Stress e sintomi ansiosi, quanto ne sentiamo parlare e quanto spesso li abbiamo sperimenti? Siamo abituati a pensare allo stress come a qualcosa di negativo, frutto di un periodo intenso e impegnativo. Partiamo con il dire che lo stress è una reazione fisiologica del nostro organismo e non è necessariamente un brutto segnale. Spesso è la spinta per reagire a certe situazioni, uno stimolo a fare meglio, un campanello di allarme che ci consente di evitare pericoli.
Con la parola stress si intende la risposta dell’organismo a stimoli nocivi che perturbano il suo equilibrio interno. Come reagisce? Con una serie di modifiche psicofisiche e comportamentali, volte a consentire all’organismo la reazione di difesa. L’agente stressante (stressor) può esser di natura fisica (traumi fisici, fatica, agenti tossici o termici…) o psichica: emotiva (perdita affettiva) o mentale (lavoro, richieste dell’ambiente sociale).
Più nello specifico, alla base dello stress troviamo:
• eventi di vita sia piacevoli che spiacevoli (matrimonio, nascita di un figlio, lutto, divorzio, fine carriera lavorativa, problemi di coppia);
• malattie organiche, che provocano tensione e disagio;
• cause fisiche: assenza di sonno, abuso di fumo e di alcol;
• fattori ambientali: mancanza di un’abitazione, esperienze traumatiche (terremoto, tsunami, incidente), ambienti rumorosi, inquinamento;
L’attivazione nel nostro corpo è massiccia, come possiamo vedere nello schema riassuntivo qui sotto, e per questo è importante conoscere sintomi e risposte con attenzione.

Sintomi da stress emotivo e psicofisico
Come già sottolineato, uno stress intenso, duraturo o non gestito bene può avere conseguenze sulla salute. La parola stress fu usata per la prima volta nel 1936 da Hans Selye che lo definì come “risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso”. Secondo questo modello, il processo stressogeno si compone di tre fasi differenti:
1. fase di allarme: si percepisce l’eccesso di richieste e di doveri, per poi provare a utilizzare ogni risorsa a disposizione per adempierle.
2. fase di resistenza: il sistema si stabilizza e tende a adattarsi al nuovo tenore di richieste.
3. fase di esaurimento: quando l’adattamento non è possibile, avviene una caduta delle difese e la conseguente comparsa di sintomi fisici, fisiologici ed emotivi.
Come possiamo riconoscere i sintomi dello stress e quali sono i segnali da non ignorare? Partiamo con i principali sintomi psicofisici:
• Stanchezza e mancanza di energia
• Insonnia
• Nervosismo generalizzato e agitazione
• Disturbi allo stomaco come diarrea, nausea, costipazione
• Mal di testa e tensioni muscolari
• Dolore al petto e battito accelerato
• Raffreddori frequenti
• Calo della libido
• Ronzio alle orecchie e vertigini
• Aumento della sudorazione
• Difficoltà a deglutire e a digerire, perdita di appetito o fame nervosa
• Digrignamento dei denti, sia di giorno che di notte
• Scarsa memoria
• Costante preoccupazione
D’altra parte, le conseguenze sullo stato emotivo sono altrettanto importanti. La sensazione generale è quella di sentirsi privi di energie e direzione, come se non sapessimo mai come reagire e cosa fare. Ad esempio, sotto stress intenso possiamo percepire:
• Voglia costante di piangere e infelicità;
• Enorme senso di oppressione;
• Rabbia e tensione, sempre sul punto di scoppiare;
• Nervosismo e sintomi di ansia;
• Solitudine e assenza di speranza;
• Sentirsi impotenti a cambiare le cose.
Stress lavoro correlato
Nell’Accordo Quadro Europeo del 2004, lo stress lavoro-correlato è definito come “una condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte in loro”.
Possiamo quindi ritrovare questo tipo di stress intenso in ogni luogo di lavoro, quali sono le cause?
• Percorso di carriera: incertezza e poca stabilità, promozione al di sopra o al di sotto delle proprie capacità, bassa retribuzione, precarietà, basso valore sociale del lavoro;
• Funzione organizzativa: scarsa comunicazione, basso supporto, poca propensione al lavoro di squadra, competitività, poca definizione di obiettivi aziendali;
• Ruolo: ambiguità del ruolo e conflitti di ruolo, responsabilità, subordinazione;
• Rapporti interpersonali: interazioni, scambi e rapporti interpersonali non gestiti in maniera adeguata;
• Interfaccia casa/lavoro: problemi di natura familiare, costante impegno fuori dal lavoro, scarso supporto.
Le conseguenze sono quelle di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente: cosa fare? La legge di tutela e, nell’ambito della organizzazione aziendale della sicurezza, si procede alla pianificazione e programmazione della valutazione dello stress lavoro-correlato. Questo attraverso il coinvolgimento di diverse figure professionali.
Cura e trattamento dello stress
In situazioni di stress intenso, alcune tecniche e terapie ci vengono in supporto: tecniche di rilassamento, mindfulness e soprattutto la psicoterapia cognitivo comportamentale. Una unione di questi approcci è la scelta migliore e più efficace!
Non a caso, la psicoterapia cognitivo comportamentale offre la possibilità di imparare i metodi di gestione dell’ansia e per modificare i comportamenti disfunzionali. Lo stress continuerà ad esserci ma possiamo imparare come reagire meglio. Il focus è sulle difficoltà presenti, analizzando punti di forza e di debolezza del paziente.