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Transgender, Cosa Significa? Identità di Genere, Bandiera e Film

Indice

Transgender, persona con identità di genere che varia rispetto a quelle che sono le aspettative sociali e culturali attribuite al genere sessuale. In altre parole, fin troppo semplicistiche e non completamente corrette, è chi non si rispecchia nello stereotipo di maschile o femminile.

L’identità di genere è un costrutto complesso e particolarmente delicato da argomentare. Negli ultimi anni si sta andando sempre più verso una concezione di sessualità fluida e non binaria, in cui il modello rigido e limitato di genere maschile e femminile lascia spazio ad un maggior numero di possibilità. Come per i colori, non è tutto “bianco o nero”: esiste uno spettro che accoglie tante sfumature diverse, tutte ugualmente uniche.

Prima di addentrarci nell’argomento di oggi, è dunque importante chiarire che cosa si intende con “identità di genere” e quali sono le possibilità legate ad essa.

sessualità non binaria

Personaggi trans famosi

Sono diverse le persone transgender famose che appaiono sui grandi schermi, che rivestono cariche importanti a livello politico, che sfilano in passerella o praticano sport a livelli agonistici. Ecco alcuni di loro:

  • Vladimin Luxuria, ex politica italiana deputata durante il Governo Prodi;
  • Laverne Cox, principalmente conosciuta per il suo ruolo di Sophia Burset nella serie televisiva “Orange Is The New Black”;
  • Caitlyn Jenner, campionessa ai giochi Olimpici di Montréal del ’76;
  • Alex Blue Davis, attore nel telefilm nella 14esima stagione di Grey’s Anatomy;
  • Molti personaggi del cast di Pose, come Dominique JacksonMj Rodriguez e Indya Moore;
  • Valentina Sanpaio, modella di Victoria Secret’s.

Identità di Genere

La nostra società occidentale, più di altre, si basa sull’idea che i generi sessuali siano solamente due: il maschio e la femmina, l’uomo e la donna. Questo determina tutta una serie di aspettative legate agli stereotipi di genere, ovvero tutto ciò che riguarda le altre componenti dell’identità sessuale: il sesso “biologico”, l’orientamento sessuale e l’espressione del proprio genere. Stiamo parlando di come una persona appare dal punto di vista biologico e sociale e di quelle caratteristiche legate alla dimensione sessuale.

È frequente il pensiero che si debba per forza rientrare in una di queste due categorie, rispecchiando il prototipo di uomo/donna nel mondo di comportarsi, di vestirsi, di pensare e di agire a livello sessuale, per citarne alcune. Chi non rientra in questi canoni è spesso visto negativamente dalla società a causa di una concezione sessista particolarmente radicata e difficile da modificare.

In realtà, è possibile ridurre la confusione su questo argomento se si pensa all’identità di genere come ad una semplice percezione, ovvero al senso soggettivo di appartenenza ad un genere piuttosto che un altro. Ne deriva che le persone possano identificarsi o meno con le caratteristiche fisiche e sociali correlate al loro sesso “biologico”. Nulla di più normale.

Chi ha un’identità di genere conforme al sesso che ha dalla nascita è detto cisgender, dal latino cis che significa “al di qua”. Per intenderci, sono quelle persone che hanno la percezione di appartenere alla categoria di genere a cui sono state assegnate arbitrariamente sulla base del loro sesso.

Sono transgender, dal latino trans, “al di là”, gli individui che hanno un vissuto di varianza rispetto all’etichetta di genere che è stata loro attribuita dalla nascita. Ciò significa, semplificando un po’, che non tutti abbracciano la visione binaria maschio-femmina e sono d’accordo nel definirsi tali. Anzi, alcuni negano completamente il concetto di genere.

transgender

Transgender e Identità Non-Binarie

La sessualità è, dunque, un costrutto complesso e sicuramente non binario (no-binary). Ma quali sono le possibili identità di genere non binarie?

Sono sette le possibili accezioni identitarie o, comunque, quelle più diffuse.

  1. No Gender: persona che non si identifica con nessun genere. Si definiscono anche agender, gender neutral, genderless o neutrois.
  2. Mixed Gender: chi ha un’identità che contiene sia aspetti del genere maschile che di quello femminile. Sono ad esempio gli androgynous o gli ambivalent gender.
  3. Genderqueer: sono individui che sono più vicini ad un genere sessuale rispetto che all’altro, ma che tuttavia non si identificano specificatamente in nessuno di essi. Detti anche demi-man/boy o demi woman/girl.
  4. Third Gender: persone che sentono di appartenere ad un genere ulteriore.
  5. Bigender o Gender Fluid: è chi ha un’identità di genere fluida che si muove tra i generi.
  6. Pangender: soggetti con identità fluide che si muovono tra generi multipli.
  7. Genderqueen o Genderfuk: come suggerisce il nome, sono persone che si oppongono al concetto di binarismo.

Ed ora rendiamo ancora più difficile questo concetto. Se è vero che transgender è un termine ombrello che accoglie tutte le persone con identità di genere che varia da quella comunemente attesa, non è altrettanto vero il contrario. Infatti, non tutte le persone non binarie si definiscono transgender. Questa è, infatti, percepita da alcuni come un’altra dicotomia, un’altra categorizzazione, che sostituisce all’etichetta di maschio-femmina quella cis- e trans-gender.

Lettura Consigliata

Genderqueer and Non-Binary Genders (2018), di Richards, Bouman e Baker. È un libro in lingua inglese che sviscera tutta la tematica relativa alle identità di genere non binarie o, come venivano chiamate in precedenza, “senza etichetta”.

Transgender, Cosa Significa?

Arrivati a questo punto, dopo aver fatto un po’ di chiarezza su aspetti e terminologia di base, possiamo finalmente arrivare a parlare di che cosa significa essere transgender.

Le persone trans sono state a lungo etichettate come “malate”, “diverse” o comunque “con qualcosa di sbagliato”. Prima che questo fenomeno venisse compreso, infatti, il transgenderismo era stato considerato un disturbo psicologico e, per questo, inserito in categorie diagnostiche come le “devianze sessuali” o i disturbi psicosessuali”, al pari di parafilie e disfunzioni sessuali.

Questo ha contribuito notevolmente allo stigma che ha perseguitato e accompagna tutt’ora queste persone. Infatti, sebbene si stia andando verso un processo di depatologizzazione in cui la disforia di genere è considerata come una sofferenza soggettiva e (per molti) indotta dal contesto, comunque l’identità trans resta sconosciuta a molti e particolarmente stigmatizzata. Talvolta queste persone vengono prese di mira e possono divenire vittime di bullismo.

Sono tanti i pregiudizi e le rappresentazioni di genere che girano attorno alla persona trans, troppi per elencarli tutti in questa sede. Uno degli assunti più importanti, che con grande probabilità getta le basi per gli altri, è quello che porta a biasimare questi individui per il loro vissuto. Il pensiero comune vede, infatti, il transgender come una persona che soffre per la propria condizione e che, per questo, desidera fortemente effettuare una transizione di genere. In realtà nulla di più sbagliato.

Frasi del tipo “nato in un corpo sbagliato” o “donna/uomo intrappolat* nel corpo di un uomo/donna” rispecchiano ancora una volta il modello di sessualità binaria in cui tutti devono inserirsi in una categoria, che sia maschio e femmina, ma senza poterne restare al di fuori. Secondo questa logica, chi non è incluso in una di queste, ne soffre perché desidera appartenervi.

Nel prossimo paragrafo vorrei portarvi a riflettere ancora un po’ su questo aspetto.

Varianza, Incongruenza e Disforia di Genere

Quanto detto finora può, infatti, essere vero per alcuni, ma non per tutti. Sicuramente c’è chi si sente a disagio con il proprio corpo e che decide di modificarlo con terapie ormonali o interventi chirurgici, ma non per tutti i transgender è così.

C’è una differenza sostanziale tra la varianza, l’incongruenza e la disforia di genere. Nel primo caso, infatti, la sessualità è intesa come uno spettro che si estende dal genere maschile a quello femminile, includendo così tutte le persone che hanno un’identità di genere non prettamente maschile o femminile. Si passa all’incongruenza nel momento in cui il vissuto soggettivo non coincide con il genere assegnato alla nascita. Solo quando tale incongruenza crea un disagio all’individuo, allora si può parlare di disforia di genere.

La disforia, a sua volta, può riguardare una sofferenza di tipo sociale o fisico. Il disagio può infatti scaturire da alcune situazioni che possono riguardare:

  • La mancata considerazione da parte degli altri o del contesto del proprio genere sessuale. L’uso di pronomi sbagliati e limitazioni al concetto di inclusività (come toilette sono F/M) sono gli esempi più banali che possiamo segnalarvi.
  • Un malessere legato alla propria dimensione corporea, che si può manifestare con la volontà di liberarsi dalle proprie caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie.

È questo il caso delle persone transessuali.

Disforia di Genere

Negli adolescenti e negli adulti, la disforia di genere si può manifestare in modo variabile a seconda degli aspetti che maggiormente causano sofferenza alla persona. Questi possono riguardare, ad esempio, il desiderio di avere caratteristiche sessuali del genere opposto, la sensazione di appartenere all’altro genere e di voler essere trattati come tali. Questi aspetti si ritrovano anche nei bambini, come vedremo meglio in seguito.

Curiosità

Esistono delle protesi per permettere agli uomini trans di sperimentare la sensazione del pene. Non sono sex toys, ma dei veri e propri gadget che vengono prodotti su ordinazione per aiutare la persona a decidere per il processo di medicalizzazione.

pronome trans

Transgender o Transessuale?

Il transessuale è un individuo che decide di intraprendere un percorso di medicalizzazione o che si è già sottoposto a terapie ormonali o chirurgiche per modificare il suo aspetto fisico e farlo combaciare al suo senso di appartenenza. In questo caso, è solo in questo, è corretto utilizzare tale termine (che tuttavia sta cadendo sempre più in disuso). Le due sigle che descrivono il processo di transizione sono:

  • MtF (Male to Female): persone biologicamente di sesso maschile che si sentono donne, si identificano come donne, e che vogliono rendere il loro corpo femminile.
  • FtM (Female to Male): persone biologicamente di sesso femminile che si sentono uomini, si identificano come uomini, e che vogliono rendere il loro corpo maschile.

Il percorso di medicalizzazione è spiegato nell’articolo sulla disforia di genere.

Importante!

Proprio perché le persone vengono inserite nelle categorie di maschio e femmina alla nascita e non sono loro inizialmente a scegliere dove collocarsi in base al loro senso di appartenenza, si parla più correttamente di “sesso attribuito alla nascita” invece che di sesso biologico. Gli acronimi AFAB/AMAB indicano proprio questo concetto: Assigned Female/Male at Birth, che tradotto in italiano significata “assegnat* femmina/maschio alla nascita”.

Bambini e Teenager Transgender

L’identità transgender può emergere in età precoce, già a partire dai 2-3 anni. Per questo si parla anche di disforia di genere nei bambini, oltre che negli adolescenti e negli adulti.

Rispetto a questi ultimi, il transgenderismo nei più piccoli si manifesta con caratteristiche consone alla giovane età, quindi fondamentalmente nel gioco. I bambini possono voler indossare vestiti, usare giocattoli e preferire ruoli normalmente attribuiti all’altro genere. Inoltre, ci può essere il rifiuto dei propri caratteri sessuali e l’insistenza nell’affermare di appartenere al genere opposto.

Queste manifestazioni di incongruenza di genere possono mantenersi stabili nel tempo e, quindi, permanere anche in adolescenza ed età adulta, oppure decadere durante l’adolescenza. La pubertà è considerata un’età soglia proprio per questo motivo: è il momento in cui l’identità di genere si conferma o cambia.

Un’alta percentuale di bambini trans, pari circa all’80-90% sviluppa in questo periodo un’identità cisgender, quindi allineata rispetto al genere assegnato per nascita. Solo il 10-20% mantiene l’incongruenza di genere. Inoltre, si è osservato che in molti casi al cambiamento dell’identità corrisponde un orientamento di genere LGB (lesbico, gay e bisessuale). Ad ogni modo, è importante smentire il fatto che l’identità di genere sia collegata ai fenomeni di disforia e di transizione di genere.

Vedi anche:

Non tutti gli esperti, però, la pensano allo stesso modo sul cambiamento di identità dei teenager. Alcuni ritengono che un’identità di genere che cambia durante la pubertà non sia mai stata “realmente trans”. Ma questa ipotesi, come molte altre, rimane ancora da chiarire.

Quello che sappiamo è che con molta probabilità l’età di esordio è correlata alla stabilità o meno dell’identità trans. I dati in letteratura riportano che quando l’incongruenza si manifesta precocemente, è più probabile che si mantenga tale nel corso del tempo.

transgender bambino

Transgender e Ricerca

E a questo punto potreste domandarvi… Perché una persona sviluppa un’identità trans mentre un’altra no? Quali sono i fattori che influiscono sulla formazione dell’identità di genere?

Per rispondere a queste domande sono state effettuate negli ultimi anni alcune ricerche che, tuttavia, non sono ancora in grado di fornire delle spiegazioni certe. L’eziologia dell’identità trans resta ancora sconosciuta a causa dell’imprevedibilità dell’interazione tra fattori sociali, biologici e culturali. Vediamo cosa è stato scoperto fin ora.

Fattori Biologici

Tre sono i principali aspetti che sono emersi dagli studi sui fattori biologici:

  • Sono state notate delle alterazioni dei geni responsabili nella produzione di ormoni sessuali in utero, ovvero quegli ormoni che inducono il processo di mascolinizzazione o femminilizzazione del cervello.
  • Il cervello delle donne trans sembra essere più simile a quello delle donne cisgender rispetto a quello degli uomini cisgender.
  • Si riscontra una maggiore frequenza delle identità transgender nei gemelli omozigoti rispetto a quelli eterozigoti.

Fattori Psicologici

Sui fattori psicologici si è a lungo disquisito quando l’incongruenza di genere era considerata una problematica di natura mentale. Gli psicoanalisti, in particolare, ritenevano che aspetti alla base dell’identità di genere potessero essere psicosi o disturbi di personalità, più probabilmente il narcisistico (vedi anche: Narcisismo).

Anche in questo caso si tratta di ipotesi, ma attualmente si presume che possano centrare qualcosa le dinamiche familiari e di attaccamento.

Fattori Culturali

La cultura gioca un ruolo fondamentale in questo senso. Infatti, sono proprio le norme culturali che determinano i criteri “normalità” rispetto al gruppo di riferimento. Ci sono culture in cui la linea tra maschi e femmine non è così netta e, anzi, in cui la diversità è ben più che tollerata: fa parte della società.

Bandiera Transgender

Come tutte le minoranze di genere che compongono la comunità LGBTQIA+, anche le persone transgender hanno scelto dei simboli che li rappresentino. Graficamente, è famosa l’immagine realizzata da Holly Bosswell che trovate sotto riportata, in cui i simboli tradizionalmente riferiti al genere maschile e femminile sono accompagnati da un terzo simbolo che potrebbe apparire come l’unione dei due generi. In realtà, quest’ultimo è una freccia barrata che fa riferimento al concetto di “opposizione al binarismo”.

transgender simbolo

Curiosità

Il cerchio è il simbolo adottato dalla comunità intersessuale. Ecco perché viene riportato in numerose rappresentazioni legate al genere.

Tuttavia, l’emblema della comunità transgender è senza dubbio la bandiera con le cinque strisce. I colori utilizzati sono tre:

  • Azzurro, per i maschi;
  • Rosa, per le femmine;
  • Bianco, per chi sta effettuando la transizione, ha genere neutro o è intersessuale.

Questa bandiera, ideata da Monica Helms fece la sua prima apparizione ad un Pride nel 2000.

transgender bandiera

Transgender e Film

Sul tema dell’identità di genere sono state girate diverse pellicole cinematografiche e documentari. Vi consigliamo un paio di film, telefilm e documentari, nel caso l’argomento vi interessi e/o non sappiate cosa vedere in tv nelle prossime sere 🙂

Film

  • The Danish Girls, un film che ha fatto molto scalpore nel 2015, quando è uscito nelle sale. Tratto da un romanzo, si inspira a storie di pittrici svedesi che realmente si trovano in una condizione di varianza di genere. Da vedere.
  • Girl, film del 2018 che racconta la storia di una ragazza trans con il sogno di fare la ballerina. Descrive le difficoltà relative ai cambiamenti della pubertà e alle relazioni sociali.

Telefilm

  • Pose, un telefilm in due stagioni ambientato nel 1987. Descrive la vita della comunità trans a quel tempo, con le serate nelle Balls,  l’emarginazione sociale, la paura dell’AIDS e tanto altro. Assolutamente da vedere.
  • Butterfly, miniserie composta di 3 puntate da un’oretta circa. Racconta di un un bambino che affronta un percorso di transizione di genere, da Max a Maxime.

Documentari

  • Disclosure, un documentario che ripercorre le rappresentazioni dell’identità trans a partire dai film muti, passando per Psycho, Nip/TuckSex and the city e Ace Ventura, arrivando alla produzione della serie TV del 2018 Pose, di cui abbiamo appena parlato. Lo potere vedere accedendo con l’account di Netflix.
  • Laerte, una famosa fumettista spagnola si racconta attraverso parole e creatività. Molto interessante, affascinante le vignette che utilizza per esprimere pensieri ed emozioni. Anche questo lo trovate su Netflix.

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