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Disturbo Antisociale di Personalità: DSM 5, Comportamento, Cause e Test

Indice

Disturbo Antisociale di Personalità, anche detto sociopatia, è caratterizzato da inosservanza delle regole e dei diritti altrui a partire dai 15 anni. I soggetti con diagnosi di disturbo antisociale tendono a commettere frequentemente atti illeciti e fraudolenti. Inoltre, è comune la tendenza allo sfruttamento e sconsiderati per profitto personale, per piacere e senza alcun tipo di rimorso o pentimento. La caratteristica di questo disturbo di personalità rispetto ad altri è la precocità dei sintomi. Infatti, nella diagnosi inclusa nel cluster B del DSM 5 relativa ai disturbi di personalità, ritroviamo nei criteri la presenza di un Disturbo della Condotta prima dei 15 anni. Stiamo parlando dell’unico caso in cui c’è una compresenza esplicita tra un disturbo riferito all’adolescenza e la sua evoluzione nell’età adulta.

disturbo antisociale
Joker, personaggio letterario caratterizzato da sociopatia. Tipico per i sociopatici è anche usare uno pseudonimo, proprio come decide di fare Joker.

Secondo stime recenti, la diagnosi di questo disturbo di personalità è più comune tra soggetti che hanno alle spalle una storia di abbandono scolastico, di aggressività e fanno parte di gruppi sociali più svantaggiati. La rabbia entra a far parte anche del disturbo oppositivo provocatorio, tipicamente sviluppato in infanzia e adolescenza. Dati di questo tipo confermano l’interazione tra ambiente e genetica nello sviluppo dell’antisocialità. Forte la connessione anche con il disturbo narcisistico di personalità, come approfondiremo più avanti. Vediamo quali sono i criteri contenuti nel DSM 5, le caratteristiche del comportamenti antisociale, le cause e i test utilizzati in fase di diagnosi.

Io non sono uno psicopatico, sono un sociopatico. C’è una differenza. Uno psicopatico è un malato, non sa distinguere il bene dal male. Un sociopatico conosce la differenza, solo che non ha una coscienza, capisce? E non gliene frega niente.

Il camaleonte assassino

Disturbo Antisociale di Personalità, DSM 5

Compreso all’interno del cluster B dell’ultima edizione del Manuale Diagnostico, tra i disturbi di personalità, il Disturbo Antisociale di Personalità è caratterizzato da modello pervasivo di disprezzo per le regole e le leggi altrui. I numeri atti illeciti e fraudolenti che compie il soggetto antisociale possono essere giustificati razionalmente da lui stesso, oppure essere compiuti con assoluta indifferenza verso i diritti altrui. Non a caso, il primo criterio contenuto all’interno del DSM, parla proprio di una personalità caratterizzata da inosservanza delle regole e dei diritti altrui.

La prevalenza del Disturbo Antisociale di Personalità cambia a seconda delle caratteristiche della popolazione esaminata. Secondo analisi piuttosto recenti, la prevalenza oscilla dal 2-3% circa nella popolazione generale, fino ad arrivare a più dell’80% nelle valutazioni eseguite negli istituti di pena e nelle carceri. Inoltre, il disturbo antisociale è più frequente nei maschi che nelle femmine, con una base che potrebbe connettersi anche alla neuropsicologia. Si riscontra con più frequenza tra i 24 e i 44 anni, con una percentuale in diminuzione dopo i 45 anni di età.

Criteri nel DSM 5

Devono essere necessariamente presenti 3 o più dei seguenti criteri:

  • Non conformità alle norme sociali e alla legalità, non a caso una grande parte dei soggetti con diagnosi di disturbo antisociale si trova in carcere. Gli altri e le leggi sono fonte di disprezzo, spesso espressa distruggendo proprietà, molestando gli altri o rubando senza rimorso.
  • Uso di menzogna o disonestà, per profitto o per piacere. I soggetti con Disturbo Antisociale possono ingannare, sfruttare, raggirare o manipolare le persone per ottenere tutto ciò che vogliono. Anche l’istrionico manipola gli altri, spesso in modo seduttivo, ma per ottenere cura, attenzione e vicinanza, non per profitto.
  • Incapacità di pianificazione e impulsività, legata alla loro noncuranza verso le conseguenze delle loro azioni. Gli antisociali tendono a non pianificare il futuro. Inoltre, non considerano le conseguenze sulla propria sicurezza ma anche su quella degli altri. Quindi possono all’improvviso cambiare vita, lavoro, e relazioni. Questo criterio si ritrova anche nel Disturbo Borderline di Personalità.
  • Irritabilità e aggressività, con una elevata frequenza di scontri fisici e assalti. Violenza e cattiveria sono caratteristiche di questa personalità, usate come mezzi per ottenere i propri obiettivi ed esprimere il profondo disprezzo verso gli altri.
  • Spericolatezza, riguardo le conseguenze delle proprie azioni sugli altri ma anche su sé stessi.
  • Irresponsabilità lavorativa o finanziaria continuativa, proprio perché il Disturbo Antisociale impedisce al soggetto di avere routine e una vita costante. Non cercano lavoro e non adempiono alle loro responsabilità, anche economiche.
  • Mancanza di rimorso, oltre che indifferenza per i danni causati, come avviene anche in alcuni profili di Disturbo Narcisistico di Personalità.

L’età minima per poter fare una diagnosi è 18 anni, proprio per la compresenza in adolescenza del Disturbo di Condotta prima dei 15 anni, che approfondiremo più avanti.

disturbo antisociale

Comportamento Antisociale

Quali sono le caratteristiche del comportamento antisociale che possono aiutarci ad identificarlo? Un antisociale adulto presenta alcune caratteristiche tipiche di questa personalità, che possono svilupparsi ed esprimersi in modo differente. La prima cosa importante da sapere è che, in riferimento ai criteri visti nel paragrafo precedente, non ne troviamo uno dominante sugli altri. Il comportamento antisociale è quello di un soggetto che tende ad approfittarsi di ogni situazione, un predatore che ha bisogno di una vittima. Il nostro obiettivo naturalmente non è quello di raffigurare il paziente con Disturbo Antisociale come un mostro ma sottolineare le caratteristiche di personalità che lo caratterizzano, indici di un profondo disagio interiore. Le conseguenze delle proprie azioni non sono una preoccupazione per il soggetto antisociale, data la mancanza di senso morale e di senso di colpa.

Come Riconoscere un Antisociale?

Un’altra caratteristica importante da prendere in considerazione è la totale mancanza di empatia, per gli altri ma anche rispetto a sé stessi. Non a caso, una buona parte dei soggetti con Disturbo Antisociale di Personalità si ritrovano a svolgere lavori e professioni particolarmente rischiosi. Generalmente, non soffrono di ansia o di stress proprio perché riescono a sviluppare un forte cinismo nei confronti della realtà e della vita. Della serie che “siamo destinati a morire e quindi tanto vale agire senza pensare alle conseguenze”. Detto questo, i criteri forniti dal Manuale Diagnostico ci forniscono la rappresentazione di una sola parte del’ antisocialità. Il criminale incallito, spesso caratterizzato da sociopatia, non può essere del tutto impulsivo, deve saper controllare la propria aggressività e saper pianificare.

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Dal punto di vista della sessualità, il comportamento antisociale include atteggiamenti anche fisicamente aggressivi. Sono piuttosto frequenti gli episodi di sex crime (vedi anche: sex offender) piuttosto che di maltrattamento del partner. Anche nei rapporti sessuali, possono essere irresponsabili e sfruttare il loro partner, oltre che faticare a rimanere monogami a cause dell’elevata impulsività. Infine, riprendendo il collegamento con l’aspetto del narcisismo, i pazienti con Disturbo Antisociale di personalità tendono ad avere un’alta opinione di se stessi. Sono spesso arroganti e supponenti, proprio perché sanno di poter manipolare e affascinare per poi ottenere ciò che vogliono.

Curiosità

Le pratiche di BDSM nulla hanno a che fare con la dimensione dell’asocialità. Sono, semplicemente, delle modalità alternative per vivere la propria sessualità. Queste pratiche sono infatti condotte in modo Sano, Sicuro e Consensuale.

Lei lavora sulla percezione degli altri, su come pensa che si sentano. Questo influenza le sue azioni e i suoi pensieri più di quanto facciano le su emozioni. L’inganno e la manipolazione sono le caratteristiche principali della sociopatia, lei eccelle in entrambi.

White Collar

Cause del Disturbo Antisociale

Abbiamo già chiarito che, come per la maggior parte dei disturbi mentali, anche per il Disturbo Antisociale di Personalità vale la regola dell’interazione tra geni e ambiente. Questo significa che non ritroveremo semplicemente una base genetica o biologica piuttosto che eventi ambientali nelle cause della sociopatia. Riprendendo un’ipotesi fatta anche in riferimento al Disturbo Borderline di Personalità, anche per il Disturbo Antisociale, fino agli anni ’80, si credeva che episodi di abuso sessuale infantile potessero aumentare il rischio di sviluppare tali disturbi. In realtà, qualsiasi evento o trauma psicologico di natura stressante provoca un’iperattività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, che tende a permanere per tutta la vita e ad aumentare il rischio di sviluppare patologie mentali.

Recenti filoni di ricerca sostengono anche che alla base della caratteristica impulsività e irritabilità del Disturbo Antisociale potrebbe esserci il meccanismo di aggressione impulsiva. Dal punto di vista neurobiologico, è stato identificato un funzionamento anomalo del trasportatore di serotonina. Inoltre, il disprezzo per il dolore degli altri durante la prima infanzia potrebbe essere connesso a comportamenti antisociali durante la tarda adolescenza. Stiamo parlando di soggetti avventurosi, desiderose di affrontare ogni giorno nuovi rischi e irrispettosi dei diritti altrui. Le difficoltà nell’entrare in contatto profondo con le emozioni e le sensazioni altrui potrebbero essere connesse anche a un danneggiamento a carico dei neuroni specchio, un set di cellule cerebrali che ci permette di entrare in sintonia con i sentimenti degli altri.

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Disturbo di Condotta

Il Disturbo di Condotta costituisce uno schema ricorrente o persistente di comportamento, connesso al Disturbo Antisociale. Nello specifico, tra le sua caratteristiche ritroviamo ragazzi, con età inferiore ai 15 anni, che violano i diritti degli altri, le principali norme e regole sociali per ragazzi e bambini di pari età. Si tratta di una condizione che, presente soprattutto durante gli anni della conoscenza e infanzia, aumenta il rischio di sviluppare antisocialità in età adulta. La prevalenza del Disturbo della Condotta è circa del 10%, con una maggioranza di maschi. Tra le violazioni di norme e regole sociali sono necessari almeno 3 dei seguenti criteri:

  • Aggressione a persone o animali, con minacce, prepotenze e spesso crudeltà fisiche. Comprese in questa area le imposizioni ad attività sessuali e utilizzo di armi.
  • Distruzione della proprietà, con distruzione deliberata della proprietà altrui.
  • Frode o furto, con incursioni in edifici altrui, menzogne per ottenere vantaggi ed episodi di furto.
  • Gravi violazioni di regole, anche prima dei 13 anni. Dalle fughe notturne da casa fino alle ripetute assenze volontarie da scuola. Il ruolo dell’adulto non viene mai riconosciuto.

Tutto questo provoca, naturalmente, una compromissione del funzionamento sociale, scolastico ma anche lavorativo. Inoltre, l’ideazione suicidaria è piuttosto frequente, sia nei maschi che nelle femmine, sintomi di un forte disagio interiore. I maschi sono più propensi alle risse e al vandalismo mentre le femmine alla menzogna e alla fuga. Elevata la compresenza di tossicodipendenza, diagnosi di ADHD, disturbi dell’umore (come la depressione e il bipolarismo) e schizofrenia.

Storia del Disturbo Antisociale

Il disturbo antisociale viene anche descritto come patologia del Super Io, intesa come in capacità di esperire rimorso, senso di colpa e vergogna. Si tratta del gradino più in alto rispetto al narcisismo di tipo maligno, in cui viene più sviluppata la parte aggressiva e violenta. Non a caso, nella Disturbo Antisociale ritroviamo tutte le caratteristiche del Disturbo Narcisistico di Personalità in aggiunta a aggressioni, incapacità di pianificazione, furti e frodi. Il percorso di evoluzione clinica e conoscitiva della antisocialità ha subito numerose modifiche, anche a seconda delle diverse edizioni del Manuale Diagnostico.

Nella prima edizione del DSM, si parlava di Disturbo Sociopatico della Personalità legato al concetto di mask of sanity. Si ma infatti messo in evidenza L’aspetto della dissimulazione, riferito a soggetti che si presentano come normali e carismatici ma che, in realtà, non sono sinceri. I 16 tratti di Cleckley servivano proprio ad analizzare soggetti con questa personalità, prendendo in considerazione aspetti come la mancanza di rimorso, l’insincerità, la mancanza di risposta nelle relazioni interpersonali e la scarsa capacità di imparare dall’esperienza.

DSM 5 e Disturbo Antisociale

Solo a partire dal DSM III si inizia a parlare di Disturbo Antisociale di Personalità, un costrutto non definito dei tratti di personalità ma da criteri di tipo comportamentale. La confusione relativa a questo costrutto viene, almeno parzialmente risolta dalla sezione terza del DSM 5, di tipo sperimentale. Qui il Disturbo Antisociale viene descritto come mancata adesione a comportamenti etici e conforme leggi, oltre a un egocentrica e marcata mancanza di preoccupazione per gli altri. Il soggetto è caratterizzato anche da irresponsabilità, tendenza alla manipolazione, disonestà e propensione al rischio. Nel criterio A si parla di moderata o grave compromissione in almeno due delle aree seguenti:

  • Identità, connessa all’egocentrismo proprio perché l’autostima è ottenuta attraverso guadagno e potere
  • Auto direzione, con obiettivi legati alla gratificazione personale in assenza di conformità alle leggi e norme etiche
  • Empatia, con assenza di rimorso e disinteresse nei confronti di sentimenti e bisogni altrui
  • Intimità, relativa a una incapacità di relazioni intime proprio perché basate sullo sfruttamento e sulla disonestà

psicopatia

Nel criterio B il focus è sui tratti patologici caratteristici del Disturbo Antisociale: manipolatorietà, insensibilità, inganno, ostilità, tendenza correre rischi, impulsività e irresponsabilità. Uno specificatore importante fa riferimento ad una variante distinta, definita psicopatia o psicopatia primaria, caratterizzata da una mancanza di ansia e da un stile interpersonale sfrontato, capace di mascherare comportamenti disattivi. Questa variante è caratterizzata anche da alti livelli di ricerca dell’attenzione oltre che dal distacco, una vera e propria immunità allo stress.

Disturbo Antisociale, Test

I test utilizzati, all’interno dell’ambiente clinico, per indagare caratteristiche riconducibili al Disturbo Antisociale di Personalità sono principalmente due. Il primo test è il MMPI-2, uno strumento obiettivo ad ampio spettro per valutare le principali caratteristiche strutturali di personalità. Utilizzato molto anche in ambito forense, permette di ottenere informazioni utili sulla personalità dei soggetti. È costituito da 567 item con risposte di tipo vero/falso e il completamento richiede circa un’ora e trenta minuti per gli adulti.

Il test di Hare sulla psicopatia o PCL-R È stato creato a partire da un modello a due fattori, suddiviso tra aspetti interpersonali, affettivo stili di vita e antisocialità. Si tratta di una intervista che deve essere fatta dal clinico, oltre che essere integrata con fonti di informazioni differenti. Il clinico valuta ognuno dei venti item, permettendo anche una valutazione di tipo dimensionale, proprio perché non consente solo la diagnosi di presenza o assenza di antisocialità ma una visione d’insieme. Affidarsi a un professionista è essenziale per poter fare una diagnosi valida e affidabile.

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