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Contraccettivi, elementi indispensabili per godere di una buona salute sessuale. I metodi di contraccezione permettono di sperimentare in modo più libero e sereno la propria sessualità, prevenendo il rischio di gravidanze indesiderate e, talvolta, evitando la trasmissione di malattie sessuali.
I contraccettivi hanno radicalmente modificato l’obiettivo con cui si pratica l’attività sessuale: se in principio l’accoppiamento era finalizzato alla riproduzione della specie, ad oggi il sesso ha connotazioni di intimità sessuale e relazionale. È un mezzo attraverso il quale traiamo piacere fisico, miglioriamo l’intesa di coppia e conosciamo meglio noi stessi e il partner. Insomma, la sessualità non risponde più a bisogni strettamente procreativi, ma soprattutto affettivi ed emotivi. Senza considerare l’ovvio: il sesso è divertimento! È un modo per vivere esperienze sensoriali intense, un “gioco per adulti”, che serve anche a ridurre lo stress e a favorire una condizione di rilassamento psicofisico.
Per poter giocare senza rischi, è necessario conoscere le regole: una delle principali è proprio la contraccezione. Ecco dunque una breve descrizione dei metodi contraccettivi più utilizzati, con informazioni utili e indicazioni sulle modalità di utilizzo, affinché possiate scegliere in modo consapevole!
Sano, sicuro e consensuale è un motto che viene utilizzato spesso da chi pratica BDSM, ma rappresenta molto bene i valori che dovrebbero essere seguiti da chiunque scelga di intraprendere un’attività sessuale. Il rispetto dei diritti, propri e altrui, non è negoziabile.
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Contraccettivi, Quali Sono?
I metodi contraccettivi possono agire su tre livelli:
- Prima del rapporto: sono i cosiddetti contraccettivi ormonali, come la pillola, l’anello, il cerotto, l’impianto progestinico sottocutaneo e la spirale. I contraccettivi ormonali sono metodi di prevenzione perché impediscono l’ovulazione, evitando quindi la fecondazione (l’unione tra ovulo e spermatozoo). Tuttavia, non prevengono da malattie sessualmente trasmesse.
- Durante il rapporto: possono essere usati i metodi barriera, tra i quali il più conosciuto è il preservativo maschile, ma in commercio è possibile trovare anche quello femminile e il diaframma. Esistono anche metodi chimici che agiscono attraverso l’uso di spermicidi e, molto poco raccomandabili, i metodi naturali (coito interrotto e astensione nei giorni fertili).
- Post rapporto: è la contraccezione di emergenza, un “salvagente” che non va utilizzato come metodo regolare, ma all’occorrenza (con rottura del preservativo, ad esempio).
Un altro modo per prevenire gravidanze indesiderate è la sterilizzazione. Non è tuttavia considerata un metodo contraccettivo perché non è reversibile, al contrario di tutti gli altri che stiamo per andare a descrivere.
Pillola Contraccettiva
La pillola anticoncezionale è un metodo di contraccezione largamente utilizzato dal genere femminile che si assume per via orale. L’uso così diffuso dipende in primo luogo dalla comodità di assunzione (una pastiglia al giorno), ma anche dal pieno controllo che la donna più esercitare sulla propria sessualità. Inoltre, è correlata a molti effetti “collaterali” positivi, come la riduzione dei dolori e del flusso mestruale, la regolarizzazione del ciclo, il miglioramento dell’acne, la diminuzione dell’irsutismo, oltre alla riduzione del rischio di sviluppare tumori al collo dell’utero. Sono tuttavia noti anche alcuni effetti negativi, in particolare sulla libido e sulla secchezza vaginale che possono anche comportare l’insorgenza di disfunzioni sessuali. La pillola è un farmaco: un errato dosaggio può causare sintomi più o meno fastidiosi (mal di testa, nausea, ritenzione idrica, aumento dell’appetito per citarne alcuni).
Il potere contraccettivo della pillola causa l’inibizione del fenomeno ovulatorio e crea un ambiente uterino sfavorevole all’annidamento dell’embrione. In che modo? Intervenendo a livello ormonale. A breve lo vedremo più nel dettaglio. Intanto è importante sapere che, in base agli ormoni contenuti nella pillola contraccettiva, si distinguono due grandi categorie:
- Combinata – contenente sia estrogeno che progesterone (anche detta “estroprogestinica“)
- Minipillola – contenente solo progesterone (o “progestinica“).
Si tratta di ormoni sintetici, ovvero di sostanze molto simili a quelle prodotte dall’organismo. In base al diverso dosaggio e numero di compresse, esistono numerosi tipi di pillola. Compito del ginecologo è quello di individuare la formulazione più adatta in base alle caratteristiche individuali.
Ciclo Mestruale
Ogni mese la donna in età fertile percorre il ciclo mestruale, ovvero un processo fasico in cui l’utero subisce delle modificazioni per prepararsi ad accogliere un’eventuale gravidanza.
- Fase follicolare: uno dei follicoli – piccole sacche contenenti liquido all’interno delle ovaie – raggiunge la piena maturazione e si prepara a rilasciare un ovulo (gamete femminile). In questa fase i livelli di estrogeno e progesterone sono molto bassi e ciò induce lo sfaldamento dell’endometrio (mestruazione).
- Fase ovulatoria: il follicolo rilascia l’ovulo che, dall’ovaio, inizia a percorrere le tube di Falloppio. A livello ormonale assistiamo alla diminuzione della quantità di estrogeno a favore di un aumento di quella di progesterone.
- Fase luteinica: il follicolo che ha portato a maturazione l’ovulo si trasforma in corpo luteo, che secerne progesterone. Tale ormone prepara l’utero all’annidamento dell’embrione: ispessisce l’endometrio, addensa il muco cervicale e aumenta la temperatura corporea di circa mezzo grado.
Contraccettivi e Ormoni
Il sistema ormonale che determina il passaggio da una fase all’altra è complesso e si svolge a tre livelli:
- L’ipotalamo (che fa parte del Sistema Nervoso Centrale) rilascia un ormone che si chiama GnRH, che agisce sull’ipofisi.
- L’ipofisi è una ghiandola controllata dall’ipotalamo il cui compito è quello di rilasciare ormoni. Quando riceve il segnale del GnRH, dà inizio alla produzione di due ormoni: il follicolostimolante (FSH) e il luteinizzante (LH).
- FSH e LH agiscono a livello dell’ovaio stimolando la crescita del follicolo (e quindi la maturazione dell’ovulo). Il primo agisce all’inizio della fase follicolare, mentre il secondo al termine della stessa fase. È l’ovaio stesso a controllare il rilascio di FSH e di LH in quanto produce estradiolo (estrogeno naturale): quando aumenta la quantità di estradiolo, diminuiscono quelle di FSH e LH.
La pillola interviene a livello ipofisario: introducendo nell’organismo estrogeno e progesterone sintetici, l’ipofisi rilascia solo piccole quantità di FSH e LH. Di conseguenza, i follicoli non vengono stimolati e non fanno maturare gli ovuli e l’ovaio non produce estradiolo.
La pillola anticoncenzionale è sicura al 99%, se assunta quotidianamente e possibilmente allo stesso orario.
Anello Contraccettivo
L‘anello anticoncezionale è un dispositivo che serve a somministrare gli stessi ormoni contenuti nella pillola, quindi estrogeno e progesterone sintetici. Cambia la modalità di assunzione: invece che per via orale, va inserito all’interno del canale vaginale. Gli ormoni vengono assorbiti dalle pareti vaginali e per questo il dosaggio ormonale è più basso di quello contenuto nella pillola. Si tratta di un metodo pratico perché riduce notevolmente il rischio di dimenticanza: una volta inserito, va tenuto in vagina per 21 giorni.
Dato da non trascurare è quello della sicurezza contraccettiva: come per la pillola, è sicuro al 99%.
Applicazione
L’anello contraccettivo viene venduto con un applicatore che facilita l’inserimento (modalità molto simile a quella del posizionamento degli assorbenti interni), ma può essere inserito tranquillamente anche senza. Non c’è un modo giusto o sbagliato per inserirlo in vagina: si tratta di un anello di plastica morbida (in etilene vinilacetato) che può essere appallottolato su sé stesso e, una volta in vagina, si adatta all’anatomia individuale modellandosi con il calore corporeo. Va inserito il più profondamente possibile intorno al collo dell’utero: in questo modo non viene percepita la presenza dell’anello vaginale né da parte della donna né dal partner. Al più, può essere rimosso per al massimo un paio d’ore per lo svolgimento del coito, ma va poi reintrodotto in vagina.
Se si sposta, non perde di efficacia: semplicemente potrebbe dare un po’ fastidio. In questo caso è possibile procedere al riposizionamento.
Ripassino anatomico? Lo trovi nell’articolo dedicato all’orgasmo e all’anatomia genitale femminile.
Per rimuoverlo al termine dei 21 giorni, si spinge verso il basso attraverso contrazione dei muscoli pelvici: si estrae senza alcuna difficoltà. È monouso, per cui va buttato e sostituito con uno nuovo dopo una settimana di sospensione (durante la quale comparirà il ciclo mestruale).
Indicato per…
È consigliatissimo per le donne che soffrono spesso di disturbi gastrointestinali e di malassorbimento. È indicato anche per donne con vaginiti ricorrenti perché, tra tutti i metodi contraccettivi ormonali, è quello con minore rischio di sviluppare infezioni vaginali (come ad esempio la candida).
Cerotto Contraccettivo
Il cerotto contraccettivo, come la pillola e l’anello, contiene estrogeni e progesterone. Agisce per via transdermica: va applicato sulla cute (si predilige un punto nascosto sotto i vestiti), che assorbe gli ormoni rilasciati dal cerotto, fino a farli entrare nel circolo sanguigno. Da qui, gli ormoni impediscono l’ovulazione e ispessiscono il muco vaginale, intralciando il passaggio degli spermatozoi. Inoltre, rendono sfavorevole l’ambiente per l’annidamento dell’embrione.
Applicazione
Il cerotto ha una forma quadrata di 4,5 cm per lato. Va fatto aderire direttamente sulla pelle, che deve essere pulita e asciutta, priva di irritazioni o escoriazioni. La parte interna è protetta da una pellicola che va rimossa prima di poterla applicare, mentre quella esterna è impermeabile per evitare che si stacchi a contatto con l’acqua.
Il cerotto è un dispositivo usa e getta: si tiene per una settimana, dopodiché va sostituito con uno nuovo. Questo per tre settimane consecutive: alla quarta non va applicato per permettere la comparsa del ciclo mestruale. L’unica accortezza è quella di appicciarlo sempre in punti diversi rispetto a dove è stato collocato in precedenza, allo scopo di evitare irritazioni cutanee e garantire la massima efficacia anticoncezionale. Anche in questo caso, stiamo parlando di una sicurezza del 99%.
Se Si Stacca?
Non è improbabile che il cerotto anticoncezionale si stacchi involontariamente. In questi casi va sostituito con uno nuovo. Se ciò accade nella prima settimana di utilizzo, il potere contraccettivo diminuisce di molto. Al contrario, nelle altre due settimane conserva la sua efficacia se viene sostituito entro 48 ore.
Spirale Contraccettiva
La spirale contraccettiva è anche conosciuta come dispositivo intrauterino. Ne esistono di due tipologie.
Lo IUD è un metodo contraccettivo meccanico. È in plastica (ha una forma a T) ed ha un cordino in rame. Viene collocata dal ginecologo nel collo dell’utero, che lascia il cordino ad una lunghezza di circa 3-4 cm. Questo consente alla donna di controllarne il posizionamento e ne permette l’estrazione. Il rame impedisce l’annidamento dell’embrione e limita la motilità degli spermatozoi.
Lo IUS è un metodo contraccettivo ormonale a rilascio progestinico. Anche questo ha una forma a T: il braccio verticale è composto da un serbatoio che contiene una piccola quantità di progesterone, che viene rilasciato direttamente nel canale vaginale.
Vantaggi e Svantaggi
La spirale contraccettiva ha decisamente dei pro e dei contro.
La sua efficacia è più elevata degli altri metodi concezionali perché, una volta posizionata, non va rimossa nel breve termine. Anzi, può restare in sede per diversi anni. Inoltre, riduce notevolmente il flusso mestruale e i dolori legati al ciclo.
Tuttavia, questo dispositivo non è indicato per donne che hanno infezioni vaginali ricorrenti e che non hanno ancora avuto figli o che non hanno mai avuto parti naturali. I ginecologi la consigliano dopo i 35 anni, infatti. Può causare spotting (perdite di sangue non previste), soprattutto nel primo periodo, e aumentare il di rischio di gravidanze extrauterine.
Impianto Contraccettivo Sottocutaneo
L’impianto contraccettivo sottocutaneo è più semplicemente chiamato “bastoncino ormonale”. Si tratta, infatti, di un bastoncino di circa 4 cm (spesso 2 mm), in plastica anallergica, che viene impiantato nel braccio appena al di sotto della cute dal ginecologo. È una procedura ambulatoriale veloce poco invasiva che richiede l’anestesia locale. Per i successivi tre anni, l’impianto previene l’ovulazione attraverso il rilascio di piccole quantità di progesterone.
Questo contraccettivo può causare spotting per i primi mesi di utilizzo ed è percettibile al tatto. Il pregio più importante, oltre alla comodità di non doversi preoccupare di contraccezione per tre anni, è il tasso di sicurezza vicino al 100%.
Diaframma Contraccettivo
Il diaframma è un contraccettivo di barriera. Si colloca manualmente prima del rapporto sessuale all’ingresso del collo dell’utero, per creare una vera e propria barriera alla fine della vagina che impedisce il passaggio degli spermatozoi. La rimozione deve avvenire almeno 8 ore dopo il termine del rapporto. È una sorta di cupola di gomma delimitata da un anello di metallo flessibile che si adatta alle pareti vaginali. Se trattato con cura, può essere riutilizzato fino a 2 anni.
Spermicidi
Il diaframma spesso si abbina a sostanze spermicide, per ridurre il rischio di gravidanza indesiderata qualora il dispositivo fosse inserito in modo scorretto. Lo spermicida si spalma sul lato che si affaccia verso il canale vaginale. Sono sostanze chimiche che immobilizzano o uccidono gli spermatozoi. Il loro uso è consigliato in abbinamento a metodi barriera, ma mai da soli: sono efficaci per un arco di tempo molto breve e tendono ad irritare le mucose vaginali, favorendo l’insorgenza di infezioni.
Proprio perché non particolarmente affidabile, il diaframma non è un contraccettivo molto diffuso. È sicuro solo all’80%.
Contraccettivi: Preservativo Maschile
Quello maschile è probabilmente il metodo di contraccezione maschile più famoso. Nonostante questo, spesso non viene trattato nel modo più corretto, aumentando così il rischio di rottura. Questo determina una sicurezza pari all’85% (quando teoricamente dovrebbe essere quasi assoluta). I motivi per cui più probabilmente si rompe:
- Non viene conservato in modo ottimale (il portafogli non è una buona idea).
- Viene srotolato senza tenere il serbatoio: in questo modo si crea un palloncino d’aria che facilmente si può rompere.
- Non viene rimosso subito dopo l’eiaculazione: romantica l’idea di continuare con il coito, ma potrebbe rivelarsi una pessima idea!
- La misura è troppo piccola rispetto a quella del pene.
I più diffusi sono in lattice, ma ne esistono anche in propilene per essere anallergici. Le dimensioni vanno dalla taglia XS alla XXL. Ne esistono di più o meno sottili, con caratteristiche particolari per consistenza o sensazioni che possono provocare (ad esempio di caldo o freddo). Quindi no, non ci sono scuse per non usarli.
Ah, un’ultima cosa molto importante: se non si srotola completamente, non c’è bisogno di andare in paranoia, anzi è una cosa più che normale. La lunghezza standard di un preservativo è di circa 17 cm, mentre quella di un pene in erezione (in Italia) si aggira intorno ai 13,5 cm. Per potersi adattare a tutte le misure, si è volutamente scelto di produrli con una lunghezza maggiore di quella necessaria.
Contraccettivi: Preservativo Femminile
Confuso erroneamente con il diaframma, il preservativo femminile è tutt’altra cosa. Si tratta di una guaina trasparente il cui scopo è quello di ricoprire le pareti del canale vaginale. È composto da due anelli flessibili posti alle estremità e collegati da una guaina di poliuretano. Un’estremità, quella chiusa, va inserita in profondità in vagina, mentre l’altra si posiziona all’esterno della vulva per circa 2-3 cm. La sensibilità delle pareti vaginali viene preservata e protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili. Tuttavia, è sicuro solo all’80-95% ed è utilizzabile da donne che hanno una buona conoscenza della loro anatomia. Un problema è quello della reperibilità: è talmente poco diffuso in Italia che spesso anche in farmacia si trova solo su ordinazione.
Utilizzo
Per inserirlo correttamente, occorre prendere l’anello con l’estremità chiusa tra pollice e indice, schiacciarlo leggermente e spingerlo in profondità verso la fine della cervice. A quel punto si srotola la guaina e con un dito bisogna controllare che non si sia attorcigliata. La rimozione è più semplice: basta tirare l’anello esterno e sfilare il preservativo.
Sia con il preservativo (maschile e femminile) che con gli altri metodi contraccettivi, è importante utilizzare un buon lubrificante per evitare eccessivi attriti che potrebbero causare lacerazioni ai genitali. Per una spiegazione più approfondita, si rimanda all’articolo dedicato ai sex toys e ai lubrificanti.
Dental Dam
Ancora meno conosciuto del preservativo femminile, è il dental dam. Si tratta di un fazzoletto in lattice dotato di strisce adesive che si applica su vulva e/o ano per praticare cunnilingus e anilingus allo scopo di prevenire la trasmissione di malattie sessuali. L’equivalente del preservativo maschile per il sesso orale, insomma. nasce come strumento in ambito odontoiatrico, motivo per cui il nome, tradotto in italiano, significa “diga dentale”.
Per ulteriori informazioni sui metodi contraccettivi, vi rimandiamo al sito della Società Italiana che si occupa di Contraccezione (SIC).
Contraccettivi Naturali
I contraccettivi naturali sono molto poco sicuri rispetto agli altri metodi fino ad ora descritti. Per questo motivo non ci addentreremo nella loro descrizione. In generale stiamo parlando di astensione dai rapporti coitali nei giorni fertili del mese. Esistono diverse modalità:
- Igino-Knaus: prevede l’estensione dal coito tra il nono e il sedicesimo giorno del ciclo.
- Billing: si basa sul calcolo dei giorni fertili (con relativo periodo di astensione) attraverso l’osservazione del muco vaginale (per quantità e consistenza).
- Temperatura basale: si individua il periodo fertile rilevando la temperatura corporea, che si alza di mezzo grado durante quei giorni del mese.
- Picco LH: utilizza test dell’urina per rilevare le variazioni dell’ormone LH (luteinizzante)
Il coito interrotto, anche se molto diffuso tra gli adolescenti, è un metodo che ha molta probabilità di portare a conseguenze indesiderate. Per chi non lo conoscesse (o quantomeno non con questo nome) corrisponde all’atto di estrarre il pene dalla vagina prima dell’eiaculazione. Non è un metodo efficace perché il liquido pre-eiaculatorio può comunque contenere una piccola percentuali di spermatozoi. In percentuale, 20 donne su 100 vanno incontro a gravidanza indesiderata. Sicuri di voler giocare alla roulette russa? Senza considerare che i metodi naturali non proteggono dalle malattie sessualmente trasmissibili.
Contraccezione di Emergenza
Quando si verifica un imprevisto che potrebbe determinare una gravidanza indesiderata, allora è possibile accedere alla contraccezione di emergenza. Non si tratta di un contraccettivo, bensì di un metodo che riduce la possibilità di gravidanza. La più nota, è la pillola del giorno dopo (o dei 5 giorni dopo). È possibile anche ricorrere alla spirale di rame (IUD), descritta in precedenza, per evitare l’annidamento dell’embrione. In questo caso occorre prendere appuntamento con il ginecologo entro 48 ore dal rapporto non protetto per procedere al collocamento del dispositivo. Entro le 48 ore, la sicurezza è pari al 99%.
Contraccezione di Emergenza: Pillola del Giorno Dopo
Prima di continuare, occorre una precisazione: la pillola del giorno dopo NON È la pillola abortiva RU-486. La pillola abortiva serve ad interrompere una gravidanza in corso entro le prime 7 settimane di gestazione. Per ulteriori approfondimenti sulle modalità di aborto volontario, si rimanda all’articolo dedicato: Aborto volontario: modalità e costi.
La pillola del giorno dopo deve essere assunta il prima possibile dopo il rapporto non protetto e comunque entro le 72 ore (efficacia massima entro 12 ore). È un farmaco che contiene una dose elevata di progesterone (levonorgestrel) che blocca o ritarda l’ovulazione attraverso la soppressione del picco di ormone LH. Come abbiamo visto, LH è l’ormone che provoca il rilascio dell’ovulo nelle tube di Falloppio e che predispone l’utero alla gravidanza. Pertanto, se l’ovulazione è già in atto o se l’embrione si è già impiantano sull’endometrio, allora la contraccezione di emergenza non è in alcun modo utile.
Un’altra contraccezione di emergenza farmacologica è la pillola dei 5 giorni dopo. Si tratta di una pastiglia contenente ulipristal acetato che può essere assunta fino a 5 giorni dopo il rapporto non protetto. L’ulipristal acetato è un anti-progestinico: in parole semplici, inibisce gli effetti del progesterone ritardando l’ovulazione. Dato che è efficace fino a 120 ore, impedisce anche l’annidamento dell’embrione qualora la fecondazione sia già avvenuta.
Per la pillola del giorno dopo non è necessaria la prescrizione medica per soggetti maggiorenni, mentre per i minorenni è necessaria la ricetta del ginecologo. La pillola dei 5 giorni dopo non ha l’obbligo di prescrizione, sebbene non sia un farmaco da banco. Ad ogni modo, avvisare il medico potrebbe essere una buona idea per discutere delle eventuali implicazioni mediche e per rivalutare il metodo contraccettivo in uso.
Contraccezione e Psicologia
Nonostante gli unici contraccettivi efficaci nel prevenire le malattie sessualmente trasmesse siano quelli di barriera, li utilizza solo il 56,6% della popolazione italiana. Ciò è dovuto principalmente ad aspetti pratici, come: la perdita di sensibilità, l’interruzione del rapporto (che lo rende meno spontaneo) e la possibile perdita di erezione del pene. La conoscenza del preservativo femminile o del dental dam potrebbe in parte risolvere alcune di queste questioni.
Anche la psicologia gioca un ruolo nella scelta di non usare i metodi contraccettivi, come ad esempio il desiderio psicologico di far proprio il corpo dell’altra persona attraverso l’eiaculazione in vagina o nell’ano.
Sesso in gravidanza, si può fare? In generale si, a patto che non vi siano controindicazioni mediche.