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ACT, acronimo di Acceptance and Commitment Therapy. Con questo termine, si indica una forma di psicoterapia cognitivo comportamentale, nata a partire dal 2004 con gli studi scientifici di Steven C. Hayes, uno psicologo clinico americano e professore presso l’Università del Nevada. Come alcuni di voi sapranno, sotto il termine di psicoterapia possiamo intendere approcci e metodologie molto diverse. La suddivisione si è resa necessaria perchè ogni tipo di psicoterapia si focalizza su una dimensione diversa dell’esperienza umana: fisica, emotiva, cognitiva, comportamentale e interpersonale.
Per provare a chiarire le idee, l’ACT rientra in un approccio avviato dallo psichiatra americano Aaron T. Beck, partendo dalla Psicologia sperimentale e dagli studi sul comportamento di John B. Watson e Ivan P. Pavlov. Nel 1960, nasce così un nuovo tipo di psicoterapia, chiamata Terapia Cognitivo Comportamentale. In linea generale, l’ACT è una terapia esperienziale, basata sul fare esperienza e pratica di ciò che viene affrontato. L’assunto di base riguarda il cambiamento, che avviene tramite la sperimentazione in prima persona dell’esperienza. Ad oggi, sono numerosi gli studi che dimostrano l’efficacia di questa terapia in diverse aree di disagio psicologico, ad esempio nell’ambito di ansia, depressione, problematiche relazionali e dipendenze.
Cos’é l’ACT?
Una delle prime testimonianze scientifiche di questo approccio è lo studio del 1999 di Hayes, Strosahl e Wilson, Acceptance and Commitment Therapy: An experiential approach to behavior change. Lo scopo era presentare un approccio psicoterapeutico capace di affrontare il problema della sofferenza psicologica, modificando il terreno su cui poggiano le strategie di cambiamento razionale. La terapia dell’accettazione e dell’impegno (ACT) si concentra in particolare sui modi in cui i clienti comprendono e perpetuano le loro difficoltà attraverso il linguaggio.
Questo approccio integra concetti analitici, contestuali e comportamentali, studiando e provando a comprendere il modo in cui il linguaggio e la cognizione condizionano e modellano l’esperienza umana. Non a caso, la base dell’ACT è una teoria applicativa della psicopatologia e del cambiamento psicologico conosciuta come Relational Frame Theory (Hayes, Barnes-Holmes, & Roche, 2001). Questa teoria si occupa proprio dello sviluppo del linguaggio e della cognizione umana, ispirandosi ai lavori di Skinner sul Verbal Behaviour. In altre parole, la maggior parte degli strumenti che le persone utilizzano per risolvere i problemi, conducono in una trappola che crea sofferenza.
Come avviene il cambiamento?
L’Acceptance and Commitment Therapy promuove il cambiamento e il benessere psicologico, potenziando abilità di contatto consapevole con il momento presente (acceptance) e impegno (commitment). Questi atteggiamenti, se mantenuti e sperimentati nel tempo, promuovono la flessibilità psicologica e un maggior benessere cognitivo ed emotivo. Il lavoro psicoterapeutico si basa su 2 punti fondamentali:
- Contatto e consapevolezza con il momento presente, attraverso la mindfulness. Questa pratica articolata sulla meditazione è un vero e proprio allenamento, che permette di osservare e accettare la propria esperienza in modo non giudicante. Attraverso veri e propri esercizi esperienziali, impariamo a guardare in faccia il nostro dolore, piuttosto che vedere il mondo attraverso di esso.
- L’impegno attivo riguarda tutto ciò che per noi ha valore. La tendenza, quando soffriamo, è di mettere la propria vita in pausa, credendo che il proprio dolore debba diminuire prima di iniziare a vivere di nuovo.
Immaginate una psicoterapia che non tenti di ridurre i sintomi, ma ottenga la riduzione dei sintomi come effetto. Una terapia saldamente basata nella tradizione delle scienze sperimentali, ma allo stesso tempo con una forte enfasi sui valori, sul perdono, sull’accettazione, sulla compassione, sul vivere nel momento presente, e sull’accedere ad un senso trascendente di sé.
Harris, 2006
Uso in Psicologia
L’acceptance and commitment therapy nasce con l’obiettivo di promuovere il cambiamento e il benessere, aiutando l’individuo a sviluppare una abilità di contatto consapevole con il momento presente. Diversi studi sperimentali hanno dimostrato l’efficacia dell’ACT su una varia gamma di condizioni cliniche tra cui stress lavoro correlato, disturbo d’ansia generalizzato, depressione, tossicodipendenza, disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi di personalità.
In generale, questa terapia viene svolta in setting individuale, con una frequenza di una seduta a settimana, e prevede un coinvolgimento del cliente nella pratica di esercizi settimanali. Ogni percorso di psicoterapia basato sull’ACT coinvolge sei processi fondamentali, riassunti nell’hexaflex qui sotto, che adesso vediamo da vicino.
Contatto con il momento presente
Raggiungere una piena consapevolezza di ciò che sta accadendo, momento per momento, è estremamente difficile. La nostra tendenza è quella di svolgere azioni in modo automatico, senza focalizzare la nostra attenzione sul momento presente. Molto spesso capita di essere rapiti da preoccupazioni, riflessioni e valutazioni generali. La psicoterapia ACT lavora sulla capacità di stare in contatto con il momento presente, ponendo attenzione a quello che si sta vivendo e facendo. Parte degli esercizi individuali, dopo la pratica in seduta, sono dedicati a questo.
Accettazione
Prima di tutto, accettazione di sè, dei propri sentimenti e delle proprie emozioni. Combattere le sensazioni negative, anche se dolorose, non serve a nulla: è importante lasciare semplicemente che si manifestino per quello che sono. L’accettazione è uno dei processi fondamentali di una psicoterapia basata sull’ACT. Si parte, infatti, dal presupposto che la sofferenza psicologica nasca dal tentativo di evitare di provarla. In questo modo, entriamo dentro ad una trappola che alimenta il nostro dolore. Non ci stiamo rassegnando, stiamo accogliendo.
Defusione
La defusione è una capacità della nostra mente, spesso sconosciuta. Durante gli stati di meditazione, possiamo osservarci “dall’esterno” e sperimentare il nostro funzionamento. Facendo un passo indietro, riusciamo ad osservare anche i nostri pensieri ed emozioni in una prospettiva differente. Prendiamo le distanze anche dalle emozioni negative e, al pari passo dell’accettazione di cui abbiamo parlato poco fa, miglioriamo lo stato psicologico generale.
Valori
I valori personali vanno chiarificati nel percorso di psicoterapia: ognuno di noi ne ha ma, soprattutto quanto siamo molto sofferenti, facciamo fatica a ricordarli o ad agire in accordo con questi. La riscoperta del proprio sistema valoriale è centrale nella psicoterapia ACT, proprio perchè sono una parte di noi che ci motiva nelle azioni e verso un cambiamento positivo. Fare chiarezza e compiere i primi passi verso delle scelte orientate dai nostri valori è uno degli aspetti più importanti.
Sè come contesto
Anche chiamato il sè che osserva, cioè quella parte di noi che osserva la mente mentre è in azione. Non la parte di noi che immagina, ragiona e fa progetti ma quella parte di mente che ci osserva quando pensiamo e riflettiamo. In altre parole, l’obiettivo è quello di conoscere il sé come contesto, cioè la mente capace di osservare il suo stesso funzionamento. Prendere consapevolezza di questa area è un passaggio fondamentale nei percorsi di psicoterapia ACT.
Azioni impegnate
Infine, il passaggio all’azione, chiave della trasformazione. L’azione impegnata dell’ACT si rifà al commitment: dopo aver preso consapevolezza di sè e dei propri processi mentali, è necessario agire anche nella direzione del cambiamento. Il paziente deve essere deciso nel crearsi una vita diversa e più soddisfacente, dopo aver chiarito che cosa per lui sia davvero importante.
ACT Avanzata e Testi per Approfondire
Il testo Fare ACT. Una guida pratica per professionisti all’Acceptance and Commitment Therapy (2011) di Russ Harris è il primo libro in italiano sull’Acceptance and Commitment Therapy. Scritto da un medico e psicoterapeuta inglese, uno dei più noti autori e divulgatori nel mondo dell’ACT, al suo interno troviamo una chiara spiegazione dei fondamenti e dei sei processi alla base di questa terapia. Grazie alle indicazioni e alle strategie per la pratica clinica, è uno dei testi più letti per imparare a fare ACT. Un altro testo, tra i primi pubblicati, è ACT. Teoria e pratica dell’Acceptance and Commitment Therapy (2013) di Steven Hayes e colleghi. Scritto dai fondatori dell’ACT, spiega il ruolo della rigidità psicologica in tante forme di sofferenza mentale e l’importanza di coltivare la flessibilità psicologica. Entrambi questi testi, non sono per forza rivolti a professionisti clinici.
Parlando di testi dedicati a professionisti che desiderano approfondire la comprensione dei processi fondamentali dell’ACT, non possiamo non parlare di ACT Avanzata. La guida del professionista esperto all’Acceptance and Commitment Therapy (2020) di Darrah Westrup. Scritto nel 2014, è arrivato in Italia tradotto solo nel 2020 ed è un manuale per coloro che desiderano passare dalla teoria alla pratica, aumentando le proprie abilità nel trattamento ACT e imparando a renderlo efficace per ogni paziente.
Anche ACT: Acceptance and Commitment Therapy (2020) di Paolo Moderato e colleghi è un testo recente e aggiornato, interamente in italiano e dedicato agli specialisti. Oltre a una chiara cornice teorica, qui troviamo metafore, esercizi da utilizzare in seduta terapeutica e sette questionari ACT per l’assessment clinico.
Infine, Acceptance and Commitment Therapy: le chiavi per superare insidie e problemi nella pratica dell’ACT (2016) di Russ Harris è un proseguimento del volume precedentemente scritto. Questo testo, infatti, è dedicato ai clinici che devono affrontare le insidie incontrate nell’applicazione della terapia ACT con i pazienti.