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Insonnia, il disturbo del sonno più comune. Il sonno, da sempre, si associa al concetto di quiete e riposo: sia il corpo che la mente hanno infatti bisogno di tempo per recuperare le forze al termine di una prolungata fase di attività. Per questo motivo l’insonnia, privandoci di tale ristoro, ha un’impatto così forte sulla qualità di vita di chi ne soffre.
Le ore di sonno necessarie per il buon funzionamento dell’organismo dipendono dalla fase di vita che sta attraversando. Ecco un’utile tabella riassuntiva:
- Neonati 16-18 ore complessive
- Infanzia 10/14 ore
- Adolescenza 9.5 ore
- Età adulta 7-8.5 ore
- Età avanzata: modificazione degli stadi del sonno
Insonnia, Significato
L’insonnia è, come anticipato, un disturbo del sonno abbastanza diffuso. È caratterizzato dalla difficoltà ad addormentarsi o a continuare a dormire, da una sensazione di sonno insufficiente, disturbato o poco ristoratore. Tutto ciò non può che compromette il normale funzionamento quotidiano, poiché limita nel recupero dell’energia di cui abbiamo bisogno per affrontare le nostre giornate.
Alcune persone sono maggiormente soggette a sviluppare disturbi del sonno e, in particolare, l’insonnia. Ad esempio:
- Lavoratori turnisti: a causa di un orario di lavoro che spesso coincide con il normale periodo di sonno (es: turni notturni, mattutini con inizio nelle primissime ore del giorno, turni serali). Spesso, nei lavoratori turnisti l’insonnia è transitoria, ma talvolta può diventare cronica.
- Persone in terza età: numerosi studi mostrano che la prevalenza dell’insonnia è maggiore nelle persone in terza età rispetto ai giovani adulti. La maggiore prevalenza tra le persone anziane non è solo dovuta all’età, ma anche a possibili comorbilità per condizioni mediche associate (vedi anche: Alzheimer e Demenza).
- Donne: le donne presentano una maggiore prevalenza d’insonnia rispetto agli uomini soprattutto nel periodo del menarca e della menopausa e, talvolta, durante la gravidanza.
- Persone affette da disturbi psichiatrici: è stata rilevata una maggiore prevalenza d’insonnia in pazienti psichiatrici, soprattutto chi soffre di ansia e depressione, ma anche chi fa uso di droghe e alcol;
- Malattie neurodegenerative e in persone affette da sindromi croniche che causano loro dolore.
- Persone che vivono un disagio sociale (es: soggetti con basso reddito o bassa scolarizzazione) e disagio familiare (divorzi, separazioni, lutti o aborti).
Conseguenze dell’Insonnia
Le conseguenze dell’insonnia possono essere anche particolarmente invalidanti per la persona che ne è affetta, in quanto la stanchezza si accumula notte dopo notte. Per questo motivo i soggetti che ne soffrono possono sperimentare:
- Difficoltà di concentrazione
- Tensione e/o irritabilità
- Riduzione dell’efficienza lavorativa (vedi anche: burnout e mobbing)
- Cefalea, nausea, dolori muscolari
- Deficit di memoria (vedi anche: memoria di lavoro)
- Sonnolenza diurna.
Spesso chi soffre d’insonnia tende ad aspettare, in una prima fase, che “passi da sola”. Al più ricorre a rimedi naturali come la melatonina o i fiori di Bach che facilitano l’addormentamento, ma che non costituiscono una vera e propria soluzione al problema. Quando l’insonnia non viene curata, può aggravare la condizione psicologica della persona e ripercuotersi anche sul piano fisico. Disturbi come l’enuresi possono provocare disturbi del sonno.
Le conseguenze a livello psicofisico di un’insonnia cronicizzata possono essere:
- Aumento del rischio di sviluppare disturbi psicologici, soprattutto depressione.
- Alterazioni a carico del sistema cardiovascolare. In particolare, vi è un incremento del rischio di ipertensione quando si dorme meno di 5 ore per notte.
- Insorgenza di disturbi endocrino-metabolici: i soggetti insonni hanno maggiore probabilità di sviluppare obesità e diabete di tipo 2 per la mancata secrezione dell’ormone che regola il senso sazietà (leptina) nelle ore notturne. (Vedi anche: Alimentazione e Psicologia)
- Aggravamento di deficit mnestici e insorgenza di disturbi cognitivi.
- Generale percezione di malessere psicofisico.
Tutto ciò comporta una riduzione della qualità di vita come conseguenza della compromissione del funzionamento in ambito lavorativo/scolastico, ma anche sociale e relazionale. Le relazioni, infatti, risentono della maggiore condizione di irritabilità sul piano affettivo, ma anche la dimensione sessuale può subire una battuta d’arresto a causa della riduzione di desiderio.
Un occhio di riguardo dovrebbe essere rivolto ai bambini quando soffrono d’insonnia. In particolare, questa condizione potrebbe causare loro più difficoltà di attenzione a scuola, intaccando il processo di apprendimento (vedi anche: ADHD e DSA).
Insonnia, Sintomi
Con il termine “insonnia“, dunque, ci si riferisce all’esperienza soggettiva di un sonno insufficiente o di scarsa qualità . Può presentarsi come:
- Difficoltà nell’addormentamento
- Difficoltà nel mantenere la continuità del sonno
- Risveglio precoce al mattino
- Sonno non ristoratore.
In ognuno di questi casi, la persona manifesta questo genere di difficoltà nonostante le condizioni siano favorevoli al sonno.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne.Cesare Pavese
Tipologie
Esistono diverse forme di insonnia, a seconda del parametro che si prende come riferimento. In base al periodo di insorgenza, si distingue l’insonnia totale o parziale. La prima, più rara (solo 1% dei casi), è di solito di breve durata. L’insonnia parziale, più frequente, si può classificare in base al momento della notte in cui insorge:
- Iniziale (difficoltà di addormentamento)
- Centrale (difficoltà di mantenimento del sonno, con risvegli frequenti nel corso della notte)
- Terminale (risveglio mattutino precoce).
Può essere inoltre: transitoria, quando dura pochi giorni; persistente, se persiste per qualche settimana; cronica, quando ha durata di oltre un mese.
Ancora, l’insonnia può essere definita sulla base della sua origine.
Insonnia Psicofisiologica
Questo tipo di insonnia dipende da una generale condizione di stress a cui la persona è sottoposta; per tale ragione è considerata una forma di insonnia reattiva. Coloro che ne soffrono lamentano difficoltà di addormentamento, continui risvegli notturni e anche difficoltà nel dormire durante il giorno. Generalmente si tratta di un tipo di insonnia che non dura più di tre settimane ed è solitamente associata ad eventi negativi (lutto, licenziamento, problemi economici). Tuttavia, se i fattori stressanti non vengono trattati e risolti, tale insonnia può divenire cronica.
Vedi anche: Disabilità e Stress Genitoriale
Insonnia Idiopatica
L’insonnia idiopatica compare senza la presenza di uno stress esterno, non è associata all’utilizzo di alcun farmaco, né ad un disturbo di carattere neurologico o psicologico. Compare generalmente fin dalla nascita e non si conoscono le esatte cause. Perciò è un disturbo persistente che può interferire con la vita quotidiana di chi ne è affetto. Si presenta con numerosi risvegli notturni e con difficoltà di addormentamento, anche quando si è estremamente stanchi. Può portare ad importanti conseguenze dal momento che il corpo non riesce a fronteggiare la mancanza di sonno.
Insonnia Paradossa
La persona che soffre di questa tipologia di insonnia è convinta di non dormire a sufficienza e di svegliarsi numerose volte. In realtà, monitorando il sonno, si scopre che non vi è alcun risveglio, ma un sonno profondo e continuativo. Per tale ragione risulta anche molto difficile da trattare: la persona ha difficoltà nel comprendere ed accettare tale situazione.
Insonnia con Inadeguata Igiene del Sonno
Questo genere di insonnia si manifesta in seguito a comportamenti che minano la corretta igiene del sonno, come il dormire con la televisione accesa in camera, un partner rumoroso, l’utilizzo di apparecchi con luce blu (smartphone, tablet…). Anche svolgere attività fisica in un orario troppo vicino a quello del sonno può essere controproducente, come eccedere nel consumo di caffeina o altre sostanze psicostimolanti. Inoltre la qualità del sonno può essere influenzata anche dalla situazione ambientale, ad esempio quando l’ambiente in cui si dorme è rumoroso.
Generalmente attraverso un’accurata anamnesi si può risalire ai comportamenti che compromettono la qualità del sonno. Data la sua tipologia, è di solito passeggera. Tuttavia, se trascurata, può perdurare e procurare disagi significativi alla persona che ne soffre.
Insonnia, Cause
Riassumendo, le cause dell’insonnia possono essere molteplici: individuarne correttamente l’eziologia è fondamentale, come vedremo nel prossimo paragrafo, per adottare la strategia di intervento più efficace. Indicativamente, possiamo suddividere le cause dell’insonnia in tre ampie categorie:
- Situazionali: sono quelle che dipendono dal contesto in cui si dorme oppure da particolari momenti di vita particolarmente stressanti o difficili. Il dolore cronico può, ad esempio, essere causa d’insonnia.
- Non situazionali primarie: l’insonnia non è prodotta da effetti fisiologici di sostanze o da condizioni di tipo medico. Solitamente l’origine del disturbo è da ricercare nella scorretta igiene del sonno o da alterazione del ritmo circadiano (quando, cioè, gli orari del ciclo sonno veglia non sono rispettati in modo regolare). Inoltre, anche l’ansia anticipatoria del “non dormirò bene neanche stanotte” può giocare un ruolo determinante in questo senso.
- Non situazionali secondarie: sono quelle di origine psichiatrica, neurologica o che sono in relazione a malattie internistiche. In altre parole, si tratta di insonnie reattive provocate da problematiche psicologiche o organiche pregresse. Ad esempio, una forma di insonnia di questo tipo è correlata ad eventi traumatici ed è un sintomo molto comune nel disturbo post traumatico da stress (PTSD). Può essere presente, inoltre, in comorbilità con diagnosi psichiatriche come la schizofrenia.
Ho delle borse sotto agli occhi che servono a portare i miei sogni. Quando troverò il mio, le svuoterò e gli occhi brilleranno leggeri.
Alessandro D’Avenia
Come si fa la diagnosi?
Il percorso diagnostico è finalizzato a tracciare un quadro completo e specifico dell’insonnia riportata dalla persona. Come abbiamo appena visto, infatti, sia le cause che i sintomi possono essere molteplici e dar luogo a situazioni cliniche molto differenti tra loro.
Nella raccolta anamnestica si indagano fattori legati sia al numero di ore di sonno che alla qualità percepita di tale sonno. Importante è capire quante volte la persona si sveglia, ad esempio, o se fa sonnellini nell’arco della giornata. Si ripercorrono il periodo di insorgenza e le cause, per poi comprendere la durata e la gravità del disturbo, valutando anche i sintomi diurni.
Per ottenere dati il più specifici possibili, si chiede alla persona di appuntare su un diario del sonno gli orari in cui va a dormire e in cui si sveglia, oltre a qualsiasi altra informazione che potrebbe risultare utile ai fini della diagnosi. L’indagine ipnologica dei disturbi del sonno si avvale, infatti, sia di mezzi clinici (questionari, diari del sonno, scale di sonnolenza) che di mezzi strumentali (eeg- Holter24h, M.S.L.T., actigrafia, polisonnografia). La polisonnografia è, tra questi, quello più conosciuto.
Dall’anamnesi, a volte, è già possibile discriminare tra insonnia su base psicologica o organica. Nel primo caso dovrebbe essere trattata con approccio psicoterapeutico, mentre nel secondo possono essere indicati esami di approfondimento. Per tale ragione un corretto inquadramento diagnostico è fondamentale: consente di definire la strategia di intervento più appropriata.
Se si sospetta di soffrire di un quadro di insonnia, può essere dunque importante rivolgersi ad una struttura che si occupa di medicina del sonno.
Insonnia in Gravidanza
L’insonnia può presentarsi anche come sintomo in gravidanza. In questi casi viene considerata come un disturbo passeggero associato ai numerosi cambiamenti che si manifestano in questo particolare periodo di vita della donna. Il ritmo e la qualità del sonno possono essere influenzati sia dall’aumento degli ormoni (estrogeni e progesterone) sia dalle emozioni, positive e/o negative, associate alla gravidanza. Gli aspetti fisiologici legati alla gestazione costituiscono, inoltre, fattori importanti per lo sviluppo di insonnia.
Nel corso del primo trimestre, oltre all’aumento degli ormoni, possono comparire sintomi come nausee, vomito e stanchezza diurna che inducono la gestante a riposare spesso durante il giorno a scapito del riposo notturno. Nel secondo e terzo trimestre, invece, ad influenzare il ritmo e la qualità del sonno sono i cambiamenti corporei che si verificano. Ad esempio, la pancia che cresce potrebbe creare difficoltà nel trovare una posizione comoda per dormire. La donna comincia ad avvertire nettamente i movimenti fetali ed inoltre vi è un aumento della frequenza di minzione. Tutto ciò può generare difficoltà nella fase di addormentamento e frequenti risvegli notturni.
Si può fare sesso in gravidanza? Solitamente sì, a patto che non vi siano rischi medici accertati. E’ sempre meglio consultare il proprio ginecologo. Per saperne di più: Sesso in gravidanza.
Rimedi per l’Insonnia
Dormire meno del necessario causa un dissesto generalizzato nelle funzioni corporee. Non si sa esattamente con quali meccanismi, ma molti studi epidemiologici hanno trovato un’evidente correlazione fra la durata del sonno, alcune funzioni del corpo umano e la salute. Per esempio, calano rapidamente la memoria, la capacità di giudizio, l’apprendimento, la capacità di fare associazioni, la creatività e l’attenzione. Al contrario, aumenta il rischio di depressione.
Ci sono degli accorgimenti che si possono tenere per facilitare la corretta igiene del sonno:
- Assecondare il proprio profilo cronobiologico;
- Distinguere l’insonnia dal disturbo circadiano;
- Indossare occhiali scuri a partire dalle ore 18;
- Ridurre al minimo le stimolazioni luminose e psicosensoriali a partire dalle ore 21;
- Esporsi alla luce intensa appena sveglio per almeno 20-30 minuti.
Ogni persona possiede un diverso livello di energia durante la giornata; non è possibile modificarne la curva di concentrazione poiché è determinata biologicamente. Esistono persone che sono più attive appena sveglie e che per questo vengono definite “allodole“, mentre altre sono più vitali nel pomeriggio, i cosiddetti “gufi”.
Oltre ad una fisiologica struttura intrinseca del sonno, il riposo di qualità deve avvenire in orari non casuali (rispettando le porte del sonno) e in condizioni ambientali adeguate, tenendo conto anche del cronotipo (gufo o allodola) del singolo soggetto.
Farmacoterapia
Il trattamento dell’insonnia ad oggi prevede frequentemente la combinazione di farmacoterapia e psicoterapia. I farmaci utilizzati sono soprattutto quelli ipnotici, che hanno effetto sedante e, appunto ipnotico. Questa categoria di farmaci nasconde un rovescio della medaglia, in quanto spesso e volentieri creano dipendenza (vedi anche: Craving).
A livello farmacologico possono essere trattati anche sintomi derivanti da una condizione di insonnia. In questa prospettiva, curare l’insonnia diventa strategico per impedire le complicanze che possono derivare dalla cronicizzazione del disturbo. La gestione appropriata dell’insonnia non si esaurisce con l’impostazione della terapia farmacologica ma, implica un adeguato monitoraggio nel tempo della situazione clinica.
Psicoterapia
Qualora l’insonnia sia una condizione cronica e non più occasionale e passeggera, la terapia più indicata è quella psicoterapica. La psicoterapia che ottiene maggiori benefici in questo senso è quella cognitivo-comportamentale, che utilizza tecniche di impronta cognitiva e/o comportamentale in base alle caratteristiche dell’insonnia e della persona che ne soffre.
Talvolta per facilitare l’addormentamento si può ricorrere ad alcune tecniche che facilitano il rilassamento ed inducono la persona ad addormentarsi più facilmente. Per approfondire l’argomento, vedi anche:
Lo psicologo deve fare in modo che la persona acquisisca la consapevolezza della necessità di verifica dell’andamento del suo disturbo con controlli regolari avvalendosi per la valutazione clinica di una serie di parametri e di strumenti di valutazione. Tra questi, il diario del sonno riveste un’importanza fondamentale per la comprensione dei fattori che sono correlati ad una scarsa qualità del sonno. Tale strumento infatti permette di monitorare nel tempo il numero di ore di sonno, il tempo di addormentamento, i risvegli notturni, il risveglio precoce. Esso non può prescindere da una completa psicoeducazione su quegli aspetti che sono implicati nella corretta igiene del sonno e sulle cause che, in quella specifica persona, hanno determinato e mantengono il quadro sintomatologico.
Per una valutazione corretta del problema, è necessario considerare la situazione clinica di ogni singolo paziente, in relazione a certezza diagnostica, durata, gravità, tipo e cause di insonnia, terapia farmacologica e comorbilità.
Lo scopo di questi interventi psicoterapeutici è duplice: da un lato si migliora il rapporto con il sonno, promuovendo un senso di controllabilità del fenomeno e riducendo il disagio che caratterizza le situazioni di insonnia; dall’altro si interviene per ridurre la dipendenza farmacologica e ripristinare un uso controllato dei farmaci ipnotici.