Tossicodipendenza: Definizione, Psicologia, Cause e SanPa su Netflix

Indice

Tossicodipendenza, definita come un comportamento che deriva dall’uso cronico e compulsivo di sostanze stupefacenti, farmaci a prescrizione medico o alcol. Stiamo purtroppo parlando di una piaga che affligge l’uomo da parecchio tempo, basti pensare che il termine deriva dal greco toxikon, tradotto come “veleno”. La tossicodipendenza si riferisce ad un vero e proprio sistema comportamentale, con una forte base neurale che contribuisce ad instaurare la dipendenza. Il soggetto perde il controllo, inizia una ricerca compulsiva della sostanza e vive uno stato emozionale negativo in sua assenza.

Uno dei lati negativi della tossicodipendenza è che il paziente viene spesso considerato “scomodo”. I sanitari lo vedono come un parassita, colpevole del suo stesso male e incapace di controllarlo. Inoltre, alcune sostanze possono provocare fenomeni allucinatori o delirio che aumentano il rischio di reazioni aggressive. Questo ci permette di capire quanto sia difficile avere a che fare con pazienti di questo tipo. In situazioni di questo tipo viene meno anche il compito genitoriale di cura responsabile, dunque entrano in gioco risposte di tutela come l’affido familiare.

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A differenza di quello che potremmo pensare, l’interesse per le tossicodipendenze sorge a partire dagli anni ’80 a causa del repentino aumento dei casi. Le conseguenze delle dipendenze non hanno a che vedere soltanto con quello che è il benessere fisico e mentale. Da sempre, infatti, il soggetto tossicodipendente si trova ad avere a che fare con un forte stigma sociale. Cogliere la vera essenza della psicopatologia in questa area è più difficile di quanto potremmo immaginare. Come vedremo all’interno di questo articolo, alla base della tossicodipendenza possono esserci cause estremamente diverse. Un paragrafo dell’articolo è dedicato anche alla mini serie TV su Netflix SanPa, dedicata alla storia della comunità terapeutica San Patrignano e al suo fondatore Vincenzo Muccioli.

Curiosità

Oltre alla tossicodipendenza, esistono altre forme di dipendenza patologica di tipo comportamentale. Il gioco d’azzardo patologico è l’unico disturbo da addicted attualmente riconosciuto. Gli altri, ancora in fase di studio, sono la dipendenza da interner, da shopping, da attività sportiva e dal sesso. Vedi anche: Ipersessualità: Criteri Diagnostici, Modelli Teorici, Cause e Terapia

Tossicodipendenza, Definizione

Il termine “tossicodipendenza” può essere utilizzato in modo interscambiabile con la definizione di dipendenza da sostanza. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la definizione data nel 1992, la dipendenza corrisponde ad uno stato psichico, qualche volta fisico, risultante dall’interazione tra un organismo vivente e un farmaco. Questo stato è caratterizzato da comportamenti o reazioni che includono l’uso compulsivo della sostanza, continuo o anche periodico. Oltre all’esperienza dei suoi effetti psichici e, qualche volta, dalla paura del malessere determinato dalla sua assenza.

Di base, la dipendenza patologica a cui ci riferiamo è una forma morbosa, legata dall’uso distorto di una sostanza, di un oggetto o di un comportamento. In questo caso, la tossicodipendenza è connessa nello specifico all’utilizzo di sostanze stupefacenti, alcol o farmaci. Nella vigoressia, può esserci un abuso di integratori alimentari o di anabolizzanti. Si tratta di un’abitudine incontrollabile e irrefrenabile che il soggetto non può allontanare da sé, una specifica esperienza, una condizione invasiva. Un filone di ricerca, sempre più corposo nel corso degli ultimi anni, si fonda sulla definizione di una base comune tra le diverse forme di addiction (dipendenza).

Il soggetto vive un sentimento di incoercibilità, dunque non può farne a meno nonostante sia consapevole delle conseguenze negative. Inoltre, vive il bisogno coatto di ripetere la stessa azione con modalità compulsive oltre a fenomeni come il craving, l’assuefazione (tolleranza) e l’astinenza.

Il DSM-5 inserisce tra le cause di tossicodipendenza tutte le sostanze che vengono assunte in eccesso e che hanno in comune l’attivazione diretta del sistema cerebrale di ricompensa. Questo sistema è infatti coinvolto nel sistema di rafforzamento dei comportamenti e nella produzione dei ricordi. Esse producono un’attivazione così intensa che le normali attività possono venire trascurate. Proprio per questo il soggetto tossicodipendente a che vedere con un disturbo biopsicosociale, capace di intaccare e influenzare ogni aspetto della sua esistenza.

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Curiosità

Per commettere reati sessuali, alcuni sex offender somministrano alle proprie vittime sostanze psicoattive con effetti sedativi e che possono causare dissociazione e amnesia. La più comune è il GHB, o “droga dello stupro”.

Passaggi della Tossicodipendenza

Il percorso del paziente tossicodipendente segue più o meno una modalità sempre uguale. Abbiamo già accennato che le cause possono essere molto diverse, legate sia a caratteristiche biologiche che sociali del paziente.

  • Si parte di solito con uso non problematico, definito anche uso sperimentale. Il soggetto inizia a venire a contatto con certi tipi di sostanze in modo occasionale, a volte anche sociale quindi insieme ad amici. Le dosi sono di solito piuttosto basse così come la frequenza dell’utilizzo.
  • In alcuni casi, questo uso sperimentale può trasformarsi piuttosto facilmente in un abuso. Prevedere quando questo accade è impossibile, per questo è importante fare molta attenzione. Per esempio, esistono personalità dipendenti più propense a diventarlo. Qui si registra un aumento del dosaggio e della frequenza, con conseguenze gravi e imprevedibili.
  • Si passa poi al consumo dipendente, con dosi generalmente quotidiane, una compulsione all’uso e conseguenze sempre più gravi sullo stato di salute. Qui inizia a crearsi anche una ritualità legata all’utilizzo, piuttosto pericolosa. Ogni area della vita del paziente è intaccata dal suo rapporto con la sostanza, inizia a frequentare chi condivide con lui la dipendenza e lascia andare tutto il resto. Frequente l’associazione anche con Disturbo Antisociale di Personalità.
  • Il paziente ha poi la possibilità di sperimentare un recupero dell’astinenza, non affatto semplice da raggiungere anche a causa dei meccanismi cerebrali ormai instaurati.
  • La ricaduta e ciò che spesso si vive con il paziente tossico dipendente, proprio perché stiamo parlando di una problematica cronica che tende a ripetersi nel tempo. Raggiungere un’astinenza a lungo termine è possibile, ma richiede un lavoro costante.

Craving e Droga

Per parlare di tossicodipendenza, il disturbo da uso di sostanze prevede un utilizzo patologico per almeno 12 mesi. Oltre ai problemi sociali, lavorativi troviamo anche il fenomeno del craving tra i sintomi tipici. Con questo termine ci riferiamo a un desiderio drammaticamente intenso rivolto all’effetto piacevole della sostanza o del comportamento centro della dipendenza. Il paziente vive uno stato motivazionale generato da stimoli esterni, parecchio incentivato dalle aspettative di effetti positivi. La sostanza permette di allontanarsi dalla realtà, che spesso e volentieri può essere troppo dolorosa per essere affrontata.

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Il craving costituisce una componente anticipatoria dell’effetto della sostanza, una tensione che rende impossibile non agire compulsivamente. Naturalmente è presente una componente fisiologica, oltre alla componente psicologica connessa alla memoria di rinforzi positivi. Oltre alla perdita di controllo e alla differente reattività agli stimoli, il craving è un aspetto centrale dell’addiction.

Curiosità

Anche l’autolesionismo più assumere caratteristiche di dipendenza quando viene messo in atto in modo ripetitivo, compulsivamente. per saperne di più: Autolesionismo in adolescenza

Tossicodipendenza e Psicologia

Come abbiamo già detto all’inizio di questo articolo, avere a che fare con una persona con addiction non è affatto semplice. Oltre ad essere considerati imprevedibili e scomodi, il personale sanitario non sa sempre come agire. Il paziente tossicodipendente è ambivalente nei nostri confronti e non solo, partire da questo presupposto è essenziale. Si affida al clinico, da una parte, per cambiare vita ma all’improvviso può diventare scostante e anche aggressivo. Naturalmente, l’aspetto psicologico è centrale per provare a risolvere il problema della dipendenza. In cosa consiste un intervento psicologico?

Il tossicomane può passare otto ore ad osservare un muro. Ha coscienza di ciò che lo circonda, ma l’ambiente è per lui privo di caratteristiche emotive e di conseguenza anche di interesse.

William Borroughs

Intervento Psicologico

Come intervenire in caso di tossicodipendenza?

  • Prima di tutto è importante sapere che un intervento con un paziente dipendente non può essere fatto nel classico studio dello psicoterapeuta, è necessario rivolgersi ad un ambulatorio specializzato che sappia controllare al meglio e gestire la situazione. Il primo step del processo diagnostico consiste in una valutazione della prospettiva sincronica, riferita al problema attuale ma anche diacronica, una osservazione dei sintomi nell’intero arco di vita.
  • L’analisi deve proseguire in riferimento a diverse aree e a diversi livelli conoscitivi, riferiti anche a diverse fasi temporali per riuscire a comprendere meglio il problema. Per esempio, è importante capire se i criteri da disturbo di uso di sostanze sono soddisfatti, per quale sostanza e con quali caratteristiche.
  • Il terapeuta deve dimostrarsi empatico nei confronti del paziente ma, allo stesso tempo, deve aiutarlo a diventare più consapevole possibile del problema. Nascondere la gravità o fare finta che le conseguenze negative possano essere facilmente recuperabili, non aiuterà il tossicodipendente a migliorare la propria situazione.
  • Un altro elemento importante per una buona diagnosi è la valutazione delle eventuali comorbilità. Spesso e volentieri, alla base della tossicodipendenza riproviamo diverse tipologie di psicopatologia. La sostanza può diventare strumento adattivo per tenere sotto controllo un altro disturbo, come nel caso dei disturbi del sonno (vedi anche insonnia), disturbi di personalità, disturbo borderline o disturbo bipolare piuttosto che una diagnosi di ADHD.

Vedi anche: Dissonanza Cognitiva

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Cause della Tossicodipendenza

Abbiamo già chiarito che l’uso di sostanze può facilmente tramutarsi in un disturbo multifattoriale, con diverse cause e diverse conseguenze. Stiamo parlando di una problematica dalle tante sfaccettature, sia per ciò che riguarda la genesi che per quanto riguarda la sua manifestazione. Riuscire a comprendere con chiarezza quali sono le cause alla base dell’addiction è essenziale. Dobbiamo sempre tenere a mente che dobbiamo considerare il concorrere e il convergere di fattori differenti, dunque l’intervento deve tenere conto di tante cose.

Fattori alla Base della Dipendenza

  • Fattori biologici, come nel caso di fattori genetici, malattie fisiche piuttosto che disturbi psichiatrici. Il paziente può essere più vulnerabile a causa di una storia di dipendenza in famiglia, per esempio genitori tossicodipendenti. Questo può aumentare il rischio di sviluppare una addiction di sette volte, grazie alla trasmissione di enzimi per la tolleranza alla sostanza maggiore della media. Lo sviluppo ha un ruolo centrale, anche il disturbo oppositivo provocatorio, tipicamente sviluppato in infanzia e adolescenza, aumenta il rischio.

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  • Fattori psicologici, come per esempio il temperamento o i tratti di personalità. È importante infatti analizzare tratti adattivi e disattivi del singolo soggetto. A volte, l’abuso può diventare un meccanismo di adattamento legato all’incapacità di gestire un disturbo in comorbilità. Altre volte, aiuta a sostituire una dipendenza differente.
  • Fattori sociali, legati a norme sociali ma anche valori familiari. Crescere in una famiglia dove per ogni piccolo malessere la risposta è utilizzare il farmaco, può aumentare il rischio di sviluppare una dipendenza. Sono molto importanti anche i valori sostenuti all’interno del proprio gruppo di pari, soprattutto durante il periodo dell’adolescenza. Inoltre, è importante prendere in considerazione gli eventuali stressor sociali: lutti non elaborati, violenze, abusi, malattie o crisi familiari.

Neuroscienze e Tossicodipendenza

Parlando di neuroscienze e tossicodipendenza, entriamo nel capitolo dedicato alla prospettiva psicobiologica, che si prefigge di fornire le spiegazioni delle basi biologiche dei fenomeni che caratterizzano l’addiction. Come abbiamo già accennato all’inizio dell’articolo, è sempre più crescente la parte di ricerca scientifica dedicata a trovare una base comune tra diverse tipologie di dipendenza. Di base, le sostanze e i comportamenti alla base dell’addiction inducono e possiedono spiccate proprietà motivazionali. Questo significa che il loro effetto rappresenta per il paziente un fine primario della propria esistenza, al pari di stimoli legati alla nostra sopravvivenza come il cibo e il sesso.

Le proprietà gratificanti sono molto elevate e questo induce a rinforzare il circuito cerebrale responsabile. Queste proprietà motivazionali dipendono dall’attività di aree cerebrali connesse anche a comportamenti legati alla sopravvivenza. Queste aree sono localizzate nella parte mediale e ventrale dell’encefalo, nello specifico lo shell del nucleo accumbens e l’amigdala estesa. Qui avviene l’instaurarsi della gratificazione vera e propria. Per quanto riguarda le sostanze d’abuso, i meccanismi neurochimici alla base hanno una natura diversa. Differenti sono i recettori e i sistemi neurotrasmettitoriali con cui le diverse sostanze interagiscono.

cervello e dipendenza

Il sistema limbico svolge una funzione cerebrale molto importante quando parliamo di tossicodipendenza. Le strutture cerebrali comprese esercitano, infatti, un controllo comportamentale di tipo primitivo, integrando emozioni e gratificazione. Questa è la componente chiave del circuito di ricompensa cerebrale, grazie anche al ruolo della dopamina. Da questo neurotrasmettitore dipende l’intera fase di wanting, lo stato di eccitazione che rinforza la ricerca della sostanza.

Curiosità

Per aumentare la capacità di controllo sui comportamenti, è possibile praticare la Mindfulness.

SanPa su Netflix

Per fare del bene puoi usare qualunque metodo, non c’è limite? SanPa, mini serie di 5 puntate su Netflix, racconta la storia di San Patrignano, comunità terapeutica di recupero per tossicodipendenti in Italia, fondata nel 1978 a immagine e somiglianza del suo creatore, Vincenzo Muccioli. La figura di questo imprenditore romagnolo acquista spessore quando, in un momento in cui lo stesso Stato italiano non sa come affrontare la piaga della droga tra i più giovani, si assume la responsabilità di dare loro una nuova opportunità. Amore, fiducia, comprensione e non giudizio: un desiderio disinteressato di recuperare migliaia di pecorelle smarrite.

La domanda che fin dai primi minuti della visione di SanPa sorge spontanea, però, riguarda proprio l’inesperienza alla base di questo progetto, che promette di curare dipendenze senza ricorrere a terapie psicoterapeutiche e mediche. Un uomo e il suo modo di relazionarsi possono diventare seme della cura per chi ha perso ogni cosa e ogni legame per una dose di eroina? “Era semplicemente Dio che passava e ci salutava” raccontano alcuni degli ospiti.

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Muccioli e San Patrignano

Il rischio principale, dando vita a una comunità costruita intorno alla figura di un uomo imponente e paterno, è che emerga di nuovo l’aspetto dipendente di ragazzi come quelli ospitati a San Patrignano. La personalità monumentale di Muccioli crea a sua volta dipendenza, secondo alcuni dando vita a un vero e proprio mito dal fascino istrionico. Oltre a questo, le testimonianze di violenza e mezzi poco ortodossi all’interno della comunità confermano il tentativo disperato di controllare corpo e mente di ragazzi dipendenti. Innegabile è l’aiuto che il gruppo di San Patrignano ha offerto a tante giovani vite, ma a che prezzo?

La serie vuole proprio mettere in luce anche gli aspetti più oscuri di questa realtà, in cui ogni ragazzo pronto a fuggire era un fallimento imperdonabile. Importante da prendere in considerazione anche il contesto storico, in cui l’Italia desiderava rinchiudere un problema come quello della tossicodipendenza in un luogo sicuro e lontano sia dalle piazze che dalle famiglie, distrutte. “Quello che io sono, lo sono anche grazie a Vincenzo e a San Patrignano. Anche se mi tocca riconoscere: nonostante Vincenzo e nonostante San Patrignano.” La salute mentale entra in correlazione con diverse forme di dipendenza e, per questo motivo, non può essere considerata accessoria. 

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Relazioni e Droga

Naturalmente, creare e mantenere relazioni con un soggetto dipendente è quasi impossibile. Come già accennato qualche paragrafo fa, la tendenza naturale del tossicodipendente è quella di creare una rete di relazioni connessa alla sostanza. A partire da chi procura la sostanza per finire con chi ne condivide l’utilizzo, l’obiettivo è sia quello di facilitare l’abuso che di eliminare ogni tipo di giudizio.

Una delle motivazioni per cui pazienti di questo tipo vengono considerati scomodi è che, quasi sempre, appaiono anche disinteressati alla propria famiglia e a tutti coloro che subiscono indirettamente le conseguenze della dipendenza. Anche decidere di tagliare del tutto i ponti con loro non è affatto semplice, ritorna il discorso dell’ambivalenza perché a volte possono sembrarci convinti di cambiare e altre del tutto egoisti.

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Soprattutto nei momenti di difficoltà, quando magari manca il denaro necessario per acquistare la sostanza, pazienti di questo tipo riescono anche a sfruttare un aspetto più manipolatorio. Convincono gli altri di essere pronti a cambiare ma, in realtà, desiderano semplicemente ottenere il prima possibile ciò di cui hanno bisogno. Questo è il motivo per cui, nella maggior parte degli interventi ambulatoriali dedicati al trattamento dell’abuso di sostanze, è importante coinvolgere anche parenti e familiari nella terapia. Nella terapia ACT, una parte è dedicata anche alla capacità di stare nel presente in modo non giudicante, accettando anche le emozioni negative.

Dobbiamo partire dal presupposto che la sostanza riesci a prendere il pieno controllo dell’individuo, dunque nella fase di abuso non abbiamo a che fare davvero con la persona ma con la droga. Esiste la possibilità di dare una svolta a questo rapporto non senza riuscire a risolvere il problema di dipendenza.

Curiosità

L’uso di droghe in gravidanza può determinare l’aborto del feto. Per saperne di più: Aborto, Spontaneo e Volontario