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Disturbo bipolare, anche noto come depressione bipolare o bipolarismo. “Bipolare” indica un’alternanza di polarità del tono dell’umore che contrassegna il disturbo. Ciò lo differenzia dalla depressione. Dunque, vi sarà il manifestarsi di un umore esageratamente alto (mania) e patologicamente basso (depressione).
Nel DSM-5 possiamo trovare un intero capitolo dedicato al bipolarismo, suddiviso in disturbo bipolare di tipo primo, disturbo bipolare di tipo secondo e ciclotimia. La cosa interessante, che ritroviamo anche nell’ultima edizione del manuale diagnostico, è l’inserimento del capitolo sul disturbo bipolare tra quello dei disturbi depressivi e di quelli psicotici. Infatti, come vedremo nei prossimi paragrafi, esiste una base neurologica comune tra i disturbi psicotici (tra cui la schizofrenia), i disturbi depressivi e il disturbo bipolare.
Ad oggi il concetto di “bipolare” è utilizzato con troppa frequenza e poca cognizione di causa. A quanti di noi sarà capitato, almeno una volta nella vita, di comunicare con un nostro amico, familiare, fidanzato o conoscente rimproverandogli di “essere bipolare”?
Vedi anche: Comunicazione Assertiva
Ecco, dunque, che la definizione “bipolare” sembrerebbe aver perso il suo significato effettivamente patologico. In realtà, stiamo parlando di una patologia psichiatrica complessa. Ma non solo! Si tratta di uno dei disturbi psichiatrici più invalidanti se non curato nel modo più adeguato. Entriamo meglio nel merito dell’argomento.
Il disturbo bipolare non è molto comune, ma è stato caratteristica distintiva di diversi personaggi famosi. Tra questi troviamo scrittori, come Dickens, Edgar Allan Poe e Baudelaire, pittori come Van Gogh, Caravaggio e Michelangelo, e musicisti, ad esempio Beehtoven e Jimi Hendrix. Perfino Churchill!
Disturbo Bipolare, Significato
Addentriamoci in maniera più approfondita nel cuore del disturbo bipolare iniziando a rintracciare l’origine remota del significato di bipolare.
Di repentine variazioni dell’umore e delle emozioni si parla dai tempi dell’antica Grecia. Si tratta di una parte piuttosto importante della vita umana, da sempre. Non a caso, già all’epoca di Ippocrate risultava possibile identificare un’osservazione attenta delle oscillazioni dell’umore tipiche di alcuni soggetti.
Baillarger nel 1854 fu il primo a parlare di una malattia mentale che causa oscillazioni bifasiche ricorrenti tra mania e depressione, che esso definì folie à double forme (follia a doppia forma). La migliore conoscenza del disturbo bipolare proseguì poi, nel corso degli anni, al passo con le scoperte neuroscientifiche connesse alla psicosi (prima considerata demenza) e alla depressione.
Vedi anche: Alzheimer
Il disturbo bipolare non è una condizione esclusivamente emotiva. La persona affetta da disturbo bipolare presenta anche una serie di sintomi attinenti al dominio cognitivo. Tra questi, ad esempio, la capacità di risolvere un problema e prendere una decisione, oltre a difficoltà di memoria (inclusa memoria di lavoro).
Rispettando quella che è la suddivisione presente dell’ultima versione del DSM, è importante differenziare la definizione dei diversi disturbi inclusi in questo capitolo.
Tipologie
Le diagnosi principali del capitolo dei disturbi bipolari sono tre:
- Il disturbo bipolare di tipo I, in cui è sufficiente la presenza di almeno un episodio maniacale. In realtà, la presenza di episodi depressivi precedenti o successivi è piuttosto elevate. Non si tratta di una caratteristica necessaria per la diagnosi ma è altamente probabile. La maggior parte dei pazienti sperimenta anche episodi depressivi durante la propria vita, con una tipica oscillazione dell’umore.
- Il disturbo bipolare di tipo II, differente dal primo e con una gravità clinica inferiore. per la diagnosi, è necessario aver avuto almeno un episodio di depressione maggiore (recente o passato) e un episodio ipomaniacale (recente o passato). L’ipomania, come vedremo in seguito, ha caratteristiche differenti e meno intensi della mania.
- La ciclotimia, con frequenti oscillazioni dell’umore per un periodo di almeno 2 anni. Qui i sintomi non raggiungono mai la gravità e l’intensità tipica di un disturbo bipolare di tipo secondo, d’altra parte.
- Il disturbo bipolare indotto da sostanze, una condizione simile a quella patologicamente clinica ma indotta dall’assunzione di sostanze stupefacenti.
Disturbo Bipolare: Sintomi
Parlando dei sintomi del disturbo bipolare, ci focalizziamo su quelle che sono le caratteristiche dell’episodio maniacale e di quello depressivo nel disturbo bipolare di tipo primo. D’altra parte, è bene sapere che le caratteristiche dell’ipomania sono meno intense rispetto a quelle dell’episodio maniacale e con una durata, di solito, inferiore. L’ipomania è riconosciuta come quella fase di energia esagerata e riduzione del sonno vissuta, per esempio, da uno scienziato alle porte di una nuova scoperta.
Gli effetti negativi sulla qualità di vita sono senza ombra di dubbio inferiori: aumenta la creatività senza disfunzionamento. Perciò che riguarda invece la ciclotimia, come vedremo, è presente un’oscillazione tra episodi ipomaniacali e lieve depressione.
Una parte della sintomatologica del disturbo bipolare afferisce, in maniera trasversale, anche alla dimensione della sessualità, rispetto al desiderio sessuale e in corrispondenza delle alterazioni dei livelli di energia. Questo può impattare negativamente su come la persona vive l’esperienza dell’amore e sulla motivazione all’interno della relazione di coppia, fino a trasformarsi in ipersessualità o sex crime.
Vedi anche: Sex Offender
Episodio maniacale
La maggiore intensità dei sintomi viene riconosciuta nel disturbo bipolare di tipo primo. Per ciò che riguarda l’episodio maniacale, viene definito come un periodo distinto di umore persistentemente elevato, espansivo o irritabile oltre ad un persistente aumento di energie e possibile aggressività. Questo periodo deve provocare un disfunzionamento riconoscibile. L’episodio maniacale ha una durata minima di una settimana, con almeno tre dei seguenti sintomi:
- Autostima gonfiata o grandiosità, la stima che il soggetto ha di sé risulta esagerata
- Minore bisogno di dormire, di solito 3 ore di sonno a notte, senza percepire stanchezza
- Individuo logorroico
- Fuga delle idee o tachipsichismo (avere una conversazione e riuscire a stare al passo con soggetti in episodio maniacale è quasi impossibile)
- Distraibilità
- Aumento dell’attività goal-oriented, rivolte a un obiettivo, e non solo.
- Agitazione psicomotoria
- Coinvolgimento in attività rischiose, una sintomo incluso anche nel disturbo oppositivo provocatorio, che emerge tipicamente durante lo sviluppo.
Episodio depressivo
Per ciò che riguarda invece l’episodio depressivo, è importante sapere che si tratta di un episodio meno grave rispetto al disturbo depressivo maggiore. Questo perché l’autostima viene intaccata meno rispetto e il soggetto pensa alla propria morte, valutando i lati positivi, senza mai pianificare per davvero un suicidio. Al contrario, possono essere messi in atto comportamenti autolesivi.
Non deve essere legato all’assunzione di sostanze né tanto meno alla reazione ad un lutto o ad un trauma psicologico. La durata dell’episodio depressivo di solito è di due settimane con cinque o più dei seguenti sintomi:
- Umore depresso, di solito irritabile nei più piccoli
- Minore piacere della maggior parte delle attività quotidiane
- Perdita di peso e di appetito, connessa all’umore e non a un disturbo alimentare
- Insonnia o ipersonnia
- Mancanza di energie
- Agitazione o rallentamento motorio
- Sentimento esagerato di colpa
- Distraibilità
- Pensiero di morte.
Disturbo Bipolare Tipo 1
Il disturbo bipolare di tipo primo ha un’età di esordio tipica compresa tra i 20 e i 30 anni; può capitare però che si presenti anche durante l’infanzia. Per il DSM 5, per la diagnosi è sufficiente sperimentare un episodio maniacale. Nella maggior parte dei casi, però, è riscontrabile un’associazione tra episodio maniacale e depressivo. E’ anche possibile che dopo tanti episodi depressivi appaia la mania.
L’incidenza e il rischio suicidario risultano essere maggiori nelle donne. Esistono, inoltre, diversi sottotipi importanti da considerare, categorizzati in letteratura con alcune difficoltà.
- Sottotipo con ansia, caratterizzato da tensione e agitazione costanti, oltre alla percezione di incapacità di avere il controllo su se stessi. Vedi anche: Panico, Ansia e 5 Consigli su Come Gestirli
- Sottotipo misto, con episodi maniacali e depressivi che possono unire alcune caratteristiche di solito non comuni (tachipsichismo in episodio depressivo, per esempio). Vedi anche: Tristezza
- Sottotipo a cicli rapidi, in cui ogni episodio dura all’incirca 2 giorni.
- Sottotipo stagionale, in cui l’episodio depressivo è tipico della stagione autunnale e primaverile mentre l’episodio maniacale ricade in estate o in inverno.
Vi sono poi altre due tipologie con ulteriori caratteristiche, di seguito riportate.
- Sottotipo con caratteristiche melanconiche, caratterizzato da anedonia, sintomi neurovegetativi e sentimento di colpa esagerata.
- Sottotipo con caratteristiche atipiche, in cui la reattività dell’umore viene mantenuta anche in episodio depressivo.
- Infine, una categoria che colpisce la donna, poiché legata all’evento del parto: sottotipo peri-partum o post-partum, in cui l’esordio ha origine un paio di settimane prima o entro due mesi dopo dal parto. In questo caso, il disturbo è legato anche ad un cambiamento ormonale e immunitario fisiologico, ma deve essere comunque trattato (vedi anche: Sesso in Gravidanza).
Disturbo Bipolare Tipo 2
Come abbiamo già accennato, le caratteristiche del disturbo bipolare di tipo 2 sono differenti e meno intense. Il disfunzionamento e le conseguenze negative sulla vita del soggetto sono inferiori nel disturbo bipolare di tipo sicuro, ma non per questo non deve essere adeguatamente curato. Il DSM 5 considera che, per poter fare diagnosi di disturbo bipolare di tipo 2, siano necessari almeno un episodio di depressione maggiore (recente o passato) e almeno un episodio ipomaniacale (recente o passato). Le caratteristiche dell’episodio depressivo rimangono simili a quelli del disturbo mi polare di tipo primo.
Per quanto riguarda l’episodio maniacale, le conseguenze sul soggetto sono meno gravi così come le disfunzioni nella vita quotidiana. Avremo un soggetto logorroico, con umore persistentemente elevato, ho bisogno di dormire ma con minore disfunzionalità. Il disturbo depressivo maggiore deve durare almeno due settimane mentre l’episodio ipomaniacale almeno 4 giorni.
Disturbo Bipolare: Cause
Come abbiamo parzialmente accennato, nel manuale diagnostico viene chiarito che il disturbo bipolare non deve essere conseguenza dell’abuso di sostanze stupefacenti. Parlare di cause in relazione a malattie mentali è complicato: l’insorgenza di questo disturbo, come di qualsiasi altra psicopatologia, è un po’ un mistero. Infatti, come per i disturbi di personalità e tante altre categorie cliniche, l’eziopatogenesi del disturbo bipolare è molto complessa.
Il quadro è influenzato da fattori genetici, biologici e psicologici, che possono essere sia aspetti di vulnerabilità che di mantenimento. Avere una storia familiare con casi di disturbo bipolare può aumentare il rischio di diagnosi di ben 10 volte. La genetica ha un ruolo, dunque.
Per saperne di più sui disturbi di personalità vedi anche:
- Borderline
- Narcisistico di Personalità e Narcisismo
- Ossessivo compulsivo
- Evitante di Personalità.
Anche eventi di natura traumatica, magari in infanzia, possono agire a livello neurotrasmettitoriale e aumentare il rischio di insorgenza. Nello specifico, il sistema che si occupa del controllo delle emozioni è il sistema cortico-limbico. Quest’area entra in gioco in tanti altri disturbi, compresi i disturbi d’ansia e la fobia. Vivere eventi stressanti può influenzare in modo negativo il suo funzionamento. Vedi anche: Attacchi di Panico
Test Diagnostici
I test utilizzati in ambito clinico per formulare una diagnosi di disturbo bipolare sono differenti, tra cui uno dei più conosciuti è la Young Mania Rating Scale (YMRS). Approfondire quali sono gli strumenti utilizzati per fare una diagnosi è poco utile, partendo dal presupposto che i questionari che troverete online non sono mai sufficienti per poter formulare una diagnosi. Proprio per questo motivo, in un contesto clinico, prima di formulare una diagnosi viene incluso un accurato lavoro di equipe. È necessario partire da una valutazione individuale prima di approfondire alcune aree attraverso strumenti standardizzati.
Disturbo Bipolare: Cura
Per ciò che riguarda la terapia, nella maggior parte dei casi nel trattamento di disturbo bipolare ritroviamo una combinazione di terapia farmacologica con stabilizzatori dell’umore (litio) o antipsicotici in aggiunta alla psicoterapia.
Gli stabilizzatori dell’umore sono una categoria di farmaci difficili da dosare e che procurano importanti effetti collaterali. Diventano, infatti, tossici quando la quantità di litio nel sangue è estremamente elevato. Ciò è più probabile che si verifichi in soggetti in terza età e che hanno problemi renali.
Come per il disturbo borderline di personalità, anche il bipolare è considerato una patologia dell’intera sistema relazionale. Per questo è importante considerare il contesto in cui il paziente vive. Solitamente si abbina una terapia cognitivo-comportamentale ad una terapia familiare, eventualmente sostenuti dalla pratica della Mindfulness: questa tecnica di intervento, basata sulla meditazione, offre al paziente degli strumenti per gestire le crisi. L’obiettivo è quello di fornire le necessarie conoscenze alla persona affinché capisca l’impatto della malattia su di sé e sulle sue relazioni.
Nelle situazioni più critiche, infine, viene proposto il ricovero in ospedale. Infatti, poiché la persona ha davvero poca consapevolezza di questa problematica (soprattutto nelle fasi maniacali ), alle volte si interviene con TSO, ovvero Trattamento Sanitario Obbligatorio. Una parte importante del trattamento consiste nella psicoeducazione, cioè nella spiegazione dei sintomi e delle dinamiche sottese al disturbo. Conoscersi è la base per imparare a gestire le proprie difficoltà!
Se l’argomento vi ha incuriosito e avete voglia di approfondirlo, ecco qui il trailer di un film che racconta di due persone, affette da bipolarismo, che si incontrano all’interno di un reparto psichiatrico: Touched With Fire.