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Public Speaking, una abilità di cui si sente parlare sempre più spesso: cosa significa? Con il termine public speaking si intende la capacità di saper parlare in pubblico, esponendo le proprie argomentazioni ma anche trasmettendo le proprie idee, sviluppando il pensiero critico e potenziando le proprie competenze comunicative verbali. Il focus è quindi rivolto alla comunicazione, che rientra a far parte della storia dell’uomo da sempre (vedi anche: soft skills).
Già a partire da 2000 anni fa, l’argomento di discussione era sempre lo stesso. Quale modalità di comunicazione, tra orale, scritta e ontologica, risultava la più efficace? Le cose da allora non sono cambiate più di tanto, proprio perché l’obiettivo rimane sempre quello di trasmettere il proprio punto di vista cercando di essere puntuali e chiari.
Partiamo dai tempi di Socrate, Platone e anche Aristotele, in cui l’oratore doveva possedere invenzione, disposizione, elocuzione, memoria ma anche capacità di recitazione. Cicerone è un altro esempio eccellente da cui prendere ispirazione, uno dei più grandi oratori della storia dell’umanità. Ciò che lo distingueva era proprio l’abilità di intrattenere, coinvolgere e successivamente anche convincere il proprio pubblico a partire dalle proprie idee.
Il public speaking di cui parliamo oggi, più che un mezzo per convincere la propria platea, è un metodo per trasmettere un messaggio lasciando una traccia nella memoria di chi ci ascolta. Il pensiero critico è di centrale importanza. L’elaborazione del messaggio avverrà in un secondo momento ma il nostro compito è appassionare chi ci sta di fronte.
Dalla filosofia fino alla psicologia e alla sociologia, il termine comunicazione è oggi utilizzato per definire un carattere specifico delle relazioni umane, cioè rapporti di partecipazione e condivisione reciproca. La comunicazione assertiva ci insegna a saper esprimere noi stessi, facendo valere il nostro punto di vista rispettando però le idee ed i diritti degli altri. Comunicare diviene sinonimo di “vita con gli altri” oltre che di sapere condiviso.
Public Speaking, Cos’è?
Il public speaking non è semplice da definire in modo puntuale, proprio perché corrisponde a una azione. Comunicare informazioni, di diverso tipo, ad pubblico, che può corrispondere alla platea di un teatro ma anche un numero più ristretto di persone. Per comprendere la complessità dell’esperienza di public speaking basta pensare all’ultima volta che abbiamo dovuto presentare del materiale davanti ad un pubblico, dal vivo. Che si tratti della presentazione di un progetto ad una riunione di lavoro oppure del PowerPoint della tesina di maturità, le caratteristiche generali cambiano poco. Dalla osservazione dei volti di chi ci sta ascoltando fino alla naturale tendenza a gesticolare durante la presentazione, i dettagli da prendere in considerazione sono tanti.
Caratteristiche del Public Speaking
Nel tentativo di definire il significato di public speaking, proviamo a delineare alcuni dei punti che lo caratterizzano:
- Discorso lineare, proprio perché il punto di partenza è quello di avere una scaletta mentale chiara e ben definita. Iniziare una presentazione senza avere idea di che cosa si vuole comunicare è l’inizio di un perfetto disastro. Il supporto delle slide serve al pubblico per focalizzare i punti chiave del nostro discorso ma anche a noi per tenere una traccia ben definita. Questo non significa che dobbiamo per forza partire da un’introduzione e arrivare alla conclusione. Come in un libro, possiamo decidere la strada da seguire ma l’obiettivo deve essere chiaro.
- Presentazione efficace, ricollegata al punto precedente. Le regole della comunicazione insegnano che è necessario saper parlare ogni persona seduta di fronte a noi in modo efficace, esponendo la nostra idea e coinvolgendo chi ascolta.
- Comunicazione non verbale, altrettanto importante. Questo richiede un esercizio specifico, proprio perché i nostri gesti devono accompagnare il discorso e non distrarre l’attenzione del pubblico.
- Intrattenimento, compreso nel coinvolgimento di chi ci ascolta. Soprattutto in un ambiente educativo ma anche lavorativo, a volte, lo stesso pubblico si ritrova ad ascoltare presentazioni differenti. Il nostro obiettivo non è quello di far divertire ma di lasciare il segno. Concluso il discorso, la più grande soddisfazione è constatare che il messaggio è stato recepito per davvero.
Immagina te stesso in un salotto chiacchierando con i tuoi amici. Saresti rilassato e a tuo agio a parlare con loro, lo stesso vale quando parli in pubblico.
Richard Branson, fondatore del Virgin Group
Regole per una Comunicazione Efficace
Dare vita a una comunicazione efficace significa saper gestire al meglio le proprie argomentazioni ma anche tenere sotto controllo lo stato emotivo. Avere una traccia da seguire, anche attraverso l’utilizzo delle slide, da la possibilità di non imparare a memoria un discorso ma mantenere un filo conduttore. Dominare anche l’ansia da prestazione permette di guadagnare parecchia autostima in noi stessi.
Oltre all’importanza del discorso che andremo a pronunciare davanti a un pubblico più o meno ampio, il public speaking è una disciplina connessa anche al linguaggio del corpo. Movimenti, tono di voce, gesti e posture, proprio come il contatto visivo e le espressioni facciali, fanno parte del nostro corpo e, insieme ad esso, sono un potente mezzo di comunicazione. Definire con chiarezza il messaggio che vogliamo trasmettere, serve per rendere più fluida anche la comunicazione non verbale.
Da Dove Partire?
Vediamo ora i quattro aspetti della comunicazione verbale importanti per chiarire l’obiettivo da raggiungere.
- Contenuto, che cosa dire e a chi dobbiamo dirlo. Centrale è comprendere il punto di arrivo, non perché la strada nel mezzo non sia importante ma perché il percorso cambia a seconda dell’obiettivo. Molto dipende anche dalla modalità: una comunicazione one to one è diversa da quella di fronte ad un pubblico più ampio.
- Raccolta di informazioni, importante anche per conoscere le caratteristiche del pubblico. Il tipo di interlocutore può essere compreso al meglio attraverso anche questionari compilati prima dell’evento di public speaking. In questo modo, soprattutto se il pubblico è particolarmente eterogeneo, abbiamo la possibilità di capire se il contenuto del nostro discorso deve essere più o meno specifico. Oltre a questo, chiediamo un feedback per raccogliere pareri costruttivi.
- Disposizione, capire come dire ciò che vogliamo esporre. A partire dall’apertura, la frase ad effetto piuttosto che l’immagine a schermo intero che commenteremo a voce, fino alla chiusura. L’obiettivo è rendere la comunicazione memorabile, per esempio chiudendo il discorso con una domanda aperta al pubblico. Ciò che sta nel mezzo, cioè la dissertazione, deve essere naturalmente ben strutturata.
- Progettazione, cioè il processo di sartorializzazione a seconda dell’obiettivo, dell’audience e del tempo che abbiamo disposizione. È importante schematizzare per capire come disporre il discorso finale, dato che lo span attentivo è sempre più breve. Meglio suddividere in blocchi un discorso molto lungo!
Public Speaking: 5 Esercizi
Le regole e gli esercizi per una comunicazione efficace possono tornare utili anche nell’ambito della psicologia del lavoro, per guadagnare fiducia in sede di colloquio, per esempio. Vediamo 5 esercizi capaci di rendere più lineare il nostro discorso ed efficace la presentazione delle nostre idee. Si parte dal consiglio di Guy Kawasaki, un manager e imprenditore statunitense con un sito dedicato al public speaking. Secondo alcune stime, 20 minuti sono il tempo massimo consentito, in media, per far sì che l’attenzione del pubblico o dell’interlocutore rimanga salda. Il nostro obiettivo è attirare il focus anche di chi ha sonno, per esempio. Partire da un numero contenuto di slide oppure da una presentazione breve fin dall’inizio è difficile. L’ideale, secondo Kawasaki, è esercitarsi a riassumere l’intero discorso in 10 punti chiave, adattandolo anche quando il tempo per esporlo non è molto.
Il secondo esercizio, oltreché regola, di centrale importanza è porre la giusta attenzione al nostro ritmo respiratorio. Anche attraverso l’utilizzo di dispositivi tecnologici, è bene cercare di regolarizzare la respirazione anche nei momenti di ansia e tensione. Sapremo gestire anche gli imprevisti quindi è importante non arrivare a fine discorso con l’affanno. Se ci sentiamo tanto sotto pressione, optiamo per esercizi di meditazione.
Al terzo posto, scandiamo bene le parole, per rendere più comprensibile a tutti il messaggio. Abbiamo già sottolineato l’importanza di scegliere una terminologia adatta al pubblico che ci sta ascoltando, di conseguenza più o meno specifica. Oltre a questo, è importante scandire i termini con cura proprio per aumentare l’efficacia comunicativa. Utile anche a questo fine è la regola del videoregistrarsi durante le prove del discorso. In questo modo, oltre alla comunicazione verbale, abbiamo la possibilità di osservare anche il linguaggio del nostro corpo, immedesimandoci in chi ci osserva.
L’ultima regola è dedicata all’importanza di guardare negli occhi chi ci sta ascoltando. Con meno di 35 persone, possiamo provare a guardare tutti negli occhi almeno una volta altrimenti disegniamo una M con lo sguardo, fissando una persona in ogni angolo e la persona al centro. Tutti si sentiranno guardati.
Corsi di Public Speaking
Esistono numerosi corsi, online e in presenza, dedicati al public speaking e alla comunicazione efficace. Migliorare la nostra autostima può permetterci anche di capire come cambiare vita. Molto dipende dalla vostra zona geografica di appartenenza, l’importante però è partire dalla valutazione di alcuni punti. Prima di tutto, la modalità di selezione. Se possiamo iscriverci direttamente dal sito di presentazione o dal video YouTube, direttamente pagando, senza alcun colloquio è un punto a sfavore del corso. Trovare il metodo più efficace per comunicare è una questione personale e soggettiva. Molto meglio i corsi che possono accogliere un numero limitato di partecipanti ma garantire una preparazione su misura. Altra cosa, attenzione alle recensioni! Affidarsi ai pareri riportati nel sito dedicato al corso, purtroppo, può spesso cogliere in inganno. Mettiamo a confronto siti differenti, che possano darci una panoramica delle reali esperienze di chi lo ha frequentato.
Detto questo, uno dei corsi migliori in circolazione è quello di Toastmaster, una associazione internazionale che volto a creare un vero e proprio club di oratoria, in cui ci si riunisce una volta a settimana (o ogni quindici giorni) per praticare. Si tratta quindi di una formazione a lungo termine, fatta di continui confronti e sviluppi. Le sedi del corso sono Aviano, Bologna, Firenze, Genova, Lugano (Svizzera), Milano , Monza, Napoli, Rivalta di Torino (Torino), Roma, Torino, Verona, Vicenza. Date un occhio al sito per maggiori informazioni.
Un’altra corso con ottime recensioni è quello tenuto da Massimiliano Cavallo, un formatore che organizza un corso itinerante, che quindi si sposta in diverse città o piccoli centri italiani. Offre un garanzia soddisfatti o rimborsati (altro punto a favore) e i pareri di chi lo ha seguito sono ottimi. Diffidate di PDF, serve pratica!