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Delirio, un disturbo del pensiero a tutti gli effetti chi è importante differenziare da altre manifestazioni psicopatologiche. Il termine “delirio” viene spesso confuso con il latino delirium, riferito però a uno stato di confusione mentale legata a psicosi esogene, come quelli indotti da sostanze stupefacenti.
Questo errore è dovuto al fatto che, in passato, il termine delirio fosse ricollegato al latino de-lirium ossia “fuori dal solco” oppure “dalla dritta via della ragione”. Infatti, nell’antichità indicava una sindrome caratterizzata da uno stato di confusione mentale.
Ad oggi, il termine viene utilizzato in riferimento ad un’alterazione del pensiero, nello specifico in relazione al suo contenuto. Come vedremo più avanti, Karl Jaspers sarà uno degli studiosi più capaci di definire con chiarezza questa problematica. Di delirio oggi parliamo, nella maggior parte dei casi, in riferimento a un disturbo psicotico come la schizofrenia, ma anche in relazione a un disturbo delirante a tutti gli effetti.
Il controllo razionale perde completamente potere lasciando spazio a convinzioni errate che il soggetto sostiene con massima fermezza. Il meccanismo con cui questo disturbo del pensiero appare è definito chiave-serratura, proprio perché avviene all’improvviso. Vediamo meglio il significato del termine, le differenze tra delirio primario e secondario, oltre alle diverse tipologie.
Delirio, Significato
Il significato del termine “delirio” è da ricondursi ad uno dei maggiori studiosi in materia, il celebre filosofo e psichiatra tedesco Karl Jaspers. A lui si deve, infatti, la distinzione del significato odierno delirio da quella di alterazione dello stato di coscienza, come avviene nelle psicosi esogene dovute all’assunzione di sostanze. Questo disturbo del pensiero corrisponde ad un’idea delirante, la massima espressione di egosintonia e non criticabilità. Questo significa che l’individuo è fortemente convinto della certezza di quella che è la sua idea: niente e nessuno riuscirà a convincerlo della sua irrealtà.
Una caratteristica notata nei pazienti schizofrenici, per esempio, è che anche in fase di remissione della sintomatologia (quando stanno meglio), non riescono mai completamente a negare la veridicità del contenuto del loro delirio.
L’idea delirante è un’idea solida nella credenza dal soggetto, che deriva da un’interpretazione errata della realtà, estranea al contesto di vita e impenetrabile alla critica. Si verifica, infatti, una discrepanza tra gli stimoli esterni e l’elaborazione cognitiva degli stessi: ciò causa un malfunzionamento a livello cerebrale. Ovviamente, avere difficoltà visive, uditive o particolari malattie, rende più probabile il verificarsi di questo quadro clinico. Il soggetto, a differenza di ciò che avviene per esempio in un disturbo ossessivo compulsivo, aderisce completamente all’idea delirante.
Criteri Diagnostici
La definizione, oggi accettata anche dal DSM-5, ricalca le componenti fondamentali identificate nel 1913 da Jaspers:
- Certezza soggettiva: l’individuo non ha dubbi sul fatto che ciò che pensa sia fondato. L’idea delirante è sostenuta con estrema convinzione, nonostante ciò che viene detto dagli altri.
- Incorreggibilità: il delirio è considerato anche refrattario all’esperienza. È al di fuori della logica ma nonostante tutto il soggetto non cambia giudizio in merito.
- Falsità del contenuto: capacità di creare una vera e propria idiosincrasia rispetto al pensiero. Ciò che l’individuo racconta non può essere considerato vero o, almeno, non può esserlo in tutti i suoi dettagli.
Delirio o Delirium?
Per maggiore chiarezza, il delirio corrisponde ad una costruzione mentale assolutamente non logica, che nulla ha a che fare con il delirium.
Il delirium è uno stato acuto di confusione in cui si sperimentano difficoltà importanti di concentrazione e attenzione. Si verificano, inoltre, disorientamento spaziale e temporale, oltre che repentini cambiamenti d’umore. Il delirium può essere indotto da farmaci, da periodi di astinenza da sostanze, da grave disidratazione o infezioni. E’ più probabile nelle persone in terza età e, alle volte, può essere confuso con patologie neurodegenerative come le demenze (vedi anche: Alzheimer). Tuttavia, mentre il delirium colpisce in primo luogo le capacità attentive, la demenza danneggia principalmente la memoria.
Delirio Primario
Una suddivisione importante da conoscere è quella tra delirio primario e secondario. Questa distinzione viene fatta a partire dal concetto di “comprensibilità“, o derivabilità, da un punto di vista psichiatrico.
Il delirio primario è il delirio vero e proprio, a tutti gli effetti. Questo appare incomprensibili, ovvero non evidente se non del tutto inconcepibile. Non ha nessuna spiegazione e ed è psicologicamente irriducibile: la persona non accetterà mai di rivedere la propria posizione. All’interno di questa categoria, ritroviamo anche:
- intuizioni deliranti
- percezioni deliranti
- atmosfera delirante
- ricordi deliranti.
L’intuizione delirante è improvvisa e inattesa, definita come un’interpretazione delirante di un fatto o di un ricordo. D’altra parte, la percezione delirante ha origine da una percezione realistica, mentre ricordo e atmosfera delirante sono fenomeni che tendenzialmente precedono i deliri primari. Nel paziente inizia a verificarsi un cambiamento progressivo della realtà esterna: qualcosa di sinistro e di strano sta per verificarsi. Il soggetto ne è naturalmente angosciato e perplesso, non riesce a darsi una spiegazione in merito. Queste sono le caratteristiche dell’esperienza di un soggetto che precedono l’idea delirante vera e propria.
In ogni caso, è importante aggiungere che il paziente che soffre di un disturbo del pensiero come questo, ha a che vedere con una convenzione privata e privativa, autistica a tutti gli effetti. L’idea delirante influisce sulla vita di una persona, sia nei rapporti con se stessa che con il mondo intorno a lei. Inoltre, è importante considerare che la morbosità non sta tanto nel contenuto, quanto nella perdita di contatto con la realtà. Nel delirio di gelosia, per esempio, la cosa strana non è il tradimento in sé, ma quanto il soggetto non riesca a valutare obiettivamente la realtà.
Delirio Secondario
Il delirio secondario è, invece, definito come un’idea simil-delirante. Questo perché può emergere in modo piuttosto comprensibile dall’ambiente interno o esterno del paziente. Il rapporto che si stabilisce tra un’idea simil-delirante rispetto ad altri contenuti psichici è specifico, spesso fortemente condizionato dall’umore del soggetto. Oltre che essere influenzato dal tono dell’umore, parlando in termini di derivabilità e comprensibilità, può essere capito più facilmente. Questo perché, come avviene per esempio nel delirio olotimico, lo stato emotivo può fornire una spiegazione piuttosto adeguata.
Quali sono i disturbi del tono d’umore? Si distinguono due categorie differenti:
- Disturbi depressivi, come la depressione maggiore;
- Disturbi bipolari, di tipo 1, 2 e ciclotimico.
Il delirio secondario non sorge all’improvviso. Importante, in ogni caso, è andare a valutare il livello di strutturazione, così come la partecipazione emotiva della persona. Nel primo caso, abbiamo la possibilità di comprendere il sistema di realtà delirante, mentre la partecipazione emotiva fornisce indicazioni su quanto il soggetto sia coinvolto.
In termini di gravità, il delirio secondario è sicuramente un gradino più sotto rispetto a quello primario.
Sintomi del Delirio
Tirando le fila, le persone deliranti manifestano una serie di sintomi, vari in base alla tipologia di delirio. Segni che contraddistinguono questi episodi sono:
- Riduzione della consapevolezza del contesto.
- Limitate capacità di concentrazione.
- Difficoltà cognitive, come disorientamento, problemi di memoria o di linguaggio (vedi anche: Afasia e Sindrome di Tourette).
- Alterazioni percettive, come allucinazioni.
- Movimento rallentati o, al contrario, comportamenti impulsivi (con eventuali scatti di aggressività).
- Disturbi del sonno e alterazione del ritmo circadiano.
- Umore irritabile, fluttuante.
- Ansia e paranoia improvvisa.
Tipologie di Delirio
Come abbiamo già in parte accennato, il delirio è un disturbo del pensiero connesso al contenuto. Oltre alla caratteristica di incorreggibilità e di certezza soggettiva, il paziente si trova in una posizione centrale rispetto al contenuto dell’idea delirante, indipendentemente dalla sua tipologia. Di solito, le diverse tematiche riescono a seguire un filo logico apparendo piuttosto coese, oltre che ricche di particolari ben definiti o assurdi. Naturalmente anche il comportamento della persona viene influenzato: se cambia il mondo interno a noi, di conseguenza muta anche il mondo esterno. All’interno di questo paragrafo cercheremo di analizzare le principali tipologie di delirio.
Contenuti dell’idea delirante
- Delirio grandioso, con caratteristiche fortemente autocentriche. Il soggetto è convinto di avere un talento soprannaturale, piuttosto che di aver fatto una scoperta estremamente importante. In questo caso, è piuttosto frequente che il contenuto non risulti bizzarro, anche se il soggetto perde contatto con la realtà.
- Delirio di persecuzione, riguarda il rapporto che intercorre tra il mondo esterno e il soggetto. Tutto è percepito come ostile: persone conosciute od estranee stanno tramando un complotto a danno del soggetto, che si sente continuamente spiato, seguito e osservato. Si convince di essere perseguitato. Spesso può essere conseguenza del delirio grandioso.
- Il delirio erotomanico, invece, è caratterizzato da un soggetto convinto che un’altra persona sia senza dubbio innamorata di lui (spesso personaggi famosi). Può essere influenzato dal tono dell’umore e, quindi, più comprensibile rispetto ad altre forme. Il soggetto, nel primo caso, è convinto di essere oggetto di attenzioni sessuali da parte dell’altro sesso. Oppure, può essere convinto di avere caratteristiche sessuali uniche in grado di sedurre chiunque. Ogni comportamento o azione viene considerata prova inconfutabile. Ciò può portare anche a crimini a sfondo sessuale (vedi anche: Sex Offender).
- Nel delirio geloso il soggetto è convinto che il proprio partner lo stia tradendo inconfutabilmente. Si tratta di un delirio piuttosto pericoloso, poiché il rischio di conseguenze pericolose, violente o aggressive è piuttosto elevato. L’oggetto in questione è la coppia, quasi sempre. Un campanello d’allarme è la presenza di meccanismi di disumanizzazione, in cui compaiono anche botte e insulti a causa del sospetto tradimento.
Altre tipologie
- Delirio di colpa e rovina, in cui la persona è pervasa da un senso di colpa, ansia e di indegnità immotivati. Per esempio, il soggetto si ritiene colpevole di una bancarotta che in realtà non è attribuibile al suo agito.
- Il delirio religioso ha alcune caratteristiche in comune con quello grandioso. Nello specifico, il soggetto si riferisce poteri e capacità con contenuto mistico e un significato grandioso. Per esempio, è convinto di essere in contatto con Dio. Un po’ narcisistico, non trovate?
- Delirio di infestazione, in cui il soggetto è convinto di essere infestato da insetti o batteri. Nello specifico, crede che parassiti alberghino nel suo corpo e che scavino delle gallerie sotto la sua pelle. Spesso, si accompagna ad ad allucinazioni cinestesiche, cioè sensazioni abnormi riferite al corpo o a parti di esso.
- Il delirio somatico, invece coinvolge funzioni tattili e sensoriali. Il soggetto è convinto di percepire, per esempio, il tocco di qualcuno che in realtà non esiste. Non si tratta di ipocondria!
- Nel delirio di controllo il soggetto è convinto di essere manipolato da una forza esterna. L’individuo si sente un vero e proprio robot telecomandato, nelle mani di qualcun altro. Nulla a che vedere, comunque, con i sintomi della derealizzazione. A volte, a conferma del rapporto tra alimentazione e psicologia, può essere presente anche nei Disturbi del Comportamento Alimentare.
- Delirio misto, dove diverse tipologie si combinano tra loro.
Delirio, Trattamento
Il trattamento del delirio dipende dalla sua causa. Può essere, infatti, provocato da patologie neurodegenerative, infezioni, stati di disidratazione, uso di farmaci, droghe…
Il delirio viene trattato a livello farmacologico attraverso, principalmente, antipsicotici. Non esiste, ad oggi, un farmaco specifico per il trattamento del delirio. In alcuni casi si rende necessario il ricovero ospedaliero per la risoluzione di problematiche di origine fisiologica e la riabilitazione cognitiva.