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Disturbi Alimentari: Cosa Sono, Cause, Anoressia, Bulimia, BED, Obesità e Cura

Indice

Disturbi alimentari, o più correttamente, disturbi del comportamento alimentare. Si tratta una categoria di disturbi tristemente diffusa, con esordio adolescenziale, conosciuta genericamente con la sigla DCA. Pensando ai disturbi alimentari, di solito, ci si riferisce e si immaginano solo anoressia e bulimia, ma il panorama è ben più vasto. Alimentazione e psicologia sono due mondi in costante relazione l’uno con l’altro.

disturbi alimentari

Cosa sono i disturbi alimentari? Come si presentano a livello sintomatologico? Quali sono gli approcci terapeutici indicati dalle linee guida?

In questo articolo cercheremo di rispondere a queste e ad domande, nel tentativo di fare un po’ di chiarezza sull’argomento. Tutte le informazioni contenute qui sono revisionate e aggiornate secondo l’ultima versione del DSM 5 del 2013.

Disturbi Alimentari: Cosa sono?

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono persistenti alterazioni del comportamento alimentare finalizzate al controllo del peso. Danneggiano sia la salute fisica che il normale funzionamento psicologico e sociale di chi ne soffre.

Curiosità

Processi mentali di negazione, distorsione giustificazione sono caratteristici di persone affette da disturbi alimentari, per tentare di ridurre la forbice della propria dissonanza cognitiva.

Nella maggior parte dei casi, queste problematiche hanno origine da una percezione alterata della propria immagine corporea: si parla, infatti, di dismorfismo corporeo (vedi anche dismorfofobia). I disturbi alimentari sono caratterizzati dall’aumento o dalla riduzione del senso di appetito, che in alcuni casi può essere perso completamente. Spesso, sono anche accompagnati dallo sviluppo di idee bizzarre a sfondo paranoideo sul cibo. Il problem solving non viene messo in atto in modo funzionale.

I disturbi dell’alimentazione colpiscono soprattutto gli adolescenti: l’età di insorgenza va infatti dai 12 ai 25 anni (prima età adulta). Tuttavia, negli ultimi tempi si sono verificati in numero sempre più alto casi di manifestazione tardiva o addirittura precoce. 

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Disturbi Alimentari: Tipologie

Nei paragrafi successivi parleremo singolarmente dei disturbi alimentari più conosciuti e diffusi.Non sarà possibile trattarli tutti, in quando il panorama è abbastanza vasto: l’ultima versione del DSM 5 ha incluso un numero maggiore di categorie diagnostiche.

Tre riguardano in particolar modo l’età infantile:

  • Pica: riguarda l’ingestione abituale, per almeno un mese, di sostanze non nutrienti e/o considerate non alimentari nella propria cultura come carta, terra, feci o ghiaccio. Alla base del picacismo si può notare in alcuni casi un problema di anemia dovuta alla carenza di ferro. Si presenta tipicamente in età infantile ma è relativamente comune anche in gravidanza. In questo secondo caso di solito ri risolve in modo spotaneo dopo il parto. L’ingestione di sostanze non alimentari può caratterizzare anche situazioni di disabilità intellettiva o autismo.
  • Disturbo da ruminazione (mercismo): si caratterizza per l’abitudine di rigurgitare il cibo deglutito per poi masticarlo e deglutirlo di nuovo, o sputarlo. Può insorge un po’ a tutte le età, ma è un disturbo tipicamente infantile, la cui età di insorgenza è 3-12 mesi.
  • Disturbo alimentare evitante/restrittivo: è una problematica infantile connessa ad un apporto energetico orale insufficiente. Il bambino evita il cibo oppure mangia poco: sceglie gli alimenti sulla base delle loro caratteristiche sensoriali o è preoccupato per conseguenze negative del mangiare. Ciò causa problemi di malnutrizione e riduzione ponderale significativa.

Due sono, invece, le categorie residue:

  • Altro disturbo della nutrizione o dell’alimentazione specificato. I casi più comuni sono forme incomplete o sottosoglia di anoressia nervosa, bulimia nervosa o disturbo di alimentazione incontrollata.
  • Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione non specificato.

Anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder o BED) sono le problematiche più diffuse e complesse da definire. Per questo motivo le vedremo nel dettagli in paragrafi dedicati.

Disturbi Alimentari: Cause

I disturbi alimentari, come abbiamo cominciato a vedere, sono molto diversi tra loro come sintomatologia. Anche la loro origine può essere molto diversa.

Disordini legati alla scelta di determinati alimenti, come il pica o l’evitante restrittivo, possono avere alla base delle alterazioni sensoriali che spingono alla messa in atto di comportamenti specifici. In modo molto simile, la ruminazione tipica del mercismo sembra essere collegata ad una modalità utilizzata per rilassarsi e mantenere la calma.

Aspetto più conosciuto è l’impatto che i modelli socio-culturali che professano il culto della magrezza e stereotipi di genere hanno sull’insorgenza di anoressia e bulimia nervosa. I canoni estetici del contesto socio-culturale attuale spingono ad attuare il cosiddetto processo di “auto-oggettivazione“, che consiste nel giudicare se stessi sulla base di quello che gli altri potrebbero pensare guardando da fuori, come accade anche nella vigoressia.

L’anoressia, inoltre, si sviluppa anche a partire da contesti familiari con dinamiche di invischiamento e iperintrusione dei genitori nei confronti dei figli: l’evitamento del cibo ha la funzione di impedire al corpo di svilupparsi mantenendo, quindi, la vicinanza affettiva con i familiari.

La bulimia nervosa e il BED hanno all’origine spesso episodi traumatici di abuso. I binge eaters, inoltre, sono guidati da un fattore temperamentale che viene definito “sensation seeking“, una ricerca di stimolazioni forti che caratterizza tutte le forme di dipendenza.

Curiosità

Temperamento, carattere e personalità sono tre aspetti differenti che contraddistinguono ognuno di noi. Se vuoi saperne di più puoi leggere anche: Personalità: Definizione, Ricerca, Big Five e Altre Teorie, Test Psicologici

Anoressia Nervosa

L’anoressia nervosa, clinicamente, è definita come uno stato patologico in cui il soggetto prova un rifiuto nel voler mantenere il proprio peso corporeo nei limiti minimi che sono stati considerati normali rispetto il rapporto di peso e altezza. Questa situazione è, infatti, spesso accompagnata dalla paura irrazionale di acquistare peso (condizione che si verifica anche nei casi di sottopeso che potrebbe essere definito “estremo”).

Non solo, l’anoressia nervosa si definisce come restrizione dell’introito energetico rispetto al fabbisogno tale da condurre ad un peso corporeo significativamente basso in rapporto all’età, al sesso, alla traiettoria evolutiva e alla salute fisica. 

Si tratta di una malattia che ha particolare frequenza nel sesso femminile, anche se negli ultimi anni la percentuale dei casi che coinvolgono il sesso maschile è in aumento. L’ideale di “bellezza magra” ha contribuito all’aumento della diffusione di questa patologia. Spesso, infatti, l’anoressia nervosa inizia con una dieta finalizzata a raggiungere quell’ideale di bellezza oggi così tanto ricercato.

Curiosità

Il genere maschile soffre con più frequenza di vigoressia, ovvero dalla preoccupazione eccessiva e ossessiva per il proprio tono muscolare. E’ considerata clinicamente un sottotipo della dismorfofobia

Tali idee, interferiscono con altri fattori e caratteristiche individuali e famigliari quali manie di perfezionismo e/o di controllo o, ancora, bassa autostima. Per l’appunto, recenti evidenze, suggeriscono l’esistenza di un’interazione tra predisposizione genetica e specifici fattori di rischio ambientali. Forti anche le conseguenze negative sulla sessualità: il corpo perde interesse per la dimensione di gratificazione sessuale.

anoressia nervosa

Sintomi dell’Anoressia Nervosa

Il quadro clinico di chi soffre di anoressia nervosa si caratterizza fondamentalmente per la presenza di quattro condizioni:

  • Uno spiccato dimagrimento con rifiuto del cibo.
  • Paura intensa di ingrassare anche quando si è in realtà sottopeso.
  • Disturbo dell’immagine corporea e dunque alterazioni nel modo di vedere il proprio peso, le proprie forme e la propria taglia. Questo disturbo può anche insorgere in seguito a una gravidanza o durante la maternità.
  • Amenorrea, ovvero scomparsa del ciclo mestruale (deve esservi l’assenza di almeno 3 cicli) ma non più come criterio principale.
  • Aumento della peluria.

Il rifiuto del cibo nell’anoressia nervosa è il sintomo principale. In realtà, tuttavia, chi soffre di questo disordine ha costantemente appetito ed una fame intensa. Il diniego, nasce dalla forte paura di ingrassare e dalla necessità di controllare il proprio peso attraverso l’alimentazione. Esistono due sotto tipologie di anoressia nervosa:

  • Tipo restrittivo: nel corso degli ultimi tre mesi, la persona non ha avuto episodi ricorrenti di abbuffate compulsive o di pratiche di svuotamento (cioè vomito autoindotto o abuso/uso improprio di lassativi, diuretici, o clisteri). Questo sottotipo descrive casi in cui la perdita di peso è ottenuta essenzialmente attraverso diete, digiuni e/o esercizio fisico eccessivo.
  • Tipo bulimico/purgativo: nel corso degli ultimi tre mesi, la persona ha avuto episodi ricorrenti di abbuffate compulsive o di pratiche di svuotamento.

anoressia nervosa

Trattamento dell’Anoressia Nervosa

In questo disturbo alimentare, il corpo viene visto come un nemico, e nei soggetti affetti dal medesimo, è quasi sempre costante il rifiuto di riconoscimento della propria condizione patologica. La cura dell’anoressia nervosa andrebbe condotta idealmente a livello ambulatoriale, cosa però non sempre possibile in quanto il disturbo si caratterizza per la quasi totale inconsapevolezza del problema. Ad ogni modo, se dopo un periodo che va dalle 12 alle 16 settimane non vengono riscontrati miglioramenti, onde evitare la cronicizzazione del disturbo, si raccomanda l’ospedalizzazione.

La cura, dovrebbe essere condotta da un team multidisciplinare composto dunque da medici (preferibilmente con competenze psichiatriche), psicologi-psicoterapeuti, dietisti/nutrizionisti e personale infermieristico.

Il periodo di ricovero nelle strutture ospedaliere di riabilitazione intensiva è piuttosto lungo e prevede 90 giorni di permanenza. Non bisogna inoltre assolutamente dimenticare o tralasciare, l’importanza necessaria di una terapia cognitivo-comportamentale. Questo elemento è considerato imprescindibile nel percorso di guarigione.

Anche la famiglia viene coinvolta nel trattamento, in quanto queste pazienti hanno alle spalle delle dinamiche molto particolari a livello parentale. L’attaccamento alla figura di riferimento, in particolare, è eccessivamente forte.

Bulimia Nervosa

La bulimia è una situazione grave ma che rispetto alla precedente può essere più difficile da individuare. Questo perchè non c’è una repentina perdita di peso: la bulimia include abbuffate ma anche atteggiamenti compensatori, come vedremo, per un paio di volte alla settimana per almeno tre mesi.

Un episodio di abbuffata compulsiva è caratterizzato da:

  • Mangiare, in un periodo circoscritto di tempo (per esempio, entro un paio d’ore), una quantità di cibo che è indubbiamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso arco di tempo in circostanze simili
  • Un senso di mancanza di controllo sul mangiare durante l’episodio (sentire di non poter smettere o controllare cosa o quanto si sta mangiando).

Ovviamente, una volta terminata l’abbuffata, il soggetto tenderà, al fine di riparare i danni, ad assumere atteggiamenti compensatori per evitare di accumulare peso e grasso in eccesso. Tra questi c’è l’induzione del vomito (molto spesso associata, anche nell’immaginario comune, a questa patologia). Altre metodologie prevedono l’utilizzo di farmaci diuretici e lassativi, il digiuno e l‘attività fisica prolungata nel tempo cercando di mantenere un ritmo che sia il più intenso possibile.

bulimia nervosa

Sintomi della Bulimia Nervosa

La bulimia nervosa è una patologia caratterizzata da ricorrenti episodi di assunzione di grandi ed eccessive quantità di cibo. Spesso è associata a perdita del controllo e successiva autosvalutazione e/o depressione, a cui si accompagna la presenza di comportamenti compensatori. Una persona affetta da bulimia nervosa, manifesta i seguenti sintomi:

  • Abbuffate ricorrenti, caratterizzate da quantità smisurate di cibo e dalla sensazione forte di perdere il controllo sull’azione semplice del mangiare;
  • Comportamenti compensatori. Il vomito autoindotto resta quello più frequentemente utilizzato, ma vengono usati spesso impropriamente anche diuretici o lassativi;
  • Episodi di abbuffate e condotte compensatorie che si verificano almeno due volte a settimana per un periodo non inferiore ai tre mesi;
  • Preoccupazione e stress estremi per peso e forme corporee. Migliorare questo aspetto del comportamento è tra gli obiettivi del metodo ABA.

La caratteristica principale della bulimia nervosa, è un circolo “perpetuo” che parte dalla preoccupazione per il proprio peso e la propria condizione fisica. Si arriva poi alla dieta ferrea, volta a perdere velocemente i chili di troppo, fino alle abbuffate e successivamente (come conseguenza di queste ultime) al vomito autoindotto.

Curiosità

Tutti i disturbi dell’alimentazione, in particolare la Bulimia Nervosa, si presentano frequentemente in comorbilità con altre problematiche psicologiche. Significa, in parole più semplici, che ai disordini alimentari si accompagnano spesso problemi nel tono dell’umore (depressione e disturbo bipolare), situazioni d’ansia, DOC, disturbi di personalità o dipendenze.

Cura della Bulimia Nervosa

Per quanto riguarda la cura di questo disturbo, i farmaci che si sono dimostrati efficaci negli anni, sono gli antidepressivi appartenenti alla categoria degli inibitori selettivi per la ricaptazione della serotonina (SSRI).

bulimia nervosa

Per curare la bulimia nervosa è quindi necessario un percorso mirato, che vede comunque impiegato un centro specialistico multidisciplinare. In questo modo, il paziente viene seguito oltre che dallo psichiatra, anche da un nutrizionista e da uno psicologo cognitivo- comportamentale.

Binge Eating Disorder

Un altro disturbo che riguarda il panorama alimentare viene identificato con la sigla BED (Binge Eating Disorder o, in italiano, disturbo da alimentazione incontrollata). Si tratta di una patologia che si presenta il tutto e per tutto simile alla bulimia, vista in precedenza. A differenza di questa non prevede gli atteggiamenti compensatori sopra citati.

Si è notato che i soggetti più colpiti sono quelli di sesso femminile in età adolescenziale dopo essersi imbattuti in diete eccessivamente drastiche e poco sostenibili.

Sintomi del Binge Eating Disorder

Il BED è di recente categorizzazione clinica e si inserisce nei disturbi alimentari atipici. Questo disordine della condotta alimentare, infatti, è caratterizzato da ricorrenti episodi di abbuffate a cui, però, non seguono condotte compensatorie tipiche (vomito, uso improprio di lassativi e diuretici ecc).

Non si manifesta, inoltre, nessuna restrizione alimentare. Al contrario, il soggetto assume un quantitativo di cibo chiaramente e nettamente superiore rispetto a quello che normalmente le persone mangiano. Per questo, i soggetti affetti da BED sono comunemente confusi con soggetti affetti da obesità.

binge eating dirorder

Cura del Binge Eating Disorder

Come in tutti i disturbi alimentari, anche per quanto riguarda il disturbo da alimentazione incontrollata, è necessario un intervento multidisciplinare. Gli obiettivi principali del percorso psicoterapeutico per il trattamento di questo disturbo sono:

  • Modificare lo schema di autovalutazione in base al controllo del peso;
  • Normalizzare il comportamento alimentare ed il peso corporeo;
  • Evitare e prevenire eventuali ricadute, migliorando l’autostima e la motivazione del soggetto;
  • Aiutare la persona a sviluppare la capacità di espressione di bisogni ed emozioni.
Curiosità

Per il trattamento di Bulimia Nervosa e Binge Eating Disorder si è dimostrata particolarmente efficace la Terapia Dialettico Comportamentale (DBT) proposta da M. Linehan inizialmente per il disturbo borderline di personalità. La DBT migliora i comportamenti legati alla disregolazione emotiva che, nel caso di questi disordini alimentari, si manifesta con le abbuffate e/o il vomito autoindotto.

Obesità

Il sovrappeso, diversamente dai casi precedenti, è una condizione piuttosto particolare. In questo caso, il peso corporeo ha un valore maggiore rispetto a quello che viene definito, statisticamente, peso ideale, viene calcolato, ovviamente, sempre in relazione all’altezza. Se il peso reale supera di molto i parametri standard, si definisce la problematica obesità.

L’obesità, nell’ultimo DSM 5, non viene inclusa nei disturbi alimentari e non viene dunque considerata malattia mentale. 

Nonostante la maggior parte delle persone ritenga che questa condizione sia meno grave rispetto ai disturbi alimentari visti in precedenza, si tratta di una problematica complessa e fortemente rischiosa. Che ne soffre corre maggiori rischi, infatti, di sviluppare
malattie croniche e, nei casi più estremi, anche di morire

obesità

L’obesità, infatti, si definisce come il risultato dell’introito di calorie continuato nel tempo ed eccessivo rispetto al consumo abituale. Questo può portare, in modo diretto, ad un aumento di ipertensione e diabete di tipo II. Altre problematiche associate all’obesità riguardano i calcoli alla cistifellea e le apnee notturne oppure, in generale, altri problemi legati alla respirazione.

La natura e le cause sono svariate ma tuttavia ci sono, soprattutto negli Stati Uniti, continue ricerche che vengono svolte nel tentativo di cercare delle motivazioni comuni. La situazione italiana non è tragica tanto quanto quella statunitense, anche se l’obesità tra gli adolescenti è una condizione che sta subendo un incremento vertiginoso e che causa preoccupazione in vista del futuro.

Sottopeso

La condizione di sottopeso è caratterizzata da una situazione in cui il peso del soggetto si trova in difetto rispetto altri parametri come, ad esempio, l’altezza. Le cause sono moltissime e si rifanno ad alterazioni fisio-patologiche oppure psicologiche, che sono strettamente correlate ai disturbi alimentari.

I soggetti più a rischio sono quelli che hanno un’età compresa tra i 13 ed i 18 anni. Questo perchè in questo periodo della vita può essere messa in evidenza la maturazione dell’autostima e l’adolescente entra, nella maggior parte delle volte, in conflitto con l’immagine di sé allo specchio ed è spinto dal desiderio di piacere agli altri.

sottopeso

Il genere più a rischio è quello femminile ma, sempre più frequentemente sembra essere interessato anche quello maschile, con la differenza che i disturbi di questo tipo compaiono in media attorno ai 30 anni.

Le forme di disturbi alimentari conclamate dal punto di vista medico sono solitamente precedute da atteggiamenti particolari che riguardano il rapporto con l’alimentazione ma che tuttavia non possono essere ancora ritenuti pericolosi. Riconoscerli è fondamentale per fermare il processo che porterà, solitamente in un tempo abbastanza breve, al disturbo alimentare vero e proprio.

Approcci Terapeutici e Centri DCA

La terapia comune a tutti questi disturbi, senza dubbio, prevede la collaborazione tra più figure professionali diverse. In particolare modo di psichiatra, internista, dietologo e psicologo. Se ritenuto opportuno si può anche intervenire con una terapia farmacologica che prevede la somministrazione di antidepressivi ed ansiolitici.

Anche per soggetti con disturbi alimentari è possibile intravedere una luce in fondo al tunnel e riconquistare la felicità perduta. I centri per i disturbi alimentari sono tanti e, ormai, ben distribuiti su tutto il territorio nazionale. Il numero verde 800180969 è attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 21.00. Si tratta di un servizio professionale gratuito per l’utente, che garantisce l’anonimato ed ha una copertura nazionale. Inoltre, questo sito, ha creato una mappa dei centri dedicati alla cura e al trattamento dei DCA in Italia. 

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