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Personalità: Definizione, Ricerca, Big Five e altre Teorie, Test psicologici

Indice

Personalità ed aspetti ad essa associati sono qualcosa che ciascuno di noi desidera conoscere. “Perché quel mio amico è così? Perché io sono diverso da lui? È possibile modificare la propria personalità, e se sì, in che modo?” Porsi queste domande non è difficile, arduo è fornire risposte valide e scientificamente credibili.

Tra i professionisti che cercano di soddisfare questi quesiti vi sono gli psicologi che operano nel campo della psicologia della personalità. Per molti versi, la psicologia della personalità potrà apparire familiare: pensiamo per un attimo al modo in cui elaboriamo le nostre opinioni sulle persone, la maniera in cui osserviamo e interagiamo con gli amici e con la famiglia, come ricaviamo considerazioni da libri, canzoni, film, spettacoli televisivi e rappresentazioni teatrali. Teniamo presente che lo stereotipo ignora le differenze nei tratti di personalità e nelle abilità cognitive.

Curiosità

Si parla di Intelligenza Inter-Personale quando ci si riferisce all’abilità nell’interazione con gli altri, come ad esempio la sensibilità alle emozioni e alla personalità altrui. Tipica di chi esercita leadership all’interno di un gruppo.

Da queste fonti, si mettono insieme i tasselli per costruire credenze sulla natura delle persone e sulle differenze fondamentali tra gli individui. Ebbene, i teorici della personalità hanno proprio il compito di studiare, dal punto di vista scientifico, gli individui in tutte le loro sfumature. I temi specifici che vengono affrontati riguardano le caratteristiche universali degli individui, quindi cosa li accomuna, e sul versante opposto quali possono essere le differenze individuali che vadano a privilegiare l’ unicità di ciascuna persona.

personalità

Partendo da questi spunti fondamentali, in che modo è dunque possibile definire la personalità? Quali e quante teorie esistono nel panorama storico della psicologia a cui possiamo attingere per saperne di più sull’argomento? Scopriamolo insieme in questa lettura a portata di web! 

Personalità, Definizione

Il termine “personalità”, nel linguaggio comune, viene spesso usato per rappresentare un giudizio di valore: una persona che ci piace ha una “bella personalità” o chi si mostra particolarmente leader ha “molta personalità”. In questo utilizzo generico, il significato che si attribuisce alla personalità non è molto diverso da “carisma”.

Tuttavia, i teorici della personalità vi conferiscono un senso differente: utilizzano il termine personalità per fare riferimento a qualità psicologiche che contribuiscono a creare le strutture persistenti e caratterizzanti del singolo, come il sentire, il pensare e il comportarsi che si manifestano in un ampio spettro di contesti personali e sociali. Proviamo ad elaborare meglio questa definizione di personalità nelle sue componenti e con alcuni esempi.

  • Persistenti” sono quelle caratteristiche della personalità coerenti nel tempo e nelle diverse situazioni della vita di una persona. Immaginiamo di assistere ad un match sportivo in compagnia di un amico noto per essere una persona calma e tranquilla. Si agita e sbraita per qualche minuto quando la squadra tifata perde la partita, ma dopo l’ epilogo sfortunato ritrova la calma e la pacatezza di sempre.
  • Caratterizzanti” sono quegli aspetti psicologici che ci permettono di distinguere le persone le une dalle altre. Se per esempio qualcuno ci chiedesse di descrivere la nostra personalità difficilmente risponderemmo qualcosa del tipo “sono tendenzialmente infelice quando accadono cose triste e allegro quando avvengono fatti positivi”. Proprio perché tutti si declinano in questo modo in base ai momenti difficili o sereni della vita. Tali tendenze psicologiche non sarebbero, appunto, caratterizzanti della nostra singola persona.
  • Il sentire, il pensare e il comportarsi” sono espressioni con cui si intendono l’insieme delle attività che scandiscono la quotidianità delle persone. La loro vita mentale, le esperienze emotive e il comportamento sociale.

definizione personalità

Differenza tra Personalità, Temperamento e Carattere 

Personalità, temperamento e carattere sono tre concetti che si muovono, nella dimensione del linguaggio comune, verso una direzione di facile interscambiabilità per via della forte relazione che li lega. Ad ogni modo, la loro grande affinità porta, spesso, a confonderne i significati. Se si vuole utilizzare con criterio i termini di personalità, temperamento e carattere è fondamentale delimitare e ridimensionare queste tre parole, in maniera semplice.

Da un punto di vista etimologico, “personalità” deriva dal greco “pròsopon” (“persona”) in riferimento proprio alle maschere impiegate dagli attori della lunga tradizione del teatro greco. Si tratta di un’ espressione stereotipata: la maschera suggerisce la rappresentazione di qualcosa. La personalità infatti, in un’ ottica più narrativa, è ciò che manifesta un carattere e al tempo stesso ciò che esprime la natura intima, costituzionale, diciamo l’ “ossatura” di un personaggio.

In linea con questa considerazione, Cloninger (1994) ritiene che la personalità sia il risultato di un’integrazione tra aspetti ereditari e neurobiologici più stabili nel tempo (temperamento)  ed aspetti relativi all’apprendimento socio-culturale (carattere). Ecco, dunque, che temperamento e carattere risultano due concetti attigui ma distinti dalla personalità, perché entrambi sono componenti essenziali di quest’ultima. 

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Temperamento: La Nostra Costituzione

Quando si parla di temperamento, ci si riferisce a quella parte innata della personalità, una predisposizione presente fin dalla nascita e determinata dall’eredità genetica. È considerata come la dimensione biologica e istintiva della personalità: l’umore di una persona, il suo livello di attività abituale, il grado di reattività emotiva in risposta a determinati stimoli ambientali.

Per temperamento si intendono, dunque, le differenze individuali relative in generale alla qualità emotiva che compaiono precocemente, rimangono relativamente stabili, sono ereditarie e hanno il loro fondamento nei processi biologici. Immaginiamo che ogni neonato reagisca a certi stimoli, mentre ne ignori altri. Ecco, l’intensità e la frequenza delle sue risposte a quegli stimoli definiscono il suo temperamento, che si manifesta per primo come dimensione di personalità.

Curiosità

Lo psicologo Kagan e il suo gruppo (1994, 2003) hanno identificato nella loro ricerca diversi profili comportamentali e di reattività di neonati, corrispondenti a due tipologie di temperamento: inibito e disinibito, abbastanza stabili nel tempo.


Carattere: Le Nostre Esperienze

Nel far uso del concetto di carattere, si deve tener presente che si tratta di quella parte di noi determinata dall’ambiente e di matrice sicuramente culturale.

Il carattere è frutto delle esperienze e delle interazioni sociali che viviamo durante la vita e da cui otteniamo un certo insegnamento. I tratti caratteriali, quindi, riflettono le differenze individuali legate alla consapevolezza di se stessi e alla propria costruzione cognitiva, che si sviluppano attraverso le situazioni di apprendimento e le influenze ambientali. Centrale questo aspetto anche nel contesto lavorativo, come insegna la psicologia del lavoro.

personalità

Questa collezione di esperienze influisce sul nostro temperamento e sulle predisposizioni biologiche modulandole, variandole, affinandole e, così, dando forma alla nostra personalità. Anche eventi negativi, come traumi psicologici, incidono sulla costruzione del nostro carattere e sulle nostre strategie di coping, dando vita anche al PTSD o Disturbo Post Traumatico da Stress. Non a caso, risposte di tutela minori come adozione e affido, servono proprio a salvaguardare anche la costruzione della personalità.

Indubbiamente il carattere è meno stabile del temperamento e non essendo ereditario non si manifesta totalmente nelle fasi iniziali dello sviluppo evolutivo. Al contrario, si evolve attraverso varie tappe, finché non raggiunge la sua massima espressione nell’adolescenza e si consolida nell’età adulta.

Come ultima osservazione, è importante sottolineare che il carattere risulta modificabile e soggetto a cambiamento; per esempio, per mezzo dell’educazione sociale.

Curiosità

Quando si sceglie un partner sulla base del suo carattere e non su quella del genere sessuale (quindi perché maschio o femmina), si parla di orientamento pansessuale.

Personalità, Studio e Ricerca

I teorici che si occupano di psicologia della personalità prendono in esame la persona vista nella sua interezza e cercano di comprendere come tutte le diverse sfaccettature del funzionamento individuale siano intrecciate tra loro.

Nel vasto campo della psicologia si studiano le persone a partire da alcuni aspetti (per esempio il sistema visivo, il sistema nervoso autonomo, la memoria a lungo termine, ecc…) e dalle abilità cognitive e comportamentali manifestate (come l’ apprendimento, il problem solving, la capacità decisionale, ecc…) ma l’ambito della psicologia in cui si può principalmente studiare l’individuo nella sua globalità è senza dubbio proprio la psicologia della personalità. I disturbi di personalità costituiscono un capitolo a parte, così come la personalità possa declinarsi nell’ambito dei disturbi dissociativi (es. Disturbo Dissociativo dell’Identità)

personalità e ricerca

Un secondo valido motivo per orientare il proprio interesse rispetto allo studio della personalità è determinato dal forte impatto che le teorie della personalità, oggetto di approfondimento nei prossimi paragrafi, hanno avuto sulla società generale. Le idee dei teorici della personalità sono integrate con la tradizione intellettuale del secolo scorso e hanno già influito fino ad oggi sul nostro pensiero.

Quante volte ci sarà capitato di ritenere che qualcuno avesse un “ego smisurato” oppure stabilire che fosse fin troppo “introverso”? Senza rendercene conto e probabilmente con enorme spontaneità, abbiamo attinto al linguaggio della psicologia della personalità. 

I ricercatori che operano nel campo della psicologia della personalità possono adottare strategie di ricerca differenti tra loro, seguendo principalmente tre direzioni. Ora le vedremo insieme, più nel dettaglio.

Lo Studio dei Casi e la Ricerca Clinica

Lo psicologo ha un contatto ampio e profondo con il soggetto dello studio e cerca di comprendere le strutture psicologiche e i processi più importanti per la personalità di quell’individuo. Storicamente, gli studi dei casi sono stati condotti di solito come parte del trattamento clinico. I professionisti clinici, infatti, devono comprendere le qualità uniche del paziente che hanno in cura al fine di pianificare l’ intervento. Quindi è lo stesso setting clinico a fornire lo studio del caso.

Curiosità

Lo psicologo olandese H. Hermans (2001) ci riporta lo studio di un caso che mostra la complessità della personalità ai nostri tempi, in cui, rispetto al passato, è più frequente che persone appartenenti a culture diverse entrino in contatto tra loro per via delle migrazioni avvenute in ragione ad esempio di studio o lavoro.

Questionari sulla Personalità

Si ricorre ai test e ai questionari sulla personalità quando non è possibile e appropriato lo studio intensivo delle persone, oppure la conduzione di esperimenti di laboratorio.

personalità

Tali strumenti consentono di raccogliere una grande quantità di informazioni su molti soggetti contemporaneamente e indagare le differenze individuali. Oltre a misurare variabili della personalità (es. ansia, insicurezza, socievolezza, propensione al rischio, ecc…) gli psicologi cercano di scoprire anche in che modo esse “si muovono insieme”. Le persone molto ansiose sono meno amichevoli? Le persone impacciate sono meno propense ad assumersi rischi? O coloro che sono più portati a correre rischi sono più amichevoli? Queste sono le domande che si pone la ricerca correlazionale e a cui tenta di dare risposta.

Curiosità

Un gruppo di ricercatori provenienti dalla Finlandia e dagli stati Uniti (2003) ha rintracciato un’ associazione tra il grado di ostilità (fattore di personalità) e il rischio di sviluppare problemi cardiovascolari, calcolato in base agli indici di metabolismo. Vedi anche: Aggressività

Ricerca Sperimentale

Si organizza una situazione di esperimento controllato in cui le variabili psicologiche di interesse per la personalità vengono manipolate mediante l’assegnazione casuale (random) dei partecipanti a diverse condizioni dell’ esperimento. Se i soggetti in condizioni differenti agiscono diversamente in seguito alla manipolazione sperimentale, sebbene siano sempre le stesse persone, allora si deduce che la manipolazione è la causa delle diverse reazioni.

Curiosità

Claude Steele e colleghi (1997)hanno condotto una ricerca sperimentale per studiare un fenomeno noto come la “minaccia dello stereotipo”. In determinate situazioni, esistono stereotipi negativi che influenzano le prestazioni di alcuni gruppi sociali e impattano sulla personalità.

Personalità, Tratti

Quando nella nostra quotidianità parliamo delle caratteristiche delle persone, comunemente impieghiamo espressioni i cui termini sono afferenti alla teoria dei tratti di personalità, dunque descrivono stili di esperienza e di azione (es. “il mio capo è scontroso; “il tuo coinquilino è pigro e trasandato”; “il nostro docente si mostra come un uomo dallo spirito arguto”; ecc…). I tratti di personalità si riferiscono a pattern coerenti dei modi in cui le persone si comportano, provano emozioni e sentimenti, pensano.

Se descriviamo un individuo come gentile, vogliamo dire che quest’ultimo abbia una tendenza a comportarsi in modo gentile nel tempo (es. per settimane, mesi o anni) e in svariate situazioni (es. in famiglia, con gli amici, verso sconosciuti) e che queste caratteristiche rappresentino almeno mediamente questa persona nel suo funzionamento generale. Il nocciolo della psicologia dei tratti è che alla base di tutto, a dispetto di qualsiasi cambiamento di vita per un soggetto come il lavoro, la residenza o il partner, vi è una personalità coerente: qualità psicologiche, tratti, che permangono a prescindere dai tempi e dai luoghi.

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L’insorgenza di alcune problematiche è correlata a tratti di personalità specifici, in particolare a chiusura e nevroticismo, che vedremo tra poco.

Curiosità

Vuoi scoprire i tratti che contraddistinguono la personalità del criminale sessuale? Vedi anche: Sex Offender: Chi sono, Caratteristiche, Donne, Trattamento e Registry

Modello Big Five

Una teoria approfondita della personalità, appartenente a questo filone, che ha dato luogo a numerose ricerche e contribuito alla realizzazione di strumenti psicometrici, è stata la teoria dei Big Five (“Cinque grandi Fattori della personalità”) di Costa e McCrae (1996, 1999, 2003). Questo modello è considerato quello maggiormente in grado di spiegare una grande fetta di variabilità individuale tra i soggetti e risulta facilmente comprensibile e accessibile anche per coloro che non sono del settore. Il termine “Big”(grande) è stato selezionato proprio con l’ intento di indicare che ognuno di questi fattori include un gran numero di tratti più specifici. I fattori, dunque, sono generali e astratti.

Un punto di forza di questo modello, che indubbiamente ha inciso sulla sua facile divulgazione, è che non punta ad un linguaggio specifico e settoriale. Al contrario, fa uso di un linguaggio corrente e quotidiano (aggettivi) che la gente usa per descrivere la personalità.

Il significato dei Big Five si comprende al meglio esaminando gli aggettivi che, per ciascuno dei cinque fattori, vanno a delineare le caratteristiche degli individui che ottengono un punteggio basso o elevato al test specifico.

Ma quali sono questi Big Five?

Nevroticismo (N, Neuroticism)

Valuta l’adattamento all’instabilità emotiva. Permette di identificare le persone soggette allo stress e al malessere psicologico, che sviluppano idee non realistiche e con un’eccessiva ansia o ruminazione. Questi individui mostrerebbero scarse strategie di adattamento. Un punteggio alto riscontrato per il Nevroticismo è tipico di chi risulta preoccupato, nervoso, fortemente emotivo, insicuro o ipocondriaco. Un punteggio basso ci dice, invece, che siamo davanti ad una persona calma, rilassata, non emotiva, resiliente, forte, sicura e con alta autostima e soddisfazione di sé. Le persone con schizofrenia hanno una personalità contraddistinta da questo tratto.

Curiosità

Sapevi che l’instabilità emotiva è uno dei tratti di personalità che influisce sulla procrastinazione?

Estroversione (E, Extraversion)

Valuta il grado di intensità con cui l’ individuo è predisposto alle relazioni interpersonali, quindi il livello di attività e stimolazione che raggiungiamo quando interagiamo con gli altri. Si tratta di una caratteristica tipica anche del narcisismo. Ci indica anche la capacità di provare piacere attraverso il contatto e le relazioni sociali. Un buon punteggio riportato per l’Estroversione è caratteristico di una persona socievole, attiva, loquace, aperta agli altri, ottimista, amante del divertimento e affettuosa. Contrariamente un punteggio basso ci dice quel soggetto è riservato, tranquillo, sobrio, non esuberante e tendenzialmente solitario. Un individuo estroverso solitamente padroneggia delle buone capacità di comunicazione assertiva. Un eccesso di estroversione può determinare modalità esibizionistiche e teatrali di interagire con l’altro, come avviene ad esempio nel caso del disturbo istrionico di personalità.

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Apertura (O, Openness)

Valuta fino a che punto l’individuo si sforza nella ricerca attiva di nuove esperienze, esplorando ciò che è ignoto e fuori dalla routine. Potremmo dire che questo fattore ci restituisce un indice di quella che sarebbe la tolleranza e il desiderio di imbattersi in situazioni non familiari e saperle apprezzare. Un punteggio alto per l’ Apertura ci suggerisce una personalità curiosa, con interessi ad ampio raggio, creativa, originale, dotata di immaginazione e non convenzionale. In contrapposizione, un punteggio inferiore è rappresentativo di quelle persone conformiste, con interessi limitati e scarse abilità artistiche, molto pragmatiche. Insomma, la classica persona con “i piedi per terra”.

Gradevolezza (A, Agreeableness)

Valuta la qualità dell’orientamento interpersonale di un soggetto. Si tratta principalmente di empatia, ossia immaginiamo quanto l’individuo sia capace di mettersi nei panni dell’altro e di agire in accordo alle proprie emozioni e preoccupazioni. Posso essere orientato verso l’ altra persona spaziando dalla compassione fino all’antagonismo nei pensieri, sentimenti e comportamenti. Un punteggio alto per la Gradevolezza è tipico di un individuo gentile, di natura benevola, affabile, compassionevole e non rancoroso. Un punteggio scarso, invece, è indicativo di soggetti cinici, rudi, sgarbati, sospettosi, competitivi, vendicativi, spietati, irritabili o inclini alla manipolazione.

Scrupolosità (C, Conscientiousness)

Valuta il grado di organizzazione, persistenza e motivazione nel raggiungimento degli obiettivi. Punteggi notevolmente elevati sono di coloro i quali hanno premura di ottenere un risultato ottimale e perfetto: sono quindi organizzati, autodisciplinati, puntuali, scrupolosi e affidabili. Chi ottiene un punteggio basso è generalmente una persona con scarsi obiettivi, pigra, inaffidabile, negligente e indisciplinata, con poca volontà.

Curiosità

Piccola tecnica per memorizzarli: le loro iniziali inglesi, riordinate, compongono la parola OCEAN.


Il modello Big Five suggerisce che questi cinque grandi fattori (tratti primari) abbiano una base biologica. Non sono semplici descrizioni di come le persone si distinguono tra loro nei modi di pensare e di comportarsi. Si tratta di veri e propri fattori causali che influenzano il corso della vita di ciascun individuo. Tuttavia, la teoria dei Big Five non è stata esente da critiche nel panorama della psicologia scientifica, scontrandosi con altre proposte teoriche ben diverse. 

Personalità, Teorie in Sintesi

In psicologia, lo studio della personalità inizia agli inizi del Novecento con Sigmund Freud, in ambito psicoanalitico. Secondo la teoria psicoanalitica, la personalità è l’interazione dinamica di tre istanze in conflitto tra loro: Es (pulsioni interne), Io (che ha il compito di gestire le pulsioni dell’Es) e Super-Io (valori). La personalità è quindi il risultato – il punto di equilibrio raggiunto – del conflitto che oppone Es e Super-Io. Oltre alle modalità attraverso cui l’Io costruisce le proprie relazione con gli altri.

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Basandosi sulla teoria psicoanalitica, nel 1976, Kernberg ha teorizzato tre tipi di personalità, che derivano dalla maturazione e dall’integrazione delle sue tre componenti (Es, Io e Super-Io). Sono l’organizzazione nevrotica della personalità, l’organizzazione borderline e l’organizzazione psicotica.

Secondo la teoria dell’attaccamento di Bowlby, invece, le relazioni precoci tra la madre e il bambino permetterebbero a quest’ultimo di strutturare un modello di attaccamento, rispondente a tale relazione precoce. Il soggetto tenderebbe poi ad applicare il modello in modo più o meno rigido a tutte le relazioni successive. Più è distorta la relazione con la madre, più sarà rigido e disadattivo il modello.

Teorie più Recenti

La teoria di Adler, appartenente alla psicologia individuale, considera la personalità come un adattamento attivo dell’individuo al proprio ambiente, a partire dagli strumenti che gli vengono forniti dalla natura. Egli ha definito la personalità ben funzionante come un buon adattamento all’ambiente, caratterizzato da una buona capacità di relazionarsi. Oltre a compensazioni socialmente accettabili attraverso cui l’individuo può costruire uno stile di vita soddisfacente e maturare un sentimento sociale.

personality

Invece, una personalità disturbata è caratterizzata dallo sviluppo di disturbi di personalità, a causa di un sentimento sociale immaturo e di una volontà di potenza distorta o troppo debole per rispondere allo stress ambientali (vedi anche: lutto).

Un altro autore che si è occupato di personalità è stato George Kelly, in ambito costruttivista. Egli ha postulato la teoria dei costrutti personali, secondo la quale ogni individuo possiede dei costrutti (schemi) ottenuti dalle proprie esperienze personali, con cui interpreta la realtà e che costituiscono la personalità. 

Personalità, Test psicologici

Gli strumenti di misura della personalità possono essere classificati in due categorie: inventari di personalità e tecniche proiettive.

Inventari di Personalità

Gli inventari di personalità sono test strutturati. Sono composti da una serie di domande (item) le cui risposte sono solitamente date in forma da poter essere facilmente valutate (es. Vero/Falso; Si/No). In questo modo, il soggetto può fornire una propria autodescrizione in base alla veridicità o meno delle affermazioni proposte e che lo riguarderebbero.

Un test di questo tipo tra i più utilizzati è il Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI), che indaga 10 scale di base di personalità, ritenute indici di disturbi della personalità, dal disturbo borderline al disturbo antisociale di personalità, qualora essi siano presenti in modo estremo. Inoltre, vengono valutate caratteristiche generiche di personalità quali, ad esempio, l’identificazione in un ruolo di genere, la socievolezza e l’impulsività. Sono inoltre presenti delle scale di validità che valutano l’atteggiamento delle persone verso il test e chi lo somminista.

Test Proiettivi

I test proiettivi sono tecniche non strutturate e dunque soggette all’interpretazione dello psicologo esaminatore. Lo scopo è individuare attraverso la somministrazione di stimoli ambigui le informazioni nascoste dietro le risposte del soggetto. Queste possono rivelare i suoi aspetti interiori e di personalità. Il test proiettivo più noto è il Test di Rorschach, in cui vengono presentate al paziente delle tavole contenenti delle figure astratte a cui è necessario fornire un significato. In questo modo è possibile avere la percezione della personalità del soggetto.

Rorschach

In base alle risposte del paziente è possibile indagarne i processi di pensiero sottostanti la loro interpretazione dell’immagine mostrata. Un altro test proiettivo molto utilizzato è il Test di Appercezione Tematica (TAT), nel quale il soggetto deve inventare delle storie basate su delle scenette che gli vengono mostrate. Attraverso queste storie lo psicologo può individuare le motivazioni e le preoccupazioni del paziente, il suo modo di relazionarsi con gli altri e di vedere se stesso. Esiste inoltre una versione per bambini del TAT, il Children Apperception Test (CAT).

Per realizzare una rigorosa valutazione della personalità è fondamentale affidarsi a professionisti psicologi abilitati e regolarmente iscritti all’Albo professionale. Sempre con un’adeguata formazione teorica e che abbiano affrontato un percorso di affiancamento per maturare esperienza in materia. I professionisti devono conoscere la tecnica più adeguata in ogni caso specifico e tener conto delle differenze individuali di ciascun soggetto.

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