Love Alarm: Una Notifica per dire “Ti Amo”

Indice

Love Alarm è una serie tv Netflix di recente produzione con una trama interessante. Nello specifico, spinge a riflettere su un futuro in cui una nuova applicazione potrebbe cambiare in modo radicale la maniera in cui pensiamo, definiamo e viviamo le relazioni sentimentali. Oggi rifletteremo su alcuni dettagli della trama di Love Alarm, ripensando le dinamiche amorose e immaginando come potrebbe essere la nostra vita se la tecnologia arrivasse al punto di far “suonare” i nostri sentimenti attraverso una notifica.

Trama

Se anche voi siete diventati fan sfegatat* delle serie sudcoreane, probabilmente ne avrete già sentito parlare. La protagonista di oggi è Love Alarm (좋아하면 울리는, Joh-ahamyeon ullineun), una serie televisiva sudcoreana, diretta da Lee Na-jung (Netflix 2019 – 2021). Tutta la storia gira intorno a un’applicazione che avvisa le persone se qualcunə, nel raggio di dieci metri, è interessato a conoscerle. La protagonista, Kim Jojo (interpretata dall’attrice sudcoreana Kim So-hyun) sperimenta l’amore giovanile, mentre affronta le difficoltà della vita tra gli anni della scuola e i primi anni universitari.

Dinamiche relazionali (disfunzionali)

La trama non è semplicissima da spiegare e le dinamiche relazionali sono veramente particolari. E per particolari non intendiamo esattamente positive e funzionali! Le relazioni sentimentali hanno aspetti tossici: tanti comportamenti problema (tra lo stalking, la pressione psicologica e simili…) che vengono fatti passare per romantici (sigh!). Le situazioni familiari mostrate sono una più triste dell’altra; i rapporti scolastici e, poi quelli lavorativi, sono complessi e anche qui lasciano un po’ di amaro in bocca.

Critiche alla società

Le accuse, più o meno velate, contro la società sono crude e spietate, toccando anche questioni come le influenze sociali malsane e pressanti che spingono al suicidio. Le tematiche smosse sono veramente tantissime e ci sarebbe molto da osservare, soprattutto dal punto di vista della salute mentale, ma sarebbe difficile farlo nello spazio di questo articolo. Per comprendere la trama e osservare la specificità dei suoi personaggi, vi invito direttamente a guardare la serie che, lo ripeto, è complessa. Quindi, su cosa vogliamo andare a concentrarci oggi?

La funzione sociale dell’app futuristica

Oggi vorremmo riflettere criticamente sulle possibili implicazioni di una notifica al posto di “ti amo”. Love Alarm, che dà poi il nome a tutta la serie nella versione globalizzata diffusa da Netflix, si riferisce a un’app capace di percepire, nel raggio di 10 metri, la presenza di altre persone. Nel caso in cui le due persone non provino nulla l’una per l’altra, l’app non suonerà al loro avvicinarsi. Se invece una delle due prova qualcosa, l’app dell’altra persona suonerà. Se a provare qualcosa si è in due, allora suoneranno entrambe le app, mostrando un cuoricino pieno. Rivoluzionario, no? Assolutamente sì! Questa essenza futuristica mi ha però spinta a riflettere su pro e contro che potrebbe portare con sé quest’app.

Pro e contro di Love Alarm

Tra i pro, c’è sicuramente la possibilità di soddisfare la propria curiosità, scoprendo in quali e quanti modi diversi possiamo risultare affascinanti. Possiamo anche avere una sorta di “certezza assoluta” sulla veridicità e profondità di quello che proviamo noi e che prova l’altra persona, chiarendo in primis a noi stess* cosa rappresenta quel turbinio di sensazioni che proviamo (le famose farfalle nello stomaco) e potendolo chiarire anche alle altre persone. E i contro?

Le ombre di Love Alarm

È facile intuire che si aprono diverse zone d’ombra di fronte a una prospettiva di questo tipo. Se noi vivessimo in un mondo idilliaco in cui i sentimenti che proviamo sono chiari, costanti, duraturi, e la monogamia fosse qualcosa che appartiene a tutt* senza ulteriori possibilità, forse un’applicazione di questo tipo non creerebbe problemi. Ma cosa succederebbe se, come vediamo nella serie, non dicessimo più “ti amo” ma fosse la notifica sonora di un’applicazione a farlo al posto nostro? Come cambierebbe il nostro rapporto con le dichiarazioni d’amore?

E, poi, a meno che non siate minorenni, ormai dovreste essere consapevoli che dopo qualche anno, nel migliore dei casi decennio, il sentimento si affievolisce, sopravvivendo per lo più di abitudine e quieto vivere. La maggior parte della nostra società si regge su questi meccanismi, no? Incastri di persone che si “sopportano” e lasciano che le cose appaiano funzionanti, perché in qualche modo bisogna farle pur funzionare le sovrastrutture della nostra società (come la famiglia, appunto).

love alarm

E se un giorno invece ci svegliassimo con quest’app che mette nero su bianco, “luce su smartphone”, la fine dei nostri sentimenti davanti agli occhi di tutt*? O, peggio, se mostrasse che i nostri sentimenti (per quanto, spesso, “moralmente” repressi) sono rivolti a un’altra persona che non è quella accanto a noi? Come si sgretolerebbero tutte le certezze su cui basiamo le nostre relazioni e quell’idea ingenua di monogamia come se fosse l’unica realtà esistente e a caratterizzare le nostre abitudini sentimentali?

Anche nei casi in cui magari si vuole tenere per sé il proprio orientamento sessuale e/o romantico, si rischierebbe di subire un outing dal nostro stesso smartphone. Questo sottoporrebbe chi fa parte di categorie discriminate a essere “mess* in vetrina” anche in potenziali ambienti non sicuri, con conseguenze a volte drammatiche a favore di bullismo e violenza.

Ma quindi perché guardare questa serie?

Vi consigliamo di guardarla non solo per la sua trama originale ma soprattutto per le riflessioni di carattere sociale e psicologico che potrebbe stimolarvi a fare. Questo rivedendo anche le vostre più radicate convinzioni sull’amore, immaginando come potrebbero cambiare le vostre relazioni se ci fosse il suono di una notifica a definirle.

Interessante, no? Vogliamo suggerirvi la visione di una serie tv, stimolando alla riflessione e sperando di ricevere a nostra volta un vostro commento sulle vostre personali impressioni. Aspettiamo i vostri feedback su tutti i canali di Psicocultura!

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