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Morbo di Parkinson: Definizione, Sintomi, Cause e Cure

Indice

Morbo di Parkinson, anche noto come Malattia di Parkinson, corrisponde ad una malattia neurodegenerativa lentamente progressiva di aree specifiche del nostro cervello. Più nello specifico, questa malattia di tipo cronico è connessa alla degenerazione e alla riduzione dei neuroni dopaminergici, con un conseguente aumento dell’acetilcolina che impedisce un numero sempre crescente di movimenti. La diagnosi, soprattutto nei primi stadi della malattia, non è sempre semplice ma osservare con cura i sintomi principali può essere risolutivo.

morbo di parkinson

Alcune delle caratteristiche tipiche, come vedremo più nei dettagli nei prossimi paragrafi, sono proprio il tremore a riposo, l’alterazione nella deambulazione, la rigidità e un globale rallentamento. La maggior parte dei pazienti con morbo di Parkinson ha un’età compresa tra i 50 e i 79 anni, la comparsa in bambini e adolescenti è estremamente rara. Un’informazione importante da tenere a mente è che più tardi avviene la comparsa del Parkinson, più lento sarà il peggioramento.

Attenzione! Non confondiamo il Morbo di Parkinson con il parkinsonismo, simile nei sintomi ma originato da altri disturbi come un ictus o un trauma cerebrale.

Morbo di Parkinson, definizione

Il Morbo di Parkinson si definisce come una malattia neurodegenerativa, con una progressione piuttosto lenta anche a seconda dell’età di comparsa. La malattia di Parkinson fu osservata e descritta per la prima volta come sindrome neurologica nel 1817, da James Parkinson, un medico inglese a cui dobbiamo anche il nome del morbo.

Jean-Martin Charcot, 50 anni dopo, analizzò da un punto di vista scientifico la malattia. Questo permise di identificare l’indipendenza di tre sintomi principali:

  1. bradicinesia, cioè un rallentamento dei movimenti,
  2. rigidità,
  3. tremore.

Ad oggi, le ricerche in merito continuano a evolversi e rinnovarsi. Una delle principali scoperte è che il morbo di Parkinson sia dovuto alla morte delle cellule di varie regioni del cervello e in particolare della substantia nigra.

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Il tremore deve però verificarsi a riposo, come abbiamo già accennato, e si tratta di uno dei segni più facilmente riconoscibili. Importante è sapere che le forme più gravi della malattia sono quelle ipocinetiche, in cui le manifestazioni in termini di movimenti sono piuttosto ridotte. Le forme tremorigene hanno invece un’evoluzione migliore e tendono a comparire più tardi.

Alla base abbiamo le stesse cause, legate ad una neurodegenerazione. I gangli basali non riescono più a controllare i movimenti muscolari come farebbero in condizioni normali. Di conseguenza, si verificano tremore, movimenti lenti, tendenza a muoversi poco, problemi di postura e deambulazione oltre che una parziale perdita di coordinazione.

Curiosità

Disfunzioni del sistema extrapiramidale e dei gangli della base si riscontrano anche nella Sindrome di Tourette. Per saperne di più puoi consultare l’articolo dedicato: Sindrome di Tourette: Cos’è, Sintomi, Cause, Bambini e Film

Morbo di Parkinson, sintomi

Quali sono i sintomi principali del morbo di Parkinson? Abbiamo già detto Che si verifica un globale rallentamento, non a caso uno dei primi sintomi è la difficoltà a girarsi nel letto quando si dorme. Successivamente, con l’avanzare della malattia, è possibile osservare anche una riduzione della mimica facciale, una postura incurvata in avanti e la tendenza fare piccoli passi per compiere un movimento completo.

Il livello cognitivo viene intaccato quando oltre al problema extrapiramidale si verifica una patologia concomitante.

  • Tremore a riposo, una delle caratteristiche fondamentali che è possibile osservare anche nei pazienti più giovani. Quando si impugna una forchetta o si preme un pulsante il tremore è del tutto assente, a differenza di quando il movimento non è controllato. Come abbiamo già accennato, le forme tremorigine del morbo di Parkinson sono le migliori in termini di evoluzione. I tremori sono grossolani, di solito colpiscono le mani come primo arto.
  • Bradicinesia, un rallentamento generale dei movimenti e della responsività. I muscoli sembrano rispondere meno e più lentamente ai propri comandi. Un movimento ridotto porta le articolazioni a irrigidirsi e i muscoli a indebolirsi.
  • Alterazione della postura e della deambulazione, sempre connessa alla base neurodegenerativa e alla difficoltà di movimento.
  • Rigidità, essenziale da valutare in fase di esame obiettivo dal neurologo. I muscoli tendono a diventare rigidi, rendendo sempre più difficile il movimento.
Curiosità

Il Parkinson può essere associato a demenza, che solitamente insorge dopo 10-15 anni dall’apparizione dei problemi muscolari.

Sintomi secondari e Disturbo da sonno REM

Dopo aver visto le caratteristiche principali del disturbo, pensiamo sia importante andare a valutare anche i sintomi secondari non motori legati al morbo di Parkinson.

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  • Depressione, soprattutto quando il morbo compare precocemente. Il soggetto tende a isolarsi proprio perché incapace di svolgere tutte le attività che vorrebbe, questo può provocare la comparsa di sintomi depressivi che è importante tenere sotto controllo.
  • Disturbi del sonno, soprattutto problemi di insonnia proprio perché il soggetto non riesce a muoversi bene e a cambiare posizione.
  • Ridotta attenzione e memoria.
  • Disturbo comportamentale in sonno REM, anche detto REM Behaviour Disorder. Che potrebbe essere un ottimo campanello d’allarme per una cura preventiva, poiché compare 5/10 anni prima della malattia. Un filone in forte sviluppo di ricerca scientifica è proprio dedicato a questa caratteristica, in cui il soggetto in fase di sonno REM tende a muoversi e agitarsi. Di solito, in questa fase, il soggetto è “paralizzato” mentre il paziente che poi svilupperà Parkinson tende a muoversi, anche con movimenti violenti.
  • Eccessiva salivazione, nelle fasi più avanzate di malattia proprio a causa di una deglutizione sempre più rallentata.
  • Perdita dell’olfatto.
  • Problemi respiratori, legati al malfunzionamento e alle problematiche di natura extrapiramidale.
  • Impotenza sessuale e problemi di minzione, spesso tipici della terza età.

Cause del Morbo di Parkinson

Cause del Morbo di Parkinson, quali sono? Come abbiamo già detto, alla base di questa malattia ritroviamo una causa di tipo neurodegenerativa cronica. Il morbo di Parkinson è legato infatti alla degenerazione riduzione dei neuroni che producono dopamina, nello specifico nella zona della substantia nigra e dello striato. Questa regione del cervello è responsabile della produzione di dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nel controllo del movimento. La riduzione di dopamina provoca una ridotta capacità di controllare normalmente i movimenti.

Curiosità

La dopamina è implicata anche nel sistema di piacere e gratificazione tipico della sessualità e delle dipendenze. Vedi anche: Tossicodipendenza.

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Un’altra informazione importante da tenere presente in riferimento alla dopamina è che non si occupa soltanto del controllo del movimento ma anche della regolazione dell’attività psichica. Nel caso del morbo di Parkinson, la degenerazione progressiva coinvolge anche altri tipi di neurotrasmettitore. I fattori alla base del Parkinson sono sia genetici che ambientali: non a caso circa il 15% delle persone questa malattia ha parenti che ne sono o ne sono stati affetti.

Un ruolo importante è svolto dallo stress ossidativo e dal sistema ubiquitina-proteasoma. La ricerca relativa agli aspetti genetici è in continua evoluzione, per il momento sono tanti i geni parzialmente responsabili del Parkinson. Di base, sono tutti inibitori del complesso mitocondriale che provocano una neurodegenerazione dei neuroni dopaminergici nigrostriatali.

Parkinson e Coronavirus

Quali potrebbero essere le conseguenze del coronavirus sul sistema nervoso, anche a lungo termine, sono ancora sconosciute proprio perché si tratta di una situazione di emergenza sanitaria ancora in corso. Di base, il COVID-19 sembrerebbe avere conseguenze su diversi organi, tra cui proprio polmoni, cuore e funzionamento cerebrale. Uno studio australiano e uno studio austriaco sembrerebbero suggerire anche una plausibile connessione tra morbo di Parkinson e Coronavirus. Prima di analizzare più nello specifico le ipotesi, premettiamo che si tratta di semplici previsioni ancora difficilmente verificabili.

coronavirus

Secondo i ricercatori del Florey Institute of Neuroscience and Mental Health di Melbourne, chi contrae il COVID-19 potrebbe manifestare sintomi connessi al Parkinson con il passare del tempo. I ricercatori hanno infatti scoperto che il SARS-CoV-2 colpisce tutto il sistema nervoso centrale e aumenta il rischio di contrarre malattie neurodegenerative. La principale conseguenza del coronavirus è proprio quella di una risposta infiammatoria anche a livello cerebrale piuttosto acuta. Tra i sintomi frequentemente ricordati di COVID-19 ritroviamo anche la perdita dell’olfatto, sintomo secondario anche del Morbo di Parkinson. Potrebbe quindi davvero esserci una correlazione ma solo il tempo sarà in grado di fornire dati più affidabili.

Per l’articolo completo: Parkinsonism as a Third Wave of the COVID-19 Pandemic?

Morte e Parkinson

La principale causa di morte per pazienti affetti da morbo di Parkinson è la disfagia. Di base, questa problematica è definita come la difficoltà di passaggio dei cibi e delle bevande dalla bocca fino allo stomaco. Si sviluppa, con l’evolversi della malattia, in un numero sempre crescente secondo le ultime stime di malati di Parkinson. Il problema fondamentale è proprio la mancanza di un adeguato coordinamento tra respirazione e deglutizione. Conoscere le caratteristiche e i rischi della disfagia, responsabile anche della polmonite da aspirazione, è essenziale.

Di per sé, il morbo di Parkinson non provoca la morte in modo diretto. Detto questo, è essenziale iniziare un percorso di cura studiato a seconda delle proprie esigenze nel momento in cui la diagnosi è chiara e lampante. Il problema è che, andando ad intaccare il controllo dei movimenti e provocando una serie di disturbi a cascata, la probabilità di morte si alza. Nella popolazione di pazienti con Parkinson, le cause di morte principali sono proprio la polmonite da aspirazione e la malattia di Alzheimer.

Vedi anche: Lutto, Come Superarlo?

Dimagrimento e Morbo di Parkinson

Il dimagrimento rientra a pieno titolo nei sintomi secondari e non motori, che coinvolgono dunque altre parti del corpo. Infatti l’irrigidimento dei muscoli che consuma una grande quantità di energia può provocare, con l’evolversi della malattia, una perdita di peso nel paziente. Questo è dovuto anche ad una riduzione della densità ossea e della massa muscolare. Naturalmente, è importante mantenere questo aspetto sotto controllo perché il paziente, magari già anziano, diventa ancora più fragile. Cadute e fratture sono molto rischiose in questa situazione e vanno evitate in ogni modo, così come i ricoveri frequenti.

tremori mano

Oltre alle problematiche muscolari, ci sono altre cause alla base del dimagrimento nel morbo di Parkinson. Questo provoca una riduzione dell’ingestione di alimenti dovuta alla compromissione dell’olfatto, alla disfagia, alla riduzione delle abilità manuali, alla depressione o ad effetti collaterali della terapia farmacologica.

Morbo di Parkinson, Cure

Una delle cure più utilizzate per i pazienti affetti da morbo di Parkinson è a base di cure che aumentano la circolazione di dopamina, le cosiddette cure L-DOPA. Un’informazione importante da conoscere, che naturalmente verrà riferita anche dal medico curante, è che la somministrazione deve essere fatta a basse dosi per evitare una eccessiva sensibilizzazione dei recettori. Nel caso di una particolare modificazione genetica come il PARK 2, per esempio, il rischio con una cura di questo tipo è quello di provocare discinesie precoci.

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Di base, la maggior parte dei farmaci utilizzati nella cura del Parkinson possono facilitare il movimento e aumentare la funzionalità. La base del trattamento del morbo di Parkinson è levodopa più carbidopa, sempre seguendo le esigenze e le caratteristiche del paziente. Il controllo delle conseguenze e delle problematiche dovute al trattamento è essenziale.

Curiosità

La Levodopa ha, tra i principali effetti collaterali, la possibilità di indurre comportamenti di ipersessualità.

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