di massa, soprattutto per la sua interpretazione dei sogni ma anche per la rivoluzione scientifica da lui portata avanti con le teorie sulla sessualità, da essere erroneamente conosciuto come il padre della psicologia.
In verità, né Freud, né Jung, né Lacan erano psicologi. Nel caso specifico di Freud, si è trattato invece di un neurologo, filosofo e psicoanalista, fondatore della psicoanalisi stessa che è la più antica tra le correnti della psicologia dinamica.
Diventare psicologi
La laurea in psicologia, invece, si ottiene attraverso specifici studi in psicologia (laurea triennale in scienze e tecniche psicologiche o simili, e poi laurea magistrale in uno degli indirizzi psicologici specialistici). Successivamente, dopo aver svolto le opportune ore di tirocinio, è possibile accedere a un esame di stato che concede l’iscrizione all’albo A e la successiva pratica della professione.
Padre della psicoanalisi
Freud, come dicevamo più su, è invece il padre della psicoanalisi, che rappresenta oggi uno specifico indirizzo di specializzazione che può essere adottato sia da psicologi che da medici, attraverso scuole e corsi strutturati ad hoc e che rappresentano appunto un percorso specifico in psicoanalisi, uno tra i tanti approcci attuabili in ambito psicologico.
E, allora, anche se abbiamo appurato che il padre della psicologia non è Freud (in realtà è un certo Wundt, che nel 1879 ha fondato il primo laboratorio scientifico di psicologia, identificato come il momento della nascita della psicologia come disciplina scientifica) e che Jung e Lacan non sono stati psicologi, vedremo prossimamente di conoscerli più da vicino.
I loro approcci, anche se tra i più conosciuti tra i non addetti ai lavori, in realtà attualmente non sono – o, meglio, non sono necessariamente – tra i più diffusi tra gli approcci degli psicologi e, quindi, nella conseguente pratica clinica. Infatti, di recente, le università italiane hanno costruito i loro piani di studio orientandosi soprattutto verso l’ambito della psicologia cognitivo-comportamentale, che è un’altra delle principali aree della disciplina psicologica.
Insomma, non vi aspettate obbligatoriamente che ogni psicologo abbia letto Freud o Jung, anzi, molto probabilmente, li ha sentiti soltanto nominare sbrigativamente in qualche corso all’università. Anche per questo, parleremo di questi studiosi in questo e nei prossimi articoli qui sul portale di Psicocultura per farcene un’idea più chiara. Partiremo adesso proprio da Freud.
Sigmund Freud e le sue Teorie
Freud nasce nel 1856 a Freiberg, ed è considerato uno dei principali studiosi del XX secolo. Ha elaborato innovative teorie che hanno influenzato diversi settori culturali, come medicina, filosofia, psicologia, religione, arte, antropologia e non solo.
La mente inconscia
Tra queste teorie, troviamo una teoria della mente che pone l’attenzione anche sulla mente inconscia, suggerendo che l’uomo non ha il controllo su tutto. Infatti, ciò che pensiamo sfugge spesso al nostro controllo così come le motivazioni dei nostri comportamenti e delle nostre azioni possono non avere nulla a che vedere con i pensieri coscienti.
Es, Io e Super-Io
Freud ha poi descritto l’apparato psichico come costituito da Es, Io e Super-Io, proponendo un nuovo modo di percepire la psiche. L’Es si occupa di identificare e soddisfare i bisogni primitivi, il Super-Io rappresenta la coscienza mossa da principi etici e morali e, infine, l’Io è una sorta di intermediario che cerca di accordare le richieste (spesso in contrasto) tra Es e Super Io.
Il principio di piacere
Menzioniamo anche la teoria pulsionale, dove vengono individuate e definite la pulsione erotica e la pulsione di morte. Freud scrive, in Al di là del principio di piacere, che «nella psiche esiste una forte tendenza al principio di piacere, la quale è però contrastata da altre forze o condizioni al punto che l’esito finale non sempre può corrispondere con la tendenza al piacere» (Cfr. Freud S., Al di là del principio di piacere, p. 27).
Insomma, riconosce che l’umano non è sempre mosso da pulsioni che spingono alla soluzione migliore e più salutare ma, al contrario, può accadere che queste ci spingano verso esperienze ‘spiacevoli’.
Anche questa considerazione è rivoluzionaria perché pone, per la prima volta, l’accento su motivazioni interne e inconsce all’essere umano che lo spingono verso scelte inaspettatamente dannose. Tutto ciò rivela che le persone non seguono strettamente la logica del ‘fare la cosa migliore’.
Sessualità
Ha poi anche parlato della teoria delle fasi psicosessuali e del complesso di Edipo, osservando come la sessualità umana si sviluppi a partire dall’infanzia e ricollegando per la prima volta i comportamenti infantili alla sessualità.
È stato un precursore anche degli studi sull’omosessualità, non definendola come una malattia o un’anomalia ma definendola come ‘una variazione della funzione sessuale’. Sostenendo inoltre che, ogni essere umano, sia inizialmente intrinsecamente bisessuale e che, solo successivamente, si vanno a formare delle preferenze (in un senso o in un altro).
Nel 1935 rispose così a una madre che faceva presente a Freud di avere un figlio omosessuale:
«L’omosessualità non è di certo un vantaggio, ma non c’è nulla di cui vergognarsi, non è un vizio, non è degradante, non può essere classificata come una malattia […]. Molti individui altamente rispettabili di tempi antichi e moderni sono stati omosessuali, molti dei quali sono stati grandi uomini» (cfr. https://www.huffingtonpost.it/2015/02/19/sigmund-freud-lettera-omosessualita_n_6713954.html).
Consigli di lettura
Questi appena riportati sono soltanto alcuni degli studi portati avanti e definiti da Freud ma il contributo dato da questo studioso è stato di enorme portata. L’unico modo per capirne a pieno il valore è quello di approfondire il suo operato direttamente dai suoi scritti o dagli scritti degli studiosi che hanno studiato a fondo la sua persona e la sua professionalità. Forniamo quindi al lettore un elenco di titoli che potrebbero rappresentare un primo approccio alla psicoanalisi freudiana:
Tra le opere principali di Freud stesso, per capirne di più delle sue teorie, troviamo L’interpretazione dei sogni (1899), Psicopatologia della vita quotidiana (1901), Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), Un ricordo infantile di Leonardo da Vinci (1910), Introduzione alla psicoanalisi (1915-17 e 1932), Al di là del principio di piacere (1920).
Se, invece, si ha voglia di approfondire l’esperienza di vita di Freud, può risultare interessante la lettura di alcune delle biografie a lui dedicate, come Freud. Una vita per i nostri tempi scritto da Peter Gay oppure Vita e opere di Freud di Ernest Jones.
Curiosità
Su Freud trovi anche una recente serie tv firmata Netflix (2020). La trama, in realtà, non si basa su una storia vera visto che racconta di un Sigmund alle prese con crimini e indagini poliziesche. La storia narrata però richiama espressamente alcune caratteristiche tipiche dello studioso: dal nome, alla capigliatura e taglio di barba e baffi, fino alla tipica pipa che Freud era solito fumare.
Se non si hanno aspettative riguardo alla precisione dei fatti storici, risulta comunque essere una serie interessante e dai colpi di scena inaspettati. Noi di Psicocultura ne consigliamo la visione!